Acabnews Bologna

Làbas, la sfida (ri)comincia da vicolo Bolognetti [audio]

Ieri centinaia di persone all’assemblea: partecipazione al bando con l’associazione “Nata per sciogliersi”. Primo intervento di Crash, che oggi replica al Comune: “Per niente intimiditi dalle minacce di sgombero”. Cua sulla Veneta: “Dall’Università parole al vento”.

11 Novembre 2017 - 15:57

In centinaia hanno partecipato ieri all’assemblea convocata da Làbas nello spazio di vicolo Bolognetti, dal titolo “RiapriAMOLàbas – Che la sfida cominci”, in vista dell’assegnazione al collettivo dello spazio ex sede del Quartiere San Vitale. A prendere la parola per primi gli attivisti del Laboratorio Crash!, che ieri hanno occupato la stazione ex Veneta di via Zanolini, e che hanno innanzitutto evidenziato la comunanza di istanze e lotte fra le due esperienze: “Abbiamo dimostrato che le lotte e le istanze sociali che si esprimono in questa città non possono essere espulse da questa città. Quelle istanze che porta Làbas sono anche le istanze che vivono dentro il percorso delle lotte per il diritto all’abitare, che nei giorni scorsi ha visto consumarsi l’ennesima pagina bruttissima con lo sgombero delle famiglie dell’ex Galaxy. Lo stesso vale per le lotte degli studenti impegnati contro un mondo della formazione sempre più votato alla precarietà, e per le istanze dei lavoratori della logistica. Oggi queste istanze prendono nuovamente casa con l’occupazione del nuovo Laboratorio Crash in via Zanolini 41. Vogliamo fare in modo che oltre a Làbas, che oggi inaugura un nuovo momento di costruzione di lotte dal basso e socialità, anche il Laboratorio Crash! possa farlo. Se non succederà torneremo certamente a occupare”.

Al primo intervento sono seguiti quelli degli attivisti di Làbas, che hanno riassunto il percorso che dallo sgombero di agosto ha portato il collettivo a convocare la cittadinanza ieri in vicolo Bolognetti: “Il messaggio più potente che è stato mandato dal corteo di settembre è che Làbas non deve essere normalizzato, non deve essere scorporato, non deve essere annientato. Noi vogliamo che Làbas possa esistere come bene comune. Il corteo di settembre ha fatto prendere all’amministrazione un impegno chiaro sulla soluzione entro 60 giorni. Questo non è avvenuto attraverso il riconoscimento diretto ma attraverso lo strumento del bando, per mancanza di coraggio da parte dell’amministrazione. Noi vogliamo che questo bando sia un mero strumento per avere uno spazio. Lo spazio che vogliamo qua non sarà un parcheggio delle attività delle ex caserme. Da qui vogliamo essere parte del cambiamento della città”.

E aggiungono: “Per partecipare al bando abbiamo dovuto costituirci come associazione, ma l’abbiamo chiamata ‘Nata per sciogliersi’. La sfida sarà la costruzione del significato della parola bene comune. Siamo convinti che il tessuto urbano di questo spazio in vicolo Bolognetti sia molto diverso dall’area dell’ex caserma, e vogliamo arricchire il tessuto di questo quartiere grazie ai suoi abitanti, creando connessioni tra realtà, associazioni e le anime che lo compongono, perchè si modelli sulle esigenze dell’accoglienza, del mutualismo, della cooperazione. Una sfida è qualcosa il cui esito non è scritto, per questo per noi è importante definirla tale. Làbas oltre Làbas in questi mesi ci ha dato coraggio e forza per farci sentire e pensare che Làbas non poteva essere più come prima, non sarà solo uno spazio sociale, ma un cantiere, perchè gli spazi non sono solo contenitori ma modificano la realtà in cui sono immersi”.

Intanto dalla nuova occupazione di via Zanolini Crash ha diffuso questa mattina un comunicato dal titolo: “Crash Again. Una notte sul tetto e alle porte di un centro sociale”, invitando a partecipare oggi alle 18 nello spazio occupato a una assemblea aperta alla cittadinanza. Questo il testo del comunicato: “La prima notte di occupazione è da poco trascorsa, in tanti abbiamo presidiato il nuovo spazio liberato nel quartiere San Donato immaginando insieme come quei locali vuoti e abbandonati possano aprirsi alla città e ai suoi bisogni sociali, di autorganizzazione, di cultura e iniziativa politica. Però l’immaginazione questa mattina ha trovato davanti a sé un muro: leggendo i giornali apprendiamo che la giunta Merola ha chiesto lo sgombero della struttura dichiarando che non si dialoga con chi occupa, e che per l’ex Veneta ci sono già dei progetti. Rispondiamo così: dal primo mandato Merola e i suoi assessori trattano e come con chi occupa, sia durante l’esperienza delle occupazioni abitative che con gli spazi sociali. E ricordiamo che per tutti gli spazi occupati e sgomberati negli ultimi anni solo uno su dieci è stato riutilizzato per qualche scopo: alla retorica del ‘progetto del giorno dopo’ non ci crede più nessuno”.

