Il centro sociale su quanto accaduto al quartiere Santo Stefano in occasione di un’iniziativa di stampo fascista al Baraccano: “Non è stata una carica di alleggerimento”. CampiAperti: “Comune chieda passo indietro a Questura e Viminale”.
“Un’aggressione improvvisa e immotivata contro centinaia di persone”, come dimostrano i referti ospedalieri che “documentano una frattura dell’ulna, con 30 giorni di prognosi, e altre lesioni non da poco”.
Lo denunciano oggi gli attivisti del collettivo Làbas, in conferenza stampa con altre persone presenti ieri come i partecipanti al mercato di CampiAperti e ai rappresentanti del Comitato per la tutela dell’ex caserma Masini, ricostruendo quanto avvenuto nel quartiere Santo Stefano prima e durante la presentazione (“pubblica solo sulla carta”) ieri sera al Baraccano di un fumetto sul militante del Fronte della gioventù Sergio Ramelli, a cui hanno partecipato militanti di Forza nuova e altre sigle di estrema destra. Tutt’altro che “una carica di alleggerimento”, insomma, quanto piuttosto “un tentativo di assalto al cancello” da parte degli agenti, e una “prova di forza della Questura contro un polmone sociale della città”.
Un’aggravante, aggiunge un’esponente del Comitato, è data dal fatto che “un funzionario a cui ho chiesto spiegazioni mi ha detto che, in casi simili, una ‘carica preventiva è normale'”. Secondo CampiAperti, il Comune “deve prendere posizione contro la provocazione della Polizia, e chiedere al ministro dell’Interno Marco Minniti e al questore Ignazio Coccia un passo indietro”. Da ‘Labimbi’ si sottolinea che “la carica è avvenuta mentre alcune mamme uscivano con i bambini”.
Làbas ha confermato poi la partecipazione al presidio della rete ‘Stop cattofascismi’ delle 18,30 in piazza Nettuno.
> L’audio della conferenza stampa:
> La nuova testimonianza di un attivista di Làbas raccolta da Zic: