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L’ammissione dei francesi: caccia in volo la notte di Ustica

Bonfietti: gli interrogatori in Francia “confermano solo ci avevano detto delle bugie”. Intanto sono ancora in commissione a Montecitorio i ddl di ratifica della convenzione europea che permetterebbe le rogatorie internazionali sull’abbattimento del Dc9.

27 Giugno 2014 - 17:10

Dc9 Itavia abbattuto ad Ustica (foto Luca Ghedini)Ci sono voluti decenni, ma a quanto si apprende dalla stampa mainstream la Francia ha iniziato a collaborare all’inchiesta sulla strage di Ustica. I pm romani stanno interrogando alcuni ex militari dell’aviazione d’oltralpe, che a quanto pare stanno smentendo quanto Parigi ha ripetuto fino ad oggi, ovvero che i caccia di base in Corsica sarebbero tornati a terra intorno alla cinque del pomeriggio.

“Questi militari – ha confermato oggi Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, a margine della commemorazione a Palazzo d’Accursio – dicono tranquillamente che quella notte lavoravano”. Ancora, però, “non si sa cosa facevano e quale era l’ordine e la consegna del silenzio che hanno tenuto per tutti questi anni”.

E’ ancora poco per arrivare alla conclusione di un ruolo attivo degli aerei francesi nell’abbattimento del Dc9 Itavia la notta del 27 giugno 1980. Per ora, sottolinea Bonfietti, “sono soltanto il segno che ci avevano detto delle bugie”.

Un altro capitolo riguarda Abdessalam Jallud, allora numero due di Muammar Gheddafi, e gli archivi libici che sarebbero finiti in mano ai servizi segreti inglesi. “E’ una brutta cosa”, dice Bonfietti, “sapete bene che Jallud non è in un altro Paese, forse è in Italia e se è qui forse è perché qualcuno gli ha garantito, dato quello che e’ avvenuto nel suo Paese, di esserci”. Quindi, “si dovrebbero pretendere delle risposte.

“I magistrati hanno in mano altre occasioni, altre testimonianze che lo vedono raccontare di quella vicenda, a suo modo, cioè rivendicando che era l’aereo libico di Gheddafi” a dover “essere abbattutto quella notte. L’ha detto mille volte lui, l’ha detto Gheddafi. Negarlo oggi è veramente squallido”.

E in quanto a squallore nessuno batte il solito Giovanardi:  “Ad ogni anniversario disinformazione e copioni da fantascienza – straparla il senatore Ncd – continuano a mistificare la vera causa dell’abbattimento del Dc9 di Ustica provocato dall’esplosione di una bomba nella toilette di bordo”.

Quando mai. “Ustica è la storia di una verità, ora lo sappiamo, ben evidente nell’immediatezza dell’evento già dai dati radar di Ciampino”, ha detto poi Bonfietti durante la cerimonia nell’aula consiliare. Ma solo negli ultimi anni la magistratura, “pur con un percorso lungo e pieno di ostacoli, con le sentenze definitive della Cassazione ci ha consegnato la verità: il DC9 Itavia è stato abbattuto e i ministeri dei Trasporti e della Difesa sono responsabili, l’uno per non aver saputo difendere la vita di innocenti cittadini, l’altro perché i comportamenti di tanti militari hanno ostacolato in ogni modo il raggiungimento della verità”.

Verità che sarebbe più a portata di mano se l’Italia si decidesse a ratificare la Convenzione europea relativa all’assistenza giudiziaria in materia penale, grazie alla quale sarebbe possibile ottenere documentazione tramite rogatorie internazionali. I relativi progetti di legge sono al momento all’esame delle commissioni Giustizia e Affari esteri della Camera.