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Giorgio, occupante in via de Maria nel ’45: “Dov’è la Bologna partigiana?“

L’intervento ieri, all’assemblea per il diritto all’abitare che ha lanciato una Notte Rossa per il 10 settembre. In precedenza nuove nascite nel Condominio sociale di Mura di porta Galliera e alle Case Mandela di v.Irnerio.

12 Agosto 2015 - 15:21

Assemblea per il diritto alla casa - © Michele LapiniIeri sera sulle scalinate del Pincio in via Indipendenza si è tenuta la seconda Assemblea Popolare per il diritto all’abitare a Bologna dove si sono susseguiti numerosi interventi di occupanti di case, inquilini resistenti allo sfratto e solidali.

A partire dalle esperienze di lotta interne alle occupazioni abitative si è ribadito pubblicamente la ferma volontà di “non voler tornare indietro!” accettando ipotesi peggiorative rispetto alla qualità della vita e alla dignità riconquistata con la lotta (come quelle paventate dalla stampa locale negli ultimi giorni), e a continuare sulla strada intrapresa fatta di resistenza, costruzione collettiva di  nuovo welfare, solidarietà e mutualismo all’interno delle occupazioni e per il territorio in cui si abita.

Dopo aver vinto la battaglia sul diritto all’acqua si è deciso di continuare con grande forza e determinazione la lotta per l’abolizione completa dell’articolo 5 del Piano Casa a partire dagli aspetti che con maggiore crudeltà e violenza aggrediscono le vite di chi è stato costretto ad occupare per necessità: diritto alla residenza e quindi alla sanità e all’istruzione, all’infanzia felice, alla maternità e al permesso di soggiorno.

Dal Comitato Inquilini Resistenti è emersa la necessità di rilanciare con forza la campagna per una moratoria immediata degli sfratti. Da settembre inizierà una stagione segnata da una cifra impressionante di sfratti in cui sarà necessario resistere ad oltranza per impedire che famiglie vengano sbattute per la strada. Lottare per far sì che le autorità applichino la moratoria è l’obiettivo che l’assemblea si è dato per fare in modo che anche quanti non hanno raggiunto i nostri sportelli di ascolto e autorganizzazione possano evitare l’orrore dell’ufficiale giudiziario e della polizia alla porta di casa.

Altri interventi, pronunciati anche da molti solidali, hanno posto con forza la necessità di organizzare giornate di lotta che facciano emergere il dato non scontato che si è prodotto a Bologna: la nuova povertà, provocata dalla crisi economica e dalle politiche di austerità, continua ad organizzarsi nella nostra città e a voler dare battaglia per far conquistare il primato del reddito contro le politiche della rendita e della speculazione, della precarietà e dell’esclusione sociale. La lotta per il diritto all’abitare si vuole mettere a servizio delle numerose altre istanze di riscatto sociale che vanno dall’alimentazione sana e accessibile al salario, dalla sanità fino al mondo della scuola  per continuare la lotta insieme e a costruire nuovi legami di solidarietà reciproca e forza collettiva.

L’assemblea è stata aperta dal commosso intervento del signor Giorgio che nel 1945 insieme ad altre famiglie di sfollati occupò i palazzi di Via Mario de Maria che fino a pochi giorni prima della caduta del regime di Mussolini era sede e dimora di fascisti ed SS.

Il racconto di dignità, riscatto e libertà delle famiglie di partigiani e sfollati che occupavano i palazzi di via Mario de Maria ci ha dato grande forza e coraggio per continuare una battaglia di giustizia sociale che unisce non solo idealmente la generazione di occupanti bolognesi in lotta contro il fascismo e la povertà provocata dalla guerra, con la generazione degli occupanti e degli inquilini resistenti della Bologna d’oggi (compresi i nuovi occupanti di Via Mario de Maria) in lotta contro gli effetti terribili della crisi economica e provvedimenti infami e fascisti come l’articolo 5 del Piano Casa.

