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Kurdistan / Assediata dall’Akp, la città di Silvan è allo stremo [audio]

L’esercito di Erdogan continua ad attaccare la province curde che vogliono autogovernarsi. Nel paese distrutto, da nove giorni sotto coprifuoco, sono stati uccisi dieci civili. Uiki: “Quello che sta accadendo è una vera e propria guerra”.

13 Novembre 2015 - 11:52

(da Radio Onda d’Urto)

#SilvanUnderAttack (foto da twitter @HDPaday)Nel Kurdistan turco, a dieci giorni dalle elezioni politiche i riflettori dei media mainstream si sono spenti e l’Akp di Erdogan regola nel sangue i conti con la resistenza del popolo curdo. Epicentro delle violenze è la città di Silvan, ormai allo stremo.

La denuncia arriva dall’Hdp, il partito della sinistra curda e turca che nonostante la violenza pre-voto è riuscito a entrare per la seconda volta in Parlamento, con oltre il 10 per cento dei consensi.

“A Silvan è in corso una strage” – almeno dieci civili sono stati uccisi – e “la città è sotto assedio da parte dell’esercito turco”: a dirlo oggi all’ANSA la deputata Hdp Caglar Demirel, appena uscita da Silvan, nella provincia sudorientale turca di Diyarbakir, che da nove giorni si trova sotto coprifuoco totale da parte dell’esercito.

Ankara da parte sua conferma indirettamente quanto sta accadendo, sostenendo che “una massiccia operazione terrestre e aerea dell’esercito contro il Pkk curdo è in corso a Silvan, nella provincia sudorientale di Diyarbakir”. Ci sarebbe, al riguardo, anche un militare morto.

Decine i feriti, mentre i circa 80 mila abitanti sono allo stremo.

Il commento di Ivan Grozny, autore di “Kobane dentro” e appena rientrato in Italia proprio dal Kurdistan turco, dove ha toccato anche la città di Silvan.

 

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> L’appello “Silvan: non rimanete in silenzio sulla brutalità” diffuso da Uiki Onlus, l’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia

2000px-Diyarbakir_in_Turkey.svgDal 24 luglio 2015 i territori curdi del sud est Turco sono sotto l’attacco delle forze di sicurezze turche. Gli attacchi non sono rivolti solo contro le forze della guerriglia ma a subire è in gran parte la popolazione civile: i villaggi, le città, i boschi e addirittura i cimiteri non vengono risparmiati.

Questa guerra è stata voluta dal presidente della Repubblica di Turchia Recep Tayip Erdoğan per ridare la maggioranza al suo partito, l’AKP. Erdoğan non ha accettato il risultato delle elezioni dello scorso giugno ed il 1 novembre scorso si sono tenute le nuove elezioni, in un clima di guerra e intimidazioni.

Con l`oppressione e la prepotenza ha fatto sì che il suo partito ottenesse la maggioranza. Adesso per sostenere la propria presidenza sta rendendo la situazione ancora più tesa e per proseguire nel suo disegno di diventare “sultano” sta intensificando la guerra.

A Silvan in provincia di Diyarbakır da 9 giorni vige il coprifuoco totale e i militari e le forze speciali stanno attaccando la città senza tregua. Finora sono stati uccisi 10 civili e centinaia sono le case e luoghi di lavoro che sono stati distrutti e bruciati. I viali e le strade che circondano la città sono occupati da veicoli blindati e carri armati.

Quello che sta succedendo ora a Silvan è già successo nelle settimane e nei mesi scorsi a Cizre, Gever (Yüksekova), Silopi, Diyarbakır, Varto, Şırnak e in tanti altri centri abitati. Quello che sta accadendo è una vera e propria guerra.

Questi attacchi sono la risposta alla volontà del popolo del Kurdistan di autogovernarsi nei propri territori. L’unica colpa del popolo kurdo è la richiesta del diritto ad un vita libera non accettando le politiche di oppressione, negazione, distruzione e assimilazione imposte dallo Stato turco.

Il Kurdistan e tutto il popolo kurdo sono sotto attacco e la popolazione di Silvan sta resistendo per la libertà e per la dignità eroicamente come accaduto durante la resistenza di Kobane.

Facciamo appello a tutto il nostro popolo in ogni parte del mondo a sostenere la resistenza di Silvan e la resistenza dei popoli del Kurdistan.

Facciamo appello all`opinione pubblica internazionale, a tutti coloro che hanno una coscienza democratica e a tutte le forze democratiche a prendere atto della situazione e a sostenere la resistenza del Kurdistan. Invitiamo tutte le organizzazioni e i singoli ovunque nel mondo a protestare in ogni sede contro questi attacchi che sono un crimine contro l’umanità e a chiedere giustizia per il popolo curdo.

Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia – UIKI Onlus