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“Libertà per gli arrestati del #14N”, oggi presidio

Cua: “Vergognosa vendetta delle istituzioni. Torniamo nelle piazze, riprendiamo in mano il filo rosso del conflitto”. Presidio oggi alle 19 in piazza Verdi, appuntamento rilanciato anche da Bartleby. Solidarietà agli arrestati anche da Rivolta il debito.

15 Novembre 2012 - 10:14

Il #14N di lotta ha visto in tutta Italia [1234] decine di migliaia di studenti e studentesse, di precari e di precarie, riprendersi le loro strade e le loro piazze, attaccare i simboli dell’austerity, puntare i palazzi del potere, scontrarsi con la polizia per autodifendere il loro diritto al dissenso radicale.

A Roma, dopo una giornata di lotta durissima, tra gli 11 e i 13 manifestanti sono stati tratti in arresto. Una vergognosa, ma purtroppo usuale, vendetta delle istituzioni che tramite le loro forze del disordine ancora una volta reprimono le istanze di lotta di chi vede ogni giorno sempre di più rubato il proprio futuro!

Anche a Bologna, dopo la grande giornata di lotta del #14N, con la contestazione al ministero del lavoro e l’occupazione della sede Cisl di via Milazzo, torniamo nelle piazze, riprendiamo in mano il filo rosso del conflitto, invochiamo tutti e tutte la liberazione immediata degli arrestati!

Domani (oggi, ndr) alle ore 10 un’assemblea pubblica alla Sapienza di Roma deciderà le modalità con le quali portare solidarietà attiva agli arrestati. Attendendo nuove indicazioni da domani lanciamo fin da ora un appuntamento per giovedì 15 novembre, ore 19, piazza Verdi.

Le lotte non si arrestano! Libertà per tutti e tutte!

Cua

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La città piange e fa pena.
Poi elicotteri in aria
perché le vetrine son rotte
Le vecchiette allibite
perché Ie vetrine son rotte
Commendatori adirati
perché Ie vetrine son rotte
I tramvieri incazzati
perché Ie vetrine son rotte
Tutte Ie strade deserte
perché Ie vetrine son rotte
Carabinieri schierati.
perché Ie vetrine son rotte
Sessantamila studenti
perché Ie vetrine son rotte
Massacrati di botte
perché Ie vetrine son rotte.
(Roberto Roversi)

Ieri, 14 Novembre in tutta europa milioni di persone hanno invaso le piazze e le strade delle città per opporsi con forza alle politiche di austerità. Una data importante di mobilitazione internazionale costruita da tutti quelli che non accettano di pagare la crisi vedendosi ridotti diritti, dignità, servizi. Un movimento globale che parla lingue diverse ma racconta una storia condivisa, quella di chi ha in mente un modo diverso di uscire dalla crisi, un modo non fatto di umiliazioni e sacrifici ma di presa di parola e democrazia diretta.
In italia in decine di città ci sono stati cortei presidi e manifestazioni. Da una parte la cgil con un timido sciopero di 4 ore, dall’altra i sindacati di base e soprattutto centinaia di migliaia di giovani studenti, ragazzi delle scuole superiori e dell’università. In molte città ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, il governo tecnico ha deciso di rispondere alle rivendicazioni di intere generazioni private di futuro con l’unico strumento rimastogli: la violenza delle forze dell’ordine.
Quanto accaduto in particolare a Roma è inaccettabile. Un corteo di decine di migliaia di studenti è stato bloccato, chiuso, e caricato in 4 punti, senza alcuna ragione.
Decine di ragazzi picchiati, anche quando erano a terra. Arresti, minacce, vere e proprie cacce all’uomo fin dentro i negozi e i portoni delle case dove si cercava riparo. In questo momento 8 studenti sono in carcere. La loro immediata liberazione è la prima condizione per fare luce su quanto accaduto ieri e affermare con forza la libertà del nostro dissenso.
Condanniamo con forza, al pari della violenza poliziesca, la violenza mediatica di chi, nel mondo politico, non ha tardato un minuto a esprimere solidarietà alle forze dell’ordine, così come quella dei media che disinteressandosi ai fatti hanno ripetuto il consueto ritornello dei violenti, degli infiltrati, dei black block.
Diciamo chiaramente alla CGIL che questo sciopero l’hanno convocato anche loro e “difendere i lavoratori” e gli studenti significa prendere parola per condannare pubblicamente chi ha impedito con la forza la leggitima espressione del dissenso.
Come ieri eravamo in piazza, questa sera saremo alle 19.00 in Piazza Verdi per chiedere imediatamente la liberazione degli studenti arrestati.
A casa non si torna. Liber* tutt*!

Bartleby

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E’ stato bello? A’voja! E lo rifamo? A’voja!  
(cit. Assalti Frontali)

Cosa ci lascia il 14N a Bologna

Prima di tutto ci lascia un nuovo spazio liberato.

Il collettivo Làbas ha infatti occupato l’ex-caserma Masini – in degrado da anni – per restituirla alla città e a tutte/i. A loro va la nostra piena solidarietà e complicità.

Poi, la presenza in piazza di decine di migliaia di persone (prima di tutto nel corteo degli/delle insegnati in lotta a cui abbiamo partecipato), ci dice che (per dirla sempre con gli Assalti) “la rabbia cresce dentro”, ma – assieme a quella – anche la volontà e la disponibilità alla lotta da partedel 99%.

Non crediamo si possa ridurre la mobilitazione ad una “questione giovanile”. Certamente i giovani sono il carburante della mobilitazione, ma in piazza abbiamo visto tutta la composizione sociale che subisce gli attacchi della crisi, del debito, dell’austerity e si rivolta.

Il 14N ci dice inoltre che la radicalità, la diffusione e la vertenzialità delle singole lotte esprime anche la necessità di connettersi, di farsi rete, di costruire auto-organizzazione sociale.

L’eccedenza presente nei cortei ha, in qualche modo, “obbligato” gli stessi a confluire – quasi tutti – in Piazza S. Stefano, nella piazza della scuola, quello che si è ancora una volta rivelato il settore sociale più dinamico.

Infine, il 14N ci lascia un compito decisivo e obbligato.  Continuare nella ricerca dell’unità sostanziale del conflitto sociale. Ci impone la necessità di costruire nel nostro territorio – come negli altri – vertenze e campagne che sappiano rifiutare il pagamento del debito, i costi della crisi, la cancellazione dei diritti, la privatizzazione dei Beni Comuni.

Su questa strada continueremo a confrontarci con tutte e tutti coloro che pensano che ciò sia possibile a partire dalla costruzione di organizzazione dal basso e nuova democrazia.

E’ stata una gran bella giornata, sappiamo che altre ce ne saranno.

NON PAGHIAMO IL DEBITO, RIVOLTIAMOLO

CONQUISTIAMO I BENI COMUNI

P.S.: In giro per l’Italia le forze del disordine – per oscurare il sole della rivolta – hanno cercato di portare la pioggia della violenza e della repressione, arrivando ad arrestare divers@ giovani compagn@.

Agli/alle arrestat@ va tutta la nostra solidarietà attiva.

Al governo e ai suoi “difensori” diciamo una cosa sola: non ci fermerete.

Liber@ tutt@, liber@ subito!

Campagna Rivolta il Debito – Nodo di Bologna