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Modena / Arresto Milani, SiCobas: “Una trappola”

Il legale del sindacalista accusato di estorsione: “Totale distanza dalla vicenda”. Il sindacato: la seconda persona arrestata, che nel video della Questura prende la busta, “è del tutto estraneo alla nostra organizzazione”. Stamattina presidio.

28 Gennaio 2017 - 10:31

Una “montatura”, una “trappola”. I SiCobas, in un comunicato diffuso ieri sera, definiscono così le circostanze che due giorni fa hanno portato all’arresto del coordinatore nazionale Aldo Milani, accusato di estersione ai danni di un gruppo industriale attivo nel settore della lavorazione delle carni, la Levoni: durante una conferenza stampa che si è svolta ieri in Questura, a Modena, gli inquirenti hanno parlato di una richiesta di 90.000 euro per “calmare” le proteste dei facchini, diffondendo anche un video che testimonierebbe il passaggio di una parte di questi soldi. Ma Milani “rigetta completamente le accuse”, afferma l’avvocato del sindacalista, Marina Prosperi, le cui parole sono riportate in un video pubblicato sul sito dei SiCobas. Davanti al giudice “ricostruiremo esattamente” quanto accaduto, dice Prosperi. Il video dato alla stampa è muto, ma proprio l’audio “aiuterà a chiarire” la situazione, aggiunge l’avvocato, ribadendo che Milani asserisce una “totale, totale, totale distanza dalla vicenda, che probabilmente ha implicato quest’altra persona”.

L’altra persona a cui fa riferimento Prosperi è l’uomo arrestato insieme a Milani. Di chi si tratta? Già ieri mattina, “mentre i nostri legali non avevano ancora avuto la possibilità di parlare con Aldo e di vedere le carte”, spiegano i SiCobas, “sui media italiani è passata la notizia che due esponenti nazionali del SiCobas erano stati arrestati”. Il secondo uomo, però, “è in realtà non solo del tutto estraneo alla nostra organizzazione, ma per di più è un consulente o intermediario forse propostosi o forse chiamato da Levoni per mediare sulla dura vertenza del comparto-carni; in ogni caso un esponente del mondo padronale e non sindacale”. Dallo stesso video diffuso dalla Questura, inoltre, si vede che Milani “risulta chiaramente estraneo” al passaggio della busta, che finisce nelle mani del secondo uomo. “E’ sempre più evidente la dinamica di una vera e propria trappola pianificata accuratamente”, è la posizione del sindacato.

Milani “è stato prelevato dalla polizia e arrestato mentre svolgeva il mestiere che porta avanti da anni: trattare col padrone la difesa e il miglioramento delle condizioni di lavoro e salariali, e facendolo non in cenette o meeting consociativi, bensì ad un tavolo di trattativa imposto dai lavoratori con dure lotte, scioperi e picchetti. Nello specifico, l’incontro cool gruppo Levoni aveva come unico scopo quello di decidere le sorti di 52 lavoratori licenziati nel settore della macellazione e lavorazione carni di Modena all’indomani di una serie di scioperi caratterizzati da uno scontro durissimo tra gli operai e i padroni e da una pesante repressione da parte delle forze di polizia. La finalità della montatura della polizia è evidente: distogliere l’attenzione dalle denunce (con rilevanza civile ma anche penale) mosse dal SiCobas contro il gruppo Levoni per appalto non genuino, interposizione illegittima di manodopera, sfruttamento del lavoro, frode fiscale ecc.; distogliere l’attenzione dagli scioperi durissimi che il Si Cobas sta portando avanti da mesi nel settore delle carni; distogliere l’attenzione dalle condizioni vergognose in versa questo settore che sfrutta migliaia di lavoratori e porta profitti enormi alle aziende”.

Per il SiCobas, le lotte dei facchini non si fermano: “Che non abbiamo nulla da temere e nulla da nascondere lo dimostra il fatto che proprio in queste ore è in corso un nuovo sciopero fuori ai magazzini Levoni: per noi nulla è cambiato e a dispetto di questa infame trappola abbiamo ancora 52 licenziati che gridano vendetta”, scriveva il sindacato ieri sera.

Per la mattinata di oggi, i SiCobas hanno convocato un presidio davanti durante l’udienza per la convalida dell’arresto: “Migliaia di lavoratori e compagni da tutto il nord Italia si stanno concentrando sotto il carcere di Modena per chiedere la liberazione immediata di Aldo”, fa sapere il sindacato poco prima dell’inizio della manifestazione. Anche stanotte, intanto, scioperi e blocchi si sono registrati in magazzini di diverse regioni italiane, riferisce sempre il sindacato. Solidarietà a Milano e ai SiCobas è stata espressa da nella giornata di ieri da numerose realtà sindacali, politiche e sociali.