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La scuola inizia, ma non per tutti

Il Coordinamento dei docenti precari scende in piazza giovedì 15 settembre’016: “Facciamoci sentire”. Versari (Usr) perde le staffe: “I prof che protestano? Caciara indegna”. Si muovono anche gli studenti: manifestazione del Cas il 7 ottobre.

12 Settembre 2016 - 11:15

sc“L’inizio della scuola è imminente, ma, in Emilia-Romagna, la condizione di molti docenti precari rimane instabile: non sappiamo quando verremo convocati, né abbiamo un’effettiva possibilità di scegliere in maniera serena la sede che preferiamo tra quelle rimaste disponibili. A ciò si aggiunge un concorso docenti che si rivela sempre di più per quello che abbiamo sempre sostenuto: una truffa. Per tutte queste ragioni è necessario far sentire la nostra voce in maniera unitaria e partecipata”. E’ quanto scrive il Coordinamento precari della scuola, lanciando il seguente appuntamento: “In concomitanza col primo giorno di scuola, giovedì 15 settembre, presso la sede dell’Usr Emilia-Romagna, in via de’ Castagnoli 1, convochiamo un presidio, alle 15, per sostenere a gran voce le nostre ragioni e denunciare le modalità con cui si sta svolgendo il concorso docenti. Avremo in particolare due finalità. Chiederemo, ancora una volta, un giorno e una sede unitaria per svolgere, in tutta la Regione, le convocazioni provinciali unificate da Graduatorie d’Istituto, sul modello delle convocazioni da Gae. Dopo diverse pressioni del Coordinamento pare che l’Usp di Bologna si stia muovendo: è il momento decisivo per insistere sulla questione e conseguire questo importantissimo risultato. Denunceremo pubblicamente le modalità di questo concorso docenti: incredibile numero di bocciati, ammissioni variabili arbitrariamente da regione a regione, nebbia su questioni importanti come percentuale idonei, reale numero di posti disponibili, tempistiche e modalità di assunzione. Non meno grave il fatto che in tanti/e attendiamo da mesi, invano, l’esito di molte prove scritte: evidentemente chiarezza e trasparenza non ci sono dovute e dobbiamo conquistarcele con le nostre azioni”.

Nei giorni scorsi, inoltre, sempre il Coordinamento dei precari aveva indirizzato una lettera al direttore generale dell’Usr, Stefano Versari, relativa in particolare all’iter concorsuale per gli ambiti AD04 e AD08, “in seguito alla diffusione di informazioni ambigue e contraddittorie” addirittura ormai a quattro mesi di distanza dallo svolgimento delle prove scritte. Scrivono i prof precari: “Pur non essendo poveri in pazienza – anzi, affinando ampiamente tale qualità – a partire da giugno i candidati si sono mossi per ricevere informazioni chiare e trasparenti su diversi fronti: dalla valutazione, alle tempistiche e modalità di correzione, fino alla pubblicazione dei risultati. A tali legittime richieste in molti casi è stato risposto con il silenzio, in altri con notizie vaghe o promesse che posticipavano da una settimana all’altra la pubblicazione dei risultati: così sono trascorsi luglio e agosto, mesi in cui è sfumata nel silenzio la possibilità delle assunzioni a settembre 2016, rimandando tutto – chissà – al 2017”.

Ma cosa risponde pubblicamente Versari di fronte alle tante proteste in corso nel mondo della scuola? Parla di “caciara indegna”, per usare le parole scomposte pronunciate dal direttore in un recente convegno: “Dire che va tutto male è stupido” e “quando gli insegnanti parlano di deportazione, capisco che c’è un problema, ma nessuno ha mai fatto una battaglia per gli appuntati dei Carabinieri che con mille euro al mese vengono trasferiti da una parte all’altra del Paese”. Poi, in un curioso crescendo, dopo i Carabinieri il dirigente chiama in causa pure i macellai, visto quanto afferma rispetto agli insegnanti: “La rabbia per le condizioni avverse di lavoro non può giustificare la costruzione di una distanza tra docenti e studenti. Significa perdersi, non essere più docenti. Chi tratta la carne umana, o è ciò che fa oppure ha sbagliato mestiere”.

Nel frattempo, cominciano a muoversi anche gli studenti. Il Cas lancia già una prima manifestazione per il 7 ottobre dalle 9 in piazza XX Settembre: “L’estate è finita e studenti e studentesse di Bologna ritornano nei propri istituti, sempre con gli stessi problemi! Con l’inizio della scuola ricomincia la voglia di organizzarsi e mobilitarsi per affrontare più forte che mai il caldo autunno che ci aspetta! Tra varie città d’Italia abbiamo deciso di cominciare l’anno con il piede giusto, dando vita ad un data nazionale, mirata a ribadire il forte dissenso che gli studenti provano nei confronti di questo governo! Per questo scenderemo in piazza la mattina di venerdì 7 ottobre, per costruire un NO al governo Renzi e a tutte le repressioni e limitazioni che ci impone il suo governo! Spezziamo le catene dell’esistente e facciamo vedere chi siamo, la generazione ingovernabile scende nelle strade!”.