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Libertà di dimora: la colpa degli arrestati? “Battersi per saperi, diritti, welfare”

Domani presidio alle 11 in piazza dei Tribunali. Le ipotesi di reato che hanno fatto scattare le misure cautelari: resistenza, lesioni, danneggiamento, accensioni e getto di cose pericolose.

14 Maggio 2015 - 18:34

Contestazione Madia (foto twitter @GlobalProject)“Il primo risultato di una presa di parola ampia e pubblica con la campagna Libertà di dimora contro la negazione del dissenso e della libertà di espressione nella città di Bologna è stato l’ulteriore utilizzo di misure cautelari preventive nella forma ancor più abietta degli arresti domiciliari”.

Così scrive a stretto giro la campagna LibertàDiDimora dopo la notizia delle misure cautelari notificate oggi per i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento, getto pericoloso di cose e accensioni pericolose, in relazione al blitz alla Spisa dello scorso 12 dicembre.

“Evidentemente l’attenzione e la partecipazione che in pochissime ore la campagna #LibertàDiDimora è riuscita a catalizzare fa così paura alla governance di questa città che poche ore fa il divieto di dimora per Parvis è stato trasformato in arresti domiciliari – continua la nota – Insieme a Parvis altri quattro arresti domiciliari in via preventiva hanno colpito Gigi Roggero, Francesco Bedani, Ivan Bonnin, Francesca Ioannilli. Studenti e ricercatori la cui solo colpa è battersi contro la privatizzazione dei saperi, per i diritti e il welfare”.

Immediata la chiamata alla mobilitazione: “Ancora più determinati nella strada intrapresa per liberare questa città dal tentativo di sistematica chiusura di ogni spazio di libertà politica e sociale facciamo appello a tutte e tutti di partecipare domattina 15 Maggio alle ore 11 ad un presidio in Piazza dei Tribunali per rivendicare davanti alla Procura la nostra inviolabile libertà di espressione. Cercavo la giustizia incontrai la legge”.