Acabnews Bologna

L’Acer riparte: sgombero e porte blindate

Intervento in via Beroaldo-Ungarelli: l’azienda si vanta delle “tecniche innovative” per chiudere gli accessi, ma non dice quando saranno disponibili i 37 alloggi da tempo in ristrutturazione. Intanto Merola archiviato per via Mura di porta Galliera.

21 Febbraio 2017 - 12:43

Inizia con uno sgombero il nuovo (?) corso dell’Acer dopo il cambio di guardia ai vertici dell’azienda, sancito qualche settimana fa con la nomina a presidente di Alessandro Alberani, ex segretario Cisl. Lo sgombero, ieri, ha interessato il cantiere di via Beroaldo-Ungarelli, aperto da moltissimo tempo per riqualificare 37 appartamenti destinati all’edilizia residenziale pubblica: solo una piccola parte delle centinaia di alloggi Acer non assegnati in città. “I lavori di ristrutturazione straordinaria erano stati interrotti da tempo per il fallimento dell’impresa affidataria”, ha spiegato l’Acer, raccontando che ieri “si sono svolte le operazioni di sgombero definitivo del cantiere da parte del personale della Polizia municipale, alla presenza dei responsabili di Acer”. Ma la vera novità, ha dichiarato con entusiasmo Alberani, sta nel fatto che “sono stati chiusi gli accessi con modalità tecniche innovative”: ovvero “sono stati messi in sicurezza i varchi del cantiere utilizzando porte blindate che impediscono l’accesso a presenze abusive”. E i lavori? L’Acer dice che ripartiranno nei prossimi giorni, ma non vengono date tempistiche su quando, finalmente, gli alloggi Erp potranno essere davvero disponibili.

E ieri, nel frattempo, il gip ha deciso di archiviare (accogliendo la richiesta della stessa Procura) il sindaco Virginio Merola per l’accusa di omissione di atti d’ufficio che gli era stata rivolta per la vicenda del mancato allontanamento delle famiglie che avevano occupato la palazzina di via Mura di porta Galliera (che successivamente è stata comunque sgomberata). E’ andata a vuoto l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dall’avvocato del comitato di residenti da cui partì la denuncia nei confronti del sindaco. Un altro buco nell’acqua, insomma, per i comitati che si danno da fare con le carte bollate per contrastare le esperienze di autogestione: la Procura aveva chiesto di archiviare Merola anche per l’inchiesta nell’ambito della quale è stato indagato con l’accusa di averci messo troppo tempo a sgomberare Atlantide, pure questa partita da un esposto firmato da un gruppo di residenti. E si è conclusa con un’archiviazione anche l’indagine sul riallaccio dell’acqua agli alloggi occupati dell’ex Telecom e di via De Maria.