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Il modello da seguire secondo Salvini? E’ Bologna

Il ministro leghista ammaliato dalle ‘zone rosse’ create con il Daspo urbano. Prorogata l’ordinanza che l’ha istituito in Montagnola e zona universitaria (“Abbiamo blindato”, dice il prefetto Impresa) ma il Comune già pensa ad ampliare il provvedimento. Intanto, mentre si straparla di emergenza sicurezza, i reati continuano a diminuire: -13%.

11 Aprile 2019 - 10:29

Il Comune la voglia di Daspo, misure di polizia e ‘zone rosse’ non si raffredda mai. “Con la Prefettura stiamo valutando, in base al Regolamento di Polizia urbana che stiamo rinnovando, un possibile allargamento dei Daspo urbani ad altre zone della città, oltre a quelle in cui già sono in vigore, ma non c’è ancora nulla di deciso”, ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini. Il tema è emerso ieri in seguito alle notizie provenienti da Firenze e ad un comunicato del ministero dell’Interno: “Partono da Bologna e Firenze le ordinanze anti balordi. La prefettura del capoluogo toscano ha mostrato il cartellino rosso a chi è stato denunciato in città per spaccio, percosse, rissa, lesioni personali, danneggiamento di beni e commercio abusivo su aree pubbliche. Lo ha deciso il prefetto, con una ordinanza ad hoc appena entrata in vigore e che prevede l’allontanamento di questi soggetti da alcune aree della città. La stessa decisione è stata adottata dal prefetto di Bologna”. Ma se per Firenze si tratta di una novità, in realtà non è così per Bologna. In questo caso, le misure sono quelle già in vigore da molti mesi: prima solo in Montagnola, poi anche in zona universitaria. L’ultima ordinanza in questo senso è stata prorogata dalla Prefettura a dicembre, ma non ci sono stati (per ora, viste le parole di Aitini) nuovi atti veri e propri. Il “cartellino rosso” di cui parla il Viminale per Bologna “non è una novità, mentre lo è per altre città che finalmente la adottano. Qui abbiamo già blindato”, ha detto il prefetto Patrizia Impresa. Il risultato è che proprio la Bologna a guida Pd risulta essere il modello da seguire per lo sceriffo Matteo Salvini: “Darò direttive affinchè simili provvedimenti scattino in tutta Italia. Nessuna tolleranza per degrado e illegalità”, ha dichiarato infatti il ministro, con buona pace delle chiacchiere Pd sulla presunta distanza dalle politiche leghiste. Bologna fa da apripista, a Salvini tocca inseguire.

Intanto, Aitini ha riferito che pochi giorni fa “c’è stata una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicata alla zona universitaria, in cui abbiamo chiesto un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine”. Tutto questo mentre, puntualmente, al dibattito ininterrotto sulla sicurezza si accompagna un costante calo dei reati: dall’1 aprile del 2018 all’1 aprile del 2109 sono passati da 35.038 a 30.637, il 13% in meno, secondo i numeri forniti in occasione della festa della Polizia. C’è un aumento (da 66 a 94) delle violenze sessuali, mentre sono in calo quasi tutte le altre tipologie di reati. Ad esempio, i furti sono scesi da 24.249 a 21.012 (-13%) e le rapine in abitazione da 22 a 19 (-14%). Eppure Aitini, originalissimo, ha solo una cosa per la testa: “Mi aspetto che il ministro Salvini mandi più agenti, come ha annunciato”. Il bilancio della Polizia parla anche di 28 avvisi orali emessi, 261 fogli di via obbligatori, 82 Daspo e sei misure di sorveglianza speciale. Nell’ultimo sono stati rilasciati 45.904 permessi di soggiorno, mentre gli stranieri espulsi sono stati 689.