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Merola e piazza Verdi: “Primo segnale da dare è in termini repressivi”

Il sindaco spera nei nuovi poteri chiesti al ministro Minniti, ad esempio per poter emettere “provvedimenti più pesanti” contro i writers. Intanto prosegue la mobilitazione contro i tornelli al 36: “Respinta provocazione della polizia”.

31 Gennaio 2017 - 20:11

“Il primo segnale che dobbiamo dare è in termini repressivi”. Rispolvera la linea dura il sindaco di Bologna, Virginio Merola, parlando di piazza Verdi e dintorni. Merola, in particolare, non vede l’ora di avere dal Governo i nuovi poteri in materia di sicurezza che i sindaci hanno chiesto al ministro dell’Interno, Marco Minniti. “Piazza Verdi è un problemaccio”, dice Merola, che punta sulla riorganizzazione della Polizia municipale (compreso l’arrivo di nuovi strumenti di difesa) e accenna ad una “programmazione artistica” per la zona, ma guarda soprattutto ai nuovi poteri che potrebbero arrivare da Roma: “Aspettiamo il nuovo decreto” e quindi “la possibilità di fare ordinanze non contingibili e urgenti, di dare i daspo agli spacciatori, come per gli ultras allo stadio, e di adottare sanzioni non solo amministrative ma penali”. Ad esempio, contro chi scrive sui muri “ci servirebbero provvedimenti più pesanti- sostiene il sindaco- perchè oggi quando becchiamo uno che imbratta i muri gli facciamo una multa da 500 euro e lo accompagnamo dai genitori, che in genere lo difendono”.

In zona universitaria, intanto, prosegue la mobilitazione contro i tornelli all’ingresso della biblioteca di via Zamboni 36. Scrive il Cua, a tal proposito, che stamattina “alcuni agenti della Digos hanno tentato nuovamente di entrare nella biblioteca provocando gli studenti, che hanno subito respinto la provocazione. Probabilmente infastidisce il fatto che da una settimana i tanti studenti e le tante anime che frequentano il 36 si siano attivate per affermare l’importanza di avere uno spazio libero e senza tornelli. L’ennesima grande assemblea di ieri sera dimostra come sia un sentimento diffuso quello che ha portato tanti a prendere posizione contro i tornelli ed i comportamenti della dirigenza Unibo, che proprio poco fa hanno millantato provvedimenti e vendette contro gli studenti! La verità è che ciò che si sta muovendo è per gli interessi degli studenti perchè sono gli studenti stessi portano avanti queste rivendicazioni. Siamo andati tutti ad aprire quelle porte, a riprenderci il prestito dei libri contro le sospensioni arbitrarie della dirigenza unibo e tutti ci siamo conquistati l’apertura notturna minacciata dal prorettore vicario la scorsa settimana”.