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L’appello dei richiedenti asilo: “Se restiamo in silenzio, ci attende la deportazione”

Manifestazione lunedì 20 febbraio’017 al Nettuno: “Non abbiamo più paura e abbiamo deciso di scendere in piazza per urlare che questo non è il tempo di deportazioni ed espulsioni, ma è il nostro tempo”.

18 Febbraio 2017 - 20:02

“In questi mesi, noi migranti e richiedenti asilo siamo stati accusati di vivere in alberghi pagati con i soldi degli italiani, ma in realtà abbiamo aspettato in silenzio in centri di accoglienza che hanno arricchito le cooperative. Chi di noi è uscito dal circuito dell’accoglienza si è ritrovato al gelo dei parchi o sotto i ponti, ma ha anche lottato per una casa. Tutti abbiamo affrontato il razzismo istituzionale che ci impedisce di diventare regolari. Lo abbiamo fatto nella speranza di ottenere prima o poi i documenti per cui abbiamo attraversato confini, ma le commissioni territoriali hanno per noi una sola risposta: il diniego. Siamo venuti in questo paese per fuggire dalla guerra, dalla violenza e dalla miseria. Ora il governo ci vuole rinchiudere in centri di detenzione e deportare in massa di nuovo verso la guerra, la violenza, la miseria”. E’ quanto si legge nel volantino diffuso per promuovere la manifestazione di migranti e richiedenti asilo in programma per lunedì 20 febbraio’017 alle 16 in piazza Nettuno. Aderiscono Associazione senegalese Cheikh Anta Diop, Bologna No Borders, Comunità Bangladesh Bologna, Comunità Pakistana Bologna, Lazzaretto Csoa-Cispm, Coordinamento Migranti, Scuola d’italiano Aprimondo, Unione Sindacale Italiana.

La manifestazione si svolgerà nello stesso giorno in cui i migranti europei ed extraeuropei daranno vita in Inghilterra ad una “giornata senza di noi” in risposta alla retorica della discriminazione che ha sostenuto la Brexit e a sostegno della raccolta firme contro la visita di Donald Trump nel Regno unito.

Ancora dal volantino: “Nessuno di noi crede più alla promessa dell’asilo e dell’accoglienza. Sappiamo che se rimaniamo in silenzio quello che ci aspetta è lavoro forzato senza salario e diritti, in attesa di espulsione. Se rimaniamo ancora in silenzio non avremo mai il permesso che serve per vivere e muoverci liberamente in Italia e Europa. Per farci stare zitti dicono che siamo i responsabili della povertà dei lavoratori italiani, ma lo sfruttamento e il ricatto del permesso che subiamo sono l’arma che aziende e cooperative usano per impoverire e precarizzare tutti, italiani e migranti. Per questo dobbiamo lottare insieme come sta già succedendo dentro e fuori l’Italia. Non vogliamo più aspettare mesi e anni per avere risposte negative sulle nostre richieste d’asilo ed essere deportati. Non abbiamo più paura e abbiamo deciso di scendere in piazza a Bologna per urlare che questo non è il tempo di deportazioni ed espulsioni, ma è il nostro tempo: il tempo della libertà di migranti e richiedenti asilo per la libertà di tutti”.