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“Libertà per chi combatte l’Isis” [audio]

Oggi pomeriggio un presidio sotto le Due Torri ha gridato forte il sostegno ai cinque internazionalisti rientrati dalla Siria per cui i pm torinesi hanno chiesto la sorveglianza speciale.

12 Gennaio 2019 - 20:13

“Cinque ragazzi sotto attacco da una Procura che attacca, perseguite, reprime chi è andato a combattere l’Isis in Siria e partecipare a una rivoluzione confederale, femminista, ecologistca, un’esperienza straordinaria che dura da sette anni in un paese martoriato dalla guerra, dall’integralismo, dai giochi delle grandi potenze. Questi cinque ragazzi, Davide, Jacopo, Eddy, Jak e Paolo rischiano misure pensantissime di limitazione della propria libertà di raccontare qui in Italia l’esperienza che hanno vissuto. Meritano tutto il nostro sostegno come tanti altri che in questi giorni stanno dando il colpo di grazia all’Isis”. Cpsì un attivista di Crash intervenendo al presidio tenutosi nel tardo pomeriggio di oggi a sostegno dei cinque internazionalisti delle Unità di protezione popolare Ypg rientrati dalla Siria del Nord.

“Vogliamo ricordare anche Hiwa Bosco – ha detto poi uno studente del Cua – caduto nel partecipare alla lotta di liberazione del Rojava, la cui morte, come quella degli altri combattenti internazionali, viene oscurata dai media occidentali. Così come vengono oscurate le iniziative che noi nella nostra Università promuoviamo per parlare di quello che accade in Siria, così come sono stati oscurati i murales che abbiamo fatto in zona universitaria. Oggi però in via Zamboni c’è il murales che recita jin jian azadi, donna vita libertà, che di questa rivoluzione femminista e ecologista dà traccia”. Nel corso della manifestazione, cui avevano aderito anche Vag61, Nodo sociale antifascista e circolo anarchico Berneri, è stato diffuso un messaggio dei cinque internazionalisti e dato appuntamento per un corteo a Torino sabato prossimo.

> L’intervento di Crash

 

> Il messaggio dei cinque internazionalisti