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Messina / No G7: “Il 26-27 maggio manifesteremo a Taormina”

Già dalle prossime settimane forum tematici e momenti di protesta in varie città siciliane. Officina Rebelde (Catania): “Diventiamo una presenza permanente nelle contraddizioni di quest’isola collegata alle grandi forze globali”.

17 Febbraio 2017 - 15:47

In tutta la Sicilia contro il g7 di Taormina
“Quelli dal basso” si organizzano contro i sette grandi e la loro vetrina di maggio

Cresce la mobilitazione, in Sicilia, contro il G7. Una vasta coalizione di associazioni e centri sociali e comitati territoriali sta portando avanti una diffusa campagna di controinformazione nei territori.

Dopo l’assemblea regionale del 10 dicembre a Giardini e la riunione della “Sicilia Ribelle”, svoltasi il 29 gennaio al C.s.a. Officina Rebelde, si va delineando il profilo delle contestazioni al vertice G7 di Taormina.

Una contestazione che non vuole essere il classico “controvertice” ma che vuole comunque riprendere il meglio della storia della protesta dei movimenti contro la globalizzazione. In primo luogo si è assunto collettivamente che si vuole essere presenti a Taormina nei giorni del 26 e 27 Maggio, pur con qualche resistenza espressa da qualche comitato territoriale, in modo da contestare l’assurda militarizzazione di quel territorio in virtù delle esigenze dei sette paesi che vorrebbero “governare” il mondo.

In questo senso una delegazione di compagni si è già spinta in prefettura a comunicare l’intenzione dei movimenti di manifestare. E’ appena il caso di ricordare che su una cittadina di poche migliaia di abitanti, dedita al turismo, graverà per mesi l’onere di reggere il peso logistico della presenza di migliaia di membri delle forze dell’ordine (si calcola che, all’apice del dispiegamento di forze, la proporzione tra abitanti e agenti sarà quasi di uno ad uno).

In secondo luogo si pensa che al vertice non sarà opposta solo una contestazione di piazza ma si proveranno a costruire dei forum tematici. Si sta lavorando a forum che attraversino anche geograficamente la Sicilia e che poi trovino una sintesi tematica durate la due giorni del 26 e 27.

Infine, per dare profondità alla vertenza contro il G7 e trasformarla in un moto che attraversi visibilmente i territori si sta cercando di fare in modo che i territori siano attraversati anche dal conflitto, oltre che dalla discussione e dal dibattito. In alcune città si pensa di convocare cortei e momenti di protesta cittadina, come sicuramente a Niscemi ed a Catania. Per adesso la data più certa è quella di Siracusa, nella quale il 22 Aprile si terrà la giornata di mobilitazione in memoria dei morti sul lavoro del Petrolchimico e della città, indetta dal Movimento Aretuseo per il Lavoro, la Sicurezza, le Bonifiche.

Riguardo gli appuntamenti di discussione politica ed organizzativa, dopo le varie e partecipate riunioni locali svoltesi a Catania, Palermo e Messina, per il momento all’orizzonte c’è prima di tutto la riunione regionale di giorno 18 Febbraio a Giardini Naxos (alla quale saranno presenti tutte le forze in campo nel fronte della contestazione), poi ancora la riunione provinciale indetta a Siracusa per il 24 Febbraio e la due giorni con presenze nazionali ed internazionali indetta dai centri sociali palermitani per il 25 e 26 Febbraio. Riguardo al contenuto della discussione e dei tavoli tematici, collettivamente condivisi, per adesso la proposta che circola in alcuni comitati ruota attorno a varie tematiche: dall’ambiente all’autogestione dei territori, dalla militarizzazione all’immigrazione.

Come gruppo di compagne e compagni noi pensiamo comunque che sia necessario anche cogliere l’occasione di contestare un G7 che si svolgerà geograficamente in una delle aree meridionali dell’Unione europea per mettere in discussione un modello di sviluppo e di sfruttamento post-coloniale che con le politiche del debito ha raggiunto il proprio apice, desertificando interi territori dalla presenza di servizi sociali e riducendoli ad aree gentrificate e ripopolate dal turismo ricco da un lato e dall’altro ad aree di servizio per gli scarichi industriali delle industrie del nord del paese e dell’Europa. Su questo sarebbe il caso di costruire un dibattito collettivo per attrezzarci, dopo questo evento, a diventare una presenza permanente nelle dinamiche e nelle contraddizioni di questa isola, che così spesso sono strettissimamente collegate alle grandi forze che agitano gli scenari globali.

Officina Rebelde – Catania