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Hobo in rettorato: “Aggrediti dalla Digos” [foto]

Mentre il Senato accademico decide sulle alienazioni il collettivo universitario lancia vernice e “recinta” il 33 con transenne e nastri, poi il contatto con gli agenti.

09 Settembre 2014 - 12:16

> Gli scatti del nostro fotoreporter:

http://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157646999242578/

> Il comunicato di Hobo:

L’autunno è già cominciato: fuori baroni e polizia dall’università!

Contestazione Hobo al Senato Accademico - © Michele LapiniQuesta mattina nella seduta straordinaria del senato accademico si discuteva del futuro dell’Università di Bologna: più precisamente, i baroni si sono riuniti per decidere quali stabili del patrimonio pubblico dell’ateneo svendere per finanziare il progetto di speculazione immobiliare Staveco. Per dirla con parole più semplici: i baroni erano chiamati a decidere cosa farne dei nostri soldi e in che modo regalarli ai privati e agli speculatori. Il disegno dell’amministrazione guidata dal pavido Re-ttore Dionigi è chiaro fin dal suo inizio: appoggio alla riforma Gelmini, introduzione del modello Marchionne contro precari e lavoratori, gestione paramafiosa in accordo con i potentati economici e Legacoop (basti pensare ai salari da fame dei lavoratori appaltati a Coopservice). E’ un modello di distruzione dell’università e del sapere, radere al suolo per aprire le porte alla rendita e ai profitti di pochi. Lo sgombero di Hobo, accompagnato dalle ruspe, è una concreta metafora di questo vero e proprio bombardamento dell’università e dell’intelligenza.

Ma se pensavano che bastassero le ruspe per fare piazza pulita dell’intelligenza, per sgomberare il campo da svendere al business e alla speculazione, si sono sbagliati di grosso. Il sapere è vivo e si rivolta. Questa mattina ci siamo trovati in rettorato per dichiarare l’illegittimità politica e sociale del senato accademico a decidere sulle nostre teste e dei nostri soldi, a spianare spazi di aggregazione e socialità, a regalare gli immobili ai privati e imporre la logica dell’università-azienda. A proteggere la riunione della casta baronale c’era, all’interno, un folto cordone di funzionari della Digos particolarmente esagitati e, fuori, tre camionette di celerini e carabinieri pronti a intervenire. Abbiamo recintato gli spazi del rettorato con del nastro di lavori in corso e con delle griglie da cantiere, per indicare che l’università, quella che ogni giorno facciamo vivere, è una zona che stanno cercando di demolire. La Digos ha respinto con calci e spinte gli studenti e le studentesse che rivendicavano, addirittura con badge e numerini alla mano, il diritto a entrare nel loro rettorato. Con determinazione, abbiamo portato avanti la contestazione al senato accademico, riuscendo ad arrivare sotto alle finestre in cui si teneva la seduta, adeguatamente colorate da torce e uova. Non ce l’hanno insegnato i teorici neoliberali che per fare le frittate bisogna rompere le uova?

Dopo circa un’ora e mezza di contestazione, abbiamo composto un corteo per i corridoi del rettorato, violentemente attaccato dai numerosi funzionari della Digos. La provocazione è stata respinta dalla determinazione degli studenti e delle studentesse, che proteggendosi con le griglie hanno allontanato la polizia e hanno concluso il corteo in via Zamboni 36, uno degli spazi della socialità autonoma che difendiamo dai progetti della speculazione.

Di tutto quello che è successo oggi, della polizia all’interno dell’università e degli studenti aggrediti, sono responsabili Dionigi e la sua corrotta amministrazione.
Oggi è stata una tappa importante per iniziare a scaldare l’autunno. Da qui rilanciamo il campeggio di lotta a Filippo re “Stop Bombing University” da domenica 14 a martedì 16 settembre. Il debutto del nuovo anno è stato colorato, la continuazione lo sarà ancora di più…

Hobo – Laboratorio dei saperi comuni