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Làbas in piazza, Merola e Giorgetti chiusi nel Baraccano

Sede del Santo Stefano blindata, ieri sera, per impedire ai manifestanti di partecipare a un incontro pubblico sul quartiere. Domani possibile arrivo dei tecnici di Cassa Depositi e Prestiti all’ex caserma: “Sarà un’altra giornata di resistenza”

06 Aprile 2016 - 15:53

12933136_778580788943229_6529327543603381280_nBaraccano blindato, ieri sera, per impedire alle persone che sono scese in piazza per difendere Làbas dalle minacce di sgombero di partecipare ad un’iniziativa pubblica nella sede del quartiere Santo Stefano: si trattava di una delle tappe del tour “Collaborare è Bologna”, che l’amministrazione sta effettuando nei quartieri per definire le priorità di intervento nell’uso dei finanziamenti europei. Presenti sia il sindaco Virginio Merola che la presidente di centrodestra Ilaria Giorgetti, i quali (a giudicare dai giornali di oggi) stanno vivendo una fase di particolare feeling politico, da “partito della nazione” in salsa bolognese. Làbas, per l’occasione, aveva dato appuntamento all’ex caserma di via Orfeo per poi raggiungere il Baraccano: ai manifestanti era stato chiesto di portare con sè un oggetto che rappresentasse la propria relazione con Làbas: “Una zucchina, una bottiglia, una zappa, un cd, un fiore, un libro, una candela, una bomboletta, un sorriso”.

Arrivati al Baraccano, però, i manifestanti sono stati bloccati dai cordoni delle forze dell’ordine. “Ecco l’idea di ‘collaborazione’ del matrimonio politico tra Virginio Merola e Ilaria Giorgetti: blindare gli ingressi del Baraccano con la polizia”, è il commento di Làbas. E il Tpo: “Questa amministrazione si rifiuta di incontrare un pezzo di società e di città che ha ridato vita all’ex caserma Masini. La Libera Repubblica di Santo Stefano vuole un tavolo e risposte concrete per l’ex caserma”. La polizia ha bloccato l’ingresso “a noi volontari e ospiti, al comitato, ai bambini, ai cittadini e agli attivisti”, scrive Accoglienza Degna, invitando il sindaco a non nascondersi “dietro una fila di divise e manganelli”.

Alla fine, una delegazione è riuscita ad entrare all’interno del Baraccano e la giornata, fa sapere Làbas, si è conclusa con un “ricatto” posto dall’assessore alla Cultura, Davide Conte: “Sì alla trattativa, ma solo a seguito dell’ingresso all’ex caserma di una delegazione di Cassa Depositi e Prestiti questo giovedì per un mero sopralluogo. Noi non ci stiamo: nessuno entra senza aver messo in piedi un dialogo pubblico tra noi, il sindaco e Cdp. Se vogliono venire giovedì troveranno il cancello chiuso e noi davanti allo stesso. Il cancello si aprirà solamente di fronte ad una trattativa reale, altrimenti dovranno passere sopra i nostri corpi. Ci vediamo giovedì per un’altra giornata di resistenza”.