Continuano gli attivisti: “Dal canto nostro continuiamo a rivendicare la nuova occupazione dell’ex Veneta come uno spazio liberato e di garanzia alla continuità delle attività del Laboratorio Crash! sgomberato lo scorso 8 agosto. Disponibili ad aprire una vertenza sociale seria e non chiacchierata sullo spazio sociale ma anche per niente intimiditi dalle minacce di sgombero. Il bisogno e la necessità di spazi sociali è talmente forte nella nostra città che mettere in pratica lo slogan ‘ad ogni sgombero una nuova occupazione’ è una necessità e un dovere a cui non ci sottraiamo. Da ieri non siamo più fantasmi invisibili, ma come centro sociale di periferia abbiamo dato il colore rosso alle nostre istanze, pronti ad aggirarci giorno e notte nel centro della metropoli. Rilanciamo l’appuntamento per l’assemblea cittadina di oggi pomeriggio alle 18h in via Zanolini 41 e facciamo appello a tutti e tutte e passarci a trovare per sostenere la nuova occupazione. Tra poco presenteremo anche le attività che animeranno il Laboratorio Crash! nei prossimi giorni. Crash Again!”.

Sull’occupazione dell’ex Veneta interviene anche il Cua: “Salutiamo con gioia il ritorno in città del Laboratorio Crash! che, in risposta all’infame sgombero dell’ 8 agosto, a seguito del quale il comune non è stato in grado di fornire nessuna concreta soluzione, ha nuovamente trovato casa in via Zanolini 41. Come studenti e studentesse dell’università di Bologna non possiamo che accogliere con grande soddisfazione la restituzione alla nostra città di uno spazio di cui aveva indubbiamente bisogno. Oggi più che mai, nella Bologna del 2017, si sente la necessità di un luogo in cui sia possibile una libera aggregazione estranea alle logiche del profitto, in cui sia favorito l’incontro tra le soggettività in movimento per la propria liberazione, in cui le realtà culturali emergenti possano trovare una possibilità di espressione. Constatiamo altresì con rammarico come, in spregio ad una notizia tanto positiva per i giovani di questa città, l’Unibo abbia deciso di prestare un’altra volta il fianco alle retoriche funzionali alla repressione. Le istituzioni universitarie hanno infatti rivendicato la propria paternità sull’edificio di Zanolini 41, fornendo così a Comune e Questura l’alibi perfetto per l’immediata richiesta di sgombero dell’immobile. Questa operazione non può che risultare squallida e strumentale, nella misura in cui lo stabile in questione si trova da anni in uno stato di completo abbandono. Il millantato intento di istituire in quella sede un distaccamento dell’Università, in cui collocare delle aule studio, non regge tuttavia al confronto con l’evidenza dei fatti. Non un solo progetto concreto di ristrutturazione, nessuna tempistica o scadenza per l’inizio di eventuali lavori, niente più che parole al vento. L’unica opera realmente effettuata in quell’edificio rimane una piccola mensa universitaria, per altro realizzata in conseguenza alle lotte dello scorso autunno che, come sempre accade, risultano essere l’unico vero motore di trasformazione positiva in questa città. Per quel che ci riguarda sappiamo di non essere mai stati disponibili a farci trarre in inganno dalle ipocrisie del potere; lasciamo le belle parole agli utili idioti della repressione, per quel che sta a noi oggi saremo presenti all’assemblea del nuovo Crash! nella sicurezza che questa sia l’unica vera sede in cui realmente confrontarsi per immaginare come restituire alla nostra città una concreta possibilità di trasformazione. Invitiamo perciò tutti e tutte, studenti e studentesse, rappressentanti del mondo accademico, giovani e meno giovani, a raggiungerci questa sera alle 18 in via Zanolini 41. Lunga vita al Laboratorio Crash!”.

>Ascolta gli audio raccolti durante l’assemblea di Làbas: