Attualità

Modena / Alcar Uno, crolla il “castello di carta” contro i Si Cobas

Assolto in primo grado dall’accusa di estorsione Aldo Milani, coordinatore nazionale del sindacato. I fatti contestati riguardavano i picchetti del 2016-17 all’azienda di lavorazione carni di Castelnuovo Rangone.

13 Maggio 2019 - 15:08

“Cade definitivamente l’infame montatura giudiziaria ai danni del Si Cobas e di tutte le lotte sindacali. Esigere i diritti dei lavoratori non e’ estorsione”. Commenta così su Facebook il sindacato di base Si Cobas il cui coordinatore nazionale, Aldo Milani, è stato assolto oggi per non aver commesso il fatto, al termine del primo grado di giudizio al Tribunale del Modena del processo che lo vedeva imputato per estorsione nei confronti dell’Alcar Uno di Castelnuovo Rangone, ditta di lavorazione carni oggetto di mesi di duri picchetti tra il 2016 e il 2017. Milani era presente all’udienza, mentre fuori si è radunato un presidio solidale.

Si legge inoltre sul social network: “Come da noi affermato in tutte le sedi, questa vicenda si è rivelata solo un enorme castello di carta. Il teorema accusatorio della Questura di Modena è stato costruito in maniera talmente goffa da non risultare credibile ne ai giudici, ne allo stesso PM. La sentenza di oggi, nel mettere una pietra tombale sulle infamanti accuse a carico del nostro coordinatore nazionale, rappresenta una forte battuta d’arresto per le strategie repressive di questo governo, per il fronte padronale e i suoi sindacati asserviti, i quali hanno più volte calunniato e diffamato il Si Cobas nel (vano) tentativo di fermarne l’avanzata. Sappiamo che queste strategie non finiranno con la sentenza di oggi, ma anzi tenderanno ad intensificarsi di pari passo con l’intensificarsi del conflitto e delle lotte contro lo sfruttamento. L’esito del Teorema-Levoni è però la prova indelebile (l’ennesima ma forse la più grande, data la portata politica di questo processo) che con l’unità, la coerenza e la determinazione è possibile sconfiggere i padroni e tutti i loro servi, sia nei luoghi di lavoro che nelle aule di Tribunale”.

Prosegue il sindacato:  “Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che in questi mesi si sono battuti per far luce e verità su questa vicenda, su tutti ovviamente le migliaia di lavoratori del SI Cobas che non hanno mai abboccato alla propaganda del nemico di classe e dei suoi reggicoda. In secondo luogo, ma non meno importante, alle migliaia e migliaia di solidali, sindacalisti, giuristi, compagni, movimenti e singoli proletari che in questi 2 anni, e da ogni parte del mondo, hanno sostenuto la campagna per l’innocenza di Aldo, culminata con le migliaia di adesioni all’appello pubblico per la sua assoluzione e contro la criminalizzazione degli scioperi”.