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Lezioni universitarie in presenza? “Prima gli studenti di élite”

La scuola per aspiranti manager dell’Alma Mater avrà a disposizione un padiglione della Fiera, assicurando così oltre due metri di distanziamento tra le postazioni. Noi Restiamo: “Unibo mira a ateneo esclusivo”. Il Cua sull’annuncio di un app per verificare i posti in aula studio: “Ancora solo 3 sale aperte, è una presa in giro”.

14 Luglio 2020 - 18:36

La Bologna Business school ripartirà con 370 postazioni distanziate tra loro oltre due metri. Sarà possibile grazie all’affitto, da settembre a dicembre, di un intero padiglione della Fiera da 9.600 mq, con ricambio d’aria no stop. Il direttore della scuola per aspiranti manager dell’ateneo “ha dichiarato che le lezioni in presenza sono impareggiabili”, riporta Noi Restiamo, notando come “le lezioni in presenza siano considerate impareggiabili solo per chi se le può permettere e non per tutti gli studenti: la questione non è evidentemente il valore delle lezioni in presenza – che, nonostante gli inevitabili problemi e disagi delle lezioni online, sono state dimenticate per mesi. L’università sta cercando dei modi per trovare una modalità mista di lezioni in presenza e online per le migliaia di studenti bolognesi. Ha infatti previsto gli spazi per circa 1/3 degli studenti, nonostante non si sappiano ancora quali edifici e aule potrà aggiungere per conformare la didattica alle giuste misure di precauzione contro il contagio. Una delle soluzioni è stata trovare spazi tramite accordi con enti come BolognaFiere. I posti alla fiera, però, non sono stati riversati alle migliaia di studenti dell’università pubblica ma ai pochi studenti dell’esclusiva Bologna Business school, che prevede pagamenti altissimi per accedervi, escludendo così una larga fetta di popolazione studentesca”. Insomma: “Lezioni in presenza e assicurate per gli studenti d’elité, gli altri lasciati senza tutele!”.

Conclude il collettivo: “È questo il modello di università a cui mira l’Unibo: non un’universitá realmente aperta a tutti ma un’università esclusiva, con forti barriere selettive in base alla provenienza di classe degli studenti. L’Unibo ormai pensa alle sue eccellenze, le stesse che assurgono a modello di partnership con le imprese private, dimostrandosi come il perfetto polo di eccellenza – un’eccellenza per i profitti. Noi ci stiamo stancati delle dichiarazioni marce di chi si preoccupa solo di fare di ricavare profitto sulle spalle degli studenti”.

Il Collettivo Universitario Autonomo, invece, interviene sull’annuncio, sempre da parte dell’ateneo, di aver adottato un’applicazione per informare sui livelli di affollamento delle sale studio. L’Alma Mater “corre ai ripari preventivamente e invece di aprire spazi a studenti e studentesse decide di investire in un’applicazione – scrive il collettivo – e mentre l’Università di Bologna scala la vetta delle migliori università d’Europa senza però curarsi che nessun* tra studenti e studentesse venga lasciat* indietro nel momento di difficoltà che da mesi stiamo attraversando, le aule studio e i servizi continuano ad essere esigui e ridicoli. Dopo mesi e mesi di protesta la soluzione alle richieste di studenti e studentesse è stata quella di aprire 3 aule studio a 29 di giugno. Chiediamo spazi e ci danno applicazioni, chiediamo di usufruire di servizi dopo aver pagato migliaia di euro di tasse e questi continuano ad essere inefficienti, chiediamo di attraversare gli spazi universitari nel rispetto del distanziamento sociale e ci danno camionette di polizia in Piazza Verdi. Millantano di aver messo in sicurezza, in questi mesi, le aule studio e tutto ciò che vi troviamo sono scottex e spruzzino. L’Università di Bologna abbonda di spazi disseminati in tutta la città e nonostante ciò non li apre a chi l’università la fa vivere, la attraversa, la sostanzia e la migliora: studenti e studentesse, che ancora una volta vengono pres* in giro dall’autonarrazione che Unibo continua a fare di se stessa in giro per il mondo. Non hanno capito che non siamo dispost* a negoziare. Non è questo il momento della negoziazione, dell’accettare le briciole. Vogliamo tutto!”