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“La verità sul Passante: opera inutile e dannosa per la salute”

La Rete delle Lotte Ambientali Bolognesi: l’allargamento di autostrada e tangenziale lungo le periferie cittadine “non porterà solo più traffico e più inquinamento, ma anche più disuguaglianza e ingiustizia sociale”. E intanto lo smog continua a soffocare la regione: prolungate e riprolungate le misure emergenziali.

25 Febbraio 2021 - 16:45

Quali sono i dati corretti sull’aumento di smog generato dal Passante di mezzo? L’opera “provocherà un aumento di traffico sulla tangenziale-autostrada, come è scritto a chiare lettere nello studio di traffico firmato da Autostrade stessa. Attualmente circolano circa 160.000 veicoli al giorno su tangenziale autostrada: con l’allargamento nel 2030 circoleranno sul Passante 182.500 veicoli. In altre parole si passerà da 58.400.000 veicoli all’anno a 66.612.500. Se oggi il Passante da solo produce il 40% delle emissioni da traffico veicolare di tutto il Comune di Bologna, questa percentuale salirà al 50% dopo l’allargamento, un +10% che stride pesantemente con i proclami di ‘Emissioni Zero entro il 2030’ e una situazione sanitaria allo stremo per la popolazione”. Ecco quanto scrive in un comunicato la Rete delle Lotte Ambientali Bolognesi, nata alcuni mesi fa dall’incontro di diverse realtà cittadine. “Sappiamo bene dove passa il Passante- continua il comunicato- cioè nelle periferie di Bologna, a 3 km da piazza Maggiore: il maggior danno sarà sopportato da chi in quelle periferie ci vive, cioè dalle fasce più deboli della popolazione. Il Passante non porterà solo più traffico e più inquinamento, ma anche più disuguaglianza e ingiustizia sociale. Non si può continuare a ingannare i cittadini: il Passante di Mezzo porterà benefici certi alle casse del concessionario (che, lo ricordiamo, è lo stesso della vicenda del Ponte Morandi di Genova) e danni certi alla qualità della vita e alla salute dei bolognesi”.

Scrive poi la Rete: “Allargare un’autostrada e una tangenziale in mezzo a una città è un incentivo diretto all’uso dell’automobile, che si confermerà sempre di più come il mezzo di trasporto più rapido e conveniente rispetto al trasporto collettivo e alla mobilità attiva. E il traffico veicolare privato è tutto fuorché sostenibile, sia perché produce rumore e inquinamento, sia perché monopolizza lo spazio urbano a discapito proprio della mobilità sostenibile. Ciò che è urgente potenziare a Bologna non sono strade e autostrade, ma il trasporto pubblico completando in primo luogo il Servizio Ferroviario Metropolitano (dopo oltre vent’anni di chiacchiere), razionalizzare la rete dei bus urbani extraurbani in rapporto alla costruzione delle linee del tram, la pedonalizzazione diffusa anche in periferia e le piste ciclabili. Al contrario di quello che si fa col Passante, lo spazio stradale deve essere ridistribuito togliendo corsie al traffico veicolare privato e aumentandole per pedoni, ciclisti e trasporto pubblico. Questo è il modo più efficace per ridurre la congestione del traffico: meno automobili in circolazione = meno congestione. E del resto l’obiettivo del Pums metropolitano è proprio quello di ridurre del 28% gli spostamenti in automobile entro il 2030, non di aumentarli come fa il progetto del Passante. Dobbiamo credere che i nostri amministratori locali sono bravi solo a enunciare buone intenzioni?”.

E intanto, la cappa di smog che soffoca Bologna e l’Emilia-Romagna non molla la presa: tanto che le misure emergenziali scattate il 20 febbraio sono state prorogate prima fino al 24 e poi di nuovo fino a venerdì 26, sempre con validità estesa su tutto il territorio regionale.