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“Meglio morire che tornare in Libia”

Manifesti affissi nella notte da Saperi Naviganti per accostare, nella Giornata della Memoria, le persecuzioni del nazi-fascismo con quelle subite dai migranti che vorrebbero raggiungere l’Europa oggi, rischiando la vita in una “terra di lager”. Ieri corteo dalle Due Torri.

27 Gennaio 2019 - 18:21

“Stanotte sono comparsi in tutta la città questi manifesti. ‘Meglio morire che tornare in Libia‘: questa è la frase pronunciata da uno dei pochi sopravvissuti al naufragio del 18 gennaio 2019 nel Mar Mediterraneo. ‘Come potrei temere la morte dopo tutto quello che ho visto qui?’. Queste parole sono tratte da una lettera scritta, nel 1944, da un sopravvissuto ad Auschwitz. Frasi pronunciate a distanza di oltre settanta anni l’una dall’altra, ma tragicamente simili”. A rivendicare e motivare l’affissione è sulla sua pagina Facebook Saperi Naviganti, realtà nata lo scorso novembre a partire dalla mobilitazione nella facoltà di Scienze Politiche a sostegno di Mediterranea Saving Humans.

Sui manifesti, alle parole pronunciate dai sopravvissuti ai recenti naufragi e ai campi di sterminio nazifascisti, sono accostate due fotografie: la prima ritrae alcuni migranti detenuti in Libia al fine di non consentire loro di raggiungere l’Europa; la seconda, dei bambini rinchiusi in un campo di concentramento nazista col filo spinato. Infatti, continua il collettivo: “La Giornata della Memoria ricorda i circa sei milioni di esseri umani che vennero uccisi all’insegna del completo annientamento della ragione umana, lasciando spazio al sopravvento della ‘dimensione demoniaca’ (per usare le parole di Arendt). La memoria senza profondità storica non serve. Attualmente, gli stati europei, tra cui l’Italia, cercano di propinarci una narrazione della Libia come porto sicuro. La Libia è terra di lager, non assicura alcuna tutela della vita, della sicurezza e della libertà; un luogo in cui quotidianamente si perpetuano torture, violenze – sulle menti quanto sui corpi – e pratiche non meno disumane di quelle che oggi ricordiamo. Noi non ci stiamo! Ci opponiamo non solo a chi, consapevolmente, continua imperterrito a sostenere queste becere e cieche politiche, ma anche e soprattutto a chi sceglie scientemente di chiudere gli occhi, di voltarsi di fronte alla situazione attuale in Libia, che ricorda inquietantemente l’esperienza nazi-fascista. Oggi, domenica 27 gennaio 2019, la città di Bologna si sveglia con un messaggio chiaro e forte: stanotte abbiamo scelto noi per voi, mettendovi davanti alla brutale verità, per rendervi consapevoli. Gli strumenti ci sono, a questo punto la scelta su come reagire diventa vostra: scegliete se unirvi a noi nell’opposizione o se girarvi dall’altra parte, un’altra volta ancora. Oggi non solo ricordiamo il male, ma ci opponiamo alla sua ancora troppo attuale banalità: restiamo umani”.

Sempre nella giornata di ieri, Saperi Naviganti aveva organizzato un presidio sotto le Due Torri, successivamente sfociato in un corteo terminato in piazza del Nettuno, dove gli attivisti hanno proiettato sui muri dei messaggi per attirare l’attenzione su quanto sta accadendo ai migranti nel mar Mediterraneo: “Domani sarà la giornata della memoria e per questo abbiamo ritenuto fondamentale ricordare la Shoah prendendo parola su una ferita tanto, troppo attuale. In tanti e tante abbiamo riempito la piazza di Bologna con parole, corpi, pensieri e azioni cercando di coinvolgere chiunque passasse col messaggio di opposizione che abbiamo lanciato. Abbiamo proiettato su Palazzo Re Enzo le immagini delle violenze che si perpetuano nei lager libici e, trovandoci davanti alla crudele verità, abbiamo fatto una scelta: tenere gli occhi bene aperti, le voci pronte a gridare, i corpi pronti ad opporsi. La nostra lotta continua ostinata da mesi e continuerà senza sosta anche nei prossimi, nelle assemblee, nelle piazze, nelle università e ovunque sarà necessario”.

Gli attivisti invitano quindi alla partecipazione alla prossima assemblea di quella che definiscono “una realtà che continua a crescere e diffondersi in città e nelle università”. L’appuntamento è per il prossimo 8 febbraio alle 19.00 in via Zamboni 38.