Acabnews Bologna

In presidio davanti alla Prefettura: “Se si può lavorare si può anche manifestare e scioperare!”

Si Cobas protestano contro “grave situazione dei magazzini della logistica” e per “anticipazione della cassa integrazione”. In piazza anche Adl Cobas. Nuovo incontro fra Adl Cobas, Sgb e Si Cobas con assessori regionali su riforma del welfare, ma “nessuna inversione di tendenza”. Sgb su Hub Sda all’interporto: “Obbligo del lavoro festivo in tempi di Covid-19”.

30 Aprile 2020 - 21:22

“Stamattina verso le ore 12 una trentina di compagni e compagne hanno dato vita ad un presidio sotto la Prefettura di Bologna: Si Cobas, Adl Cobas, Crash” è il messaggio diffuso via Facebook da Si Cobas Bologna, che spiega come a dare vita alla manifestazione, tenutasi nonostante le misure di contenimento del contagio, sia stata una “delegazione distanziatasi con mascherine”, che “era presente in piazza con striscione e volantini rappresentando un primo tentativo di rompere i divieti imposti per rivendicare il diritto alla vita, il blocco degli sfratti, lo sciopero degli affitti, un salario garantito e un reddito universale, l’agibilità sindacale”. Per il sindacato di base “se si può lavorare si può anche manifestare e scioperare!”. Per questo -si legge ancora nel post- “nel corso del presidio è stata consegnata alla prefettura una piattaforma, che affronta nel dettaglio queste tematiche. Particolare attenzione è stata data alla grave situazione dei magazzini della logistica, in cui cresce il contagio mettendo a rischio la salute dei lavoratori e della collettività. Centrale inoltre la richiesta di anticipazione della cassa integrazione di fronte alla situazione di precarietà vissuta da migliaia di lavoratori”. Al centro della protesta, come ha spiegato durante la manifestazione un lavoratore di Adl Cobas, anche la condizione di chi “è più vulnerabile nel mondo del lavoro: lavoro in appalto, precario, in nero, in grigio, che già in questi due mesi di lockdown hanno perso qualsiasi possibilità di vedere reddito”. E se in vista della fase 2 annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte riprendono le attività produttive, “come Bonaccini in particolare ha spinto di volere, non possono che riprendere tutte le forme di mobilitazione e di protesta che sono necessarie” ha detto ancora il lavoratore durante presidio.

E proprio oggi si è tenuto un confronto tra Adl Cobas Emilia RomagnaSgb Emilia Romagna, Si Cobas Provinciale Bologna e l’amministrazione regionale “rappresentata dall’Assessore al Lavoro Vincenzo Colla e dalla Vicepresidente con delega al Welfare Elly Schlein, ironicamente convocato con ‘urgenza’ ad oltre un mese dal precedente. Di nuovo, si è trattato di un incontro di semplice ‘aggiornamento sulle iniziative di contrasto a questa crisi sanitaria sociale ed economica’ già decise in altre sedi, senza la volontà di un pieno coinvolgimento nei Tavoli di crisi e dell’attivazione di Tavoli permanenti per alcuni settori sociali e ambiti del mondo del lavoro. Ancora una volta si ignorano le istanze più urgenti di quei settori sociali e ambiti lavorativi tra i più colpiti dall’attuale situazione sanitaria ed economica. La gestione dell’emergenza e soprattutto dell’attuale fase di transizione verso l’uscita dalla fase più acuta dell’epidemia presenta ormai a chi negli anni ha già visto progressivamente negate garanzie di reddito, salute, welfare un prezzo altissimo. In questo senso, l’Emilia-Romagna non fa eccezione. È chiara la scelta di prediligere, grazie al metodo concertativo e compatibile con gli interessi del profitto, la tutela di quei settori dell’economia e del lavoro ….., grande industria e cantieri…. a scapito dei soggetti sociali, del lavoro e del precariato più fragili. Nessuna inversione di tendenza nella gestione della Sanità e del TPL, fondamentali nella fase di riapertura per non ricadere in nuove ondate di contagio; poco o nulla si è fatto per rispondere ai bisogni sociali più impellenti sul terreno del diritto all’abitare e di un sistema di welfare regionale realmente universalistico e inclusivo. La rincorsa alla riapertura, con una situazione epidemiologica ad oggi tutt’altro che risolta, avviene senza reali garanzie per il diritto alla salute pubblica e nei luoghi di lavoro”.

Continua il comunicato congiunto dei tre sindacati di base: “Negli ultimi giorni si sono materializzate tutte le incertezze sul piano della tenuta occupazionale e della continuità di reddito per centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, rimasti senza salario, con ammortizzatori sociali e sostegni al reddito bloccati dalla crisi di liquidità, dalle pastoie della burocrazia previdenziale e dell’assoluta inadeguatezza dei meccanismi di anticipazione bancaria. Davanti a questo devastante scenario economico e sociale, in assenza di una reale volontà di discutere e accogliere le istanze…. crediamo che con la ripartenza ufficiale della gran parte delle attività produttive è necessario che riprendano apertamente e in forma pubblica e organizzata le lotte nei luoghi di lavoro e nelle piazze. Lanciamo dunque un appello a tutte le realtà sindacali e sociali a costruire una prima risposta a questa gestione economica e politica attraverso un’iniziativa di mobilitazione per il prossimo venerdì 8 maggio presso la Regione Emilia-Romagna tenendo conto delle norme di sicurezza anti-contagio. Per rivendicare innanzitutto riforma radicale e strutturale del sistema di welfare e della sanità pubblica; diritto alla salute pubblica e nei luoghi di lavoro; difesa del lavoro precario e in genere, del salario e del reddito per tutti; aumento delle risorse finanziarie attraverso fiscalità fortemente progressiva; riconversione in senso ecologico del modello produttivo e il taglio alle spese militari”.

Intanto, Sgb denuncia come all’hub Sda dell’Interporto sia stato dato un “obbligo del lavoro festivo in tempi di Covid. Mentre gran parte del mondo del lavoro si affaccia alla fase 2, c’è chi la fase 1 non l’ha mai vista. E’ il caso dell’Hub Sda di Bologna Interporto, in cui non solo si è svolta tranquillamente l’attività lavorativa ma è stato necessario il supporto di una ciurma di lavoratori interinali, e di lavoro straordinario infrasettimanale e festivo. Ma il culmine delle pretese padronali è stato toccato ieri quando la cooperativa, Dedalog Soc Coop, ha comunicato ai lavoratori, con una sola giornata d’anticipo e senza il consenso della Rsa, lo spostamento della giornata lavorativa del 30 a domenica 3 maggio o a sabato 2 maggio, a seconda del reparto. Un fatto senza precedenti e ancor più grave in quanto avvenuto in tempi di covid e a palese recupero della giornata festiva dell’1 maggio!!! Sgb non cederà all’arroganza padronale, e si opporrà in tutti i modi affinché lo spostamento unilaterale della giornata di riposo da sempre ricadente di domenica, non diventi la normalità. Pertanto, a maggior ragione, dalla giornata del 4 maggio, in armonia con il piano di mobilitazione regionale del sindacalismo di base, i lavoratori Sgb di Sda Hub Interporto di Bologna, metteranno in atto scioperi non preavvisati nella durata e nella collocazione”.