L’assemblea ha deciso che la giornata di lotta e di convergenza delle numerose istanze del movimento per il diritto all’abitare sarà venerdì 10 settembre con una nuova Notte Rossa che attraverserà la città di sera e di notte portando nelle piazze il ritmo gioioso e rabbioso della lotta per la casa.

Diritto all’infanzia felice subito!
Resistiamo insieme a sgomberi e sfratti!
Aboliamo l’articolo 5 del Piano Casa!

Seconda Assemblea Popolare per il Diritto alla Casa a Bologna, 11 agosto 2015

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_DSC6772 copiaCon queste parole il signor Giorgio ha aperto e commosso l’assemblea popolare per il diritto alla casa a Bologna di ieri. I suoi ricordi di bambino sfollato e occupante di Via Mario de Maria 7 nel 1945 ci hanno dato grande forza e coraggio per continuare a lottare. Ecco come Giorgio ha salutato e abbracciato l’assemblea:

Via Mario de Maria 7. E’ piena estate del 2015, un caldo boia e una sottile melanconia avvolta da vampate di ricordi, mi guidano nel ripercorrere le strade che già furono dell’infanzia. Da allora più di mezzo secolo è passato e rimettendo piede alla Bolognina i ricordi riaffiorano e man mano affollano la memoria. Il ponte di Galliera, via Antonio Di Vincenzo, la scuola Federzoni, il cantinone di via Tiarini; è là che nonno Gigi di buona mattina sostava per bersi un grappino. A me spettava un marsalino perché diceva: bevi Giorgio che ti fa bene! Poi via che salendo sul biroccino, trainati da Giorgio, che era anche il nome del cavallo, schioccata la frusta e ci avviavamo, e si andava per macerie a scalcinare mattoni per le future costruzioni.

Erano gli anni del dopo guerra, la ricostruzione offriva questa ed altre opportunità; con la raccolta dei residuati bellici si campava. Di bombe inesplose, nei dintorni della stazione di Bologna, se ne trovavano a mucchi che poi il nonno disinnescava per rivenderne il metallo, fu così che sotterrammo una ruota di treno nei dintorni della “villa” ora parco Angeletti, che era una rovina spettrale con le sue gallerie sotterranee messe a raggio, con le sue grade e i suoi pozzetti profondi; si diceva che fosse stata la sede di un comando delle SS e… luogo di tortura. Brrr!!

Ma il giorno della “ruota” fu felice. In festa grande con vino e piccioncini allo spiedo.

A quel tempo in via Mario de Maria al 7 ci abitavo con la mia composita famiglia in un appartamento del piano rialzato che dava su un cortile che a rivederlo oggi, vuoto e senza vociare di bambini mi dà pena, ma è già tanto che sia ancora lì, c’è l’angolo dove al crepuscolo giocavo al dottore con la mia prima fidanzata. Dalla parte opposta, li’ è il canto dove demmo fuoco a una cassetta di munizioni con disastrose conseguenze pirotecniche.

L’ho già detto era il dopoguerra e in quella casa abitava tanta altra gente, povera gente, brava gente; ex sfollati a cui il ventennio aveva sottratto quasi tutto ma non la gioia di vivere non la speranza di un domani migliore. Strano destino eravamo occupanti abusivi allora come ora, con la differenza che allora c’era la “Liberazione” per cui quella casa, abbandonata dagli ex occupanti forse seguaci del Duce, si riteneva lecito occuparla. Ora no: meglio vuota dicono alcuni. Oggi a distanza di 60 e passa anni apprendo dai giornali che è rioccupata da una nuova categoria di sfollati; altri dialetti ma la stessa ragione :sfuggire dalla guerra dalla morte o dalla fame in cerca di un mondo migliore con meno odio e più amore. Per puro caso fu l’amore e non la fame a spingermi a emigrare, prima in Francia anni 70, poi in Brasile negli anni 90 in questi altri mondi mi sono confrontato con l’essere straniero, ho, soprattutto in Francia, sofferto e conosciuto cos’è essere straniero “Rital” come dispregiativamente chiamano noi italiani. Ho conosciuto cos’è la discriminazione e il male che fa all’anima essere mal visto, disprezzato, vilipeso. All’estero ho condiviso con molti Italiani con cui ho condiviso quanto “amaro sia l’altrui pane”, e ho conosciuto l’insensatezza assoluta del razzismo.

