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Ikea, un attivista ai domicilari

La cassazione respinge il ricorso dell’indagato per gli scontri del dicembre 2012 davanti al negozio di Casalecchio. Intanto la Confederazione Cobas e Hobo aderiscono allo sciopero della logistica di domani e al corteo di sabato.

27 Febbraio 2014 - 14:52

La Cassazione ha respinto il ricorso dell’indagato contro la richiesta della procura di Bologna: diventa esecutivo l’arresto domiciliare per uno dei nove indagati per violenza e lesioni a pubblico ufficiale in relazione agli scontri davanti all’Ikea di Casalecchio sul Reno di oltre un anno fa. Inizialmente il gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare, poi accolta dalla sentenza del Tribunale del Riesame contro cui l’indagato aveva avanzato ricorso. Stamattina infine è intervenuta la Digos.

La protesta del 18 dicembre 2012 scaturiva dall’accusa dei dimostranti nei confronti dell’azienda svedese di costringere i lavoratori a condizioni prossime allo schiavismo. Alle porte del negozio si erano ritrovate oltre un centinaio di persone, tra facchini di varie aziende della logistica e attivisti. In seguito al contatto con i Carabineri, schierati davanti all’ingresso, la direzione aveva deciso di chiudere il negozio.

Intanto la Confederazione Cobas di Bologna ha aderito allo sciopero della logistica di domani, che chiede tra le altre cose aumenti salariali uguali, rispetto del contratto nazionale, e “introduzione di garanzie, vincolanti per le committenti, in merito alla conservazione del posto di lavoro e dei livelli salariali maturati, in caso di cambio appalto”. Il sindacato informa anche che “i rappresentanti della Lista cub cobas Comune di Bologna hanno consegnato ai facchini licenziati dalla Granarolo 930 euro in buoni mensa raccolti fra le lavoratrici e lavoratori del Comune di Bologna” e aderisce al corteo dei migranti di sabato.

Aderisce ai due appuntamenti anche Hobo: “Si gioca una battaglia da cui dipende la riorganizzazione del lavoro al settimo anno della crisi. E la nomina di Giuliano Poletti al ministero del lavoro nel governo Renzi lo conferma. Poletti è una vecchia conoscenza. N. 1 di Legacoop, è nella vertenza Granarolo la controparte diretta, quella che nel mese di luglio 2013 si è seduta a un tavolo di trattativa in prefettura, firmando per il reintegro dei lavoratori licenziati per aver scioperato a sostegno dei propri diritti, e che poi ha disatteso gli accordi. Lo stesso Poletti aveva poi, nelle scorse settimane, preso parola contro i lavoratori a sostegno delle aziende”.