Attualità

Il primo marzo dei migranti e dei precari

La rete degli Stati generali della precarietà: I problemi dei migranti non sono una questione separata dalla condizione generale, “la precarietà dei migranti è ciò su cui si è fatto leva per precarizzare tutti gli altri”.

29 Febbraio 2012 - 17:35

> Il comunicato

Da decenni Il lavoro migrante é il laboratorio di una precarietà globale. Sulla pelle dei migranti la precarietà diventa condizione generale del lavoro. Il lavoro migrante è stato e continua a essere anche il laboratorio di nuove forme di lotta. I precari e le precarie hanno acquisito forza anche grazie alle lotte dei migranti. Queste lotte, infatti, non hanno parlato solo ai migranti ma hanno gridato a tutti che è possibile uscire dalla clandestinità politica, che è possibile scendere in piazza e rompere il silenzio, che è possibile scioperare andando oltre le categorie sindacali e le forme tradizionali di organizzazione, che é possibile infine opporsi alle divisioni e alle gerarchie che la precarietà impone. Queste lotte ci hanno insegnato che ogni tentativo di considerare i problemi dei migranti come questione separata dalla condizione generale replica il razzismo istituzionale e rende tutti più deboli, perché la precarietà dei migranti è ciò su cui si è fatto leva per precarizzare tutti gli altri.

Il primo marzo 2010 e 2011 i migranti e le migranti hanno dimostrato che lo sciopero contro la Bossi-Fini è una lotta generale, contro lo sfruttamento e la precarietà. Il primo marzo 2012 deve essere un passo importante verso lo sciopero precario. Senza questo passaggio non è possibile pensare forme di conflitto nuove in grado di spezzare la catena precaria che ci lega, migranti e non, mentre ci divide e ci mette in fila. Perché senza la lotta contro il razzismo istituzionale, in tutte le sue forme, non possono esistere nuovi diritti, ma solo nuove gerarchie.

Gli Stati generali della precarietà

saranno in tutte quelle piazze dove donne e uomini, migranti e non, precari e precarie, prenderanno parola per la loro libertà;

saranno con le cosiddette “seconde generazioni”, quelle generazioni che sono invece la prima linea di questa lotta, giovani figli di migranti nati o cresciuti in Italia, che hanno come unico orizzonte di possibilità per il futuro la legge Bossi-Fini e una volta compiuti 18 anni sono costretti a lasciare l’Italia se non trovano un lavoro entro sei mesi;

saranno in piazza per lottare contro chi cerca di legare a doppio filo precarietà e (non) cittadinanza e contro chi parla di cittadinanza pensando solo alle condizioni alle quali concederla e negarla;

saranno in piazza contro la legge Bossi/Fini e per la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro;

saranno in piazza sapendo che la cittadinanza senza condizioni può essere affermata solo lottando contro la precarietà e per il nostro futuro collettivo;

saranno in ogni piazza per la chiusura dei CIE e per la libertà di movimento.

Mentre la crisi colpisce duro, i provvedimenti che investono la vita dei migranti, dalla tassa sui permessi al permesso a punti, dall’accordo di integrazione agli effetti della sanatoria-truffa, ancora irrisolti, attaccano la vita di tutti e producono povertà. Contro le divisioni imposte dalla legge Bossi-Fini, noi migranti e italiani, precari e disoccupati, cospireremo in ogni piazza verso lo sciopero precario!

Stati generali della precarietà

Info:

Il primo marzo quest’anno vedrà iniziative diverse. Oltre a Bologna, dove un’intera giornata di mobilitazione è organizzata da Coordinamento Migranti, Laboratorio OnTheMove, Migranda anche a Brescia ci sarà un’iniziativa organizzata da Presidio sopra e sotto la Gru, mentre a Milano ci sarà il presidio organizzato da Immigrati Autorganizzati alle 17.30 in piazza Duomo. Il 29 febbraio, 1 e 2 marzo a Reggio Emilia ci saranno iniziative organizzate dal Comitato nopacchettosicurezza per il permesso di soggiorno. Napoli organizza un corteo con concentramento alle 9 in piazza Garibaldi. Sul sito del Comitato primo Marzo è possibile trovare una lista più dettagliata di tutte le iniziative .
Anche a Vienna ci saranno iniziative tutta la giornata dalle 10 alle 22. Contro l’obbligo della lingua tedesca come requisito per restare, ci sarà una sorta di sciopero della lingua, Sprachstreik