La capacità di adattamento è il risultato della lunga convivenza con varie culture; l’arte del tirar a campà è nel nostro Dna di popolo evolutosi in millenni di connubi fra varie categorie di invasori barbari o civilizzatori che a turno hanno dominato la penisola italica

Una palestra di vita più unica che rara. Ci hanno permesso di districarci fra le pur mille difficoltà e forgiare una cultura che per la sua ricchezza di sfumature è invidia dell’umanità. Il dono del saper convivere pacificamente non poteva che svilupparsi in luoghi come questo crocevia mediterraneo delle principali civiltà: Greco Romana Egizia, Sumerica, Caucasica ecc… e mi ritrovo a Bologna, nella città che impose per legge l’uso dei portici “per offrire asilo a poverelli e viandanti” e che ora chiude le fontanelle. Dove è finita la Bologna Regina Alter Mater del Diritto e delle scienze, la Bologna mazziniana, liberale; delle lotte per l’indipendenza dagli austriaci, dell’insurrezione dell’8 Agosto, dell’eroe dei due Mondi, di Ugo Bassi, di Irma Bandiera e dei fratelli Cervi? La Bologna partigiana medaglia d’oro della resistenza fautrice della liberazione dalla criminalità barbarie nazifascista degli olocausti, della superiorità della razza contrasto alla degenerante categoria di “subumani giudaico-bolscevici”. A questa domanda, domanda retorica, sfogo o grido di denuncia contro l’insensibilità, l’indifferenza fronte alla sofferenza. Sono tornato in Mario de Maria al 7. Un muro sbrecciato, un immobile deteriorato che a prima vista si direbbe abbandonato; quel muro, quella finestra perforata somiglia molto a una delle tante immagini dei conflitti che proliferano in medio oriente o in Libia a Kabul come a Bengasi a Bagdad a Kobane come a Gaza.

Appare da una finestra il volto di una donna seminascosto dal manto, sembra una suora, una immagine della madonna vergine Maria. E’ un attimo poi si ritira, lasciandomi perplesso su quanto sia precario il valore dell’esperienza umana, di quanto prolifica sia l’ignoranza e di come sia facile per le classi dominanti far risorgere gli spettri dell’intolleranza, delle guerre intestine alimentate dal virus dell’egoismo, della paura e del razzismo e di come nessuna esperienza, nessuna conquista sia definitiva e necessiti di essere continuamente rivitalizzata e difesa.

Giorgio

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All’occupazione di Mura di Porta Galliera è nato Abdelrazak!
Per tutti i bimbi e le bimbe delle occupazioni abitative lanciamo la campagna al diritto all’infanzia felice!

Mamma Fatima e papà Nabil annunciano che nel Condominio Sociale Occupato di Via Mura di Porta Galliera è nato (il 10 agosto, ndr) un nuovo occupante. Il piccolo Abdelrazak è nato sotto una bandiera fortunata e speciale, è la bandiera rossa con scritto “Stop sfratti, sgomberi e pignoramenti” che in tutta Italia unisce migliaia e migliaia di persone in una grande e giusta battagli di riscatto e dignità. Fatima e Nabil, entrambi operai, come tanti altri hanno dovuto fronteggiare lo sfratto per morosità incolpevole ritrovandosi poi per strada senza che le istituzioni avessero proposto una soluzione decente al loro problema. Come tanti altri hanno trovato la forza e il coraggio di lottare e da mesi hanno occupato il palazzo di Via Mura di Porta Galliera. Insieme a loro abitano anziani, famiglie di operai, e giovani precari e precarie, tantissimi bambini e persone con gravi problemi di salute, ma che grazie alla solidarietà reciproca hanno trovato la possibilità per riconquistare la dignità che la crisi economica e i tagli al welfare gli aveva strappato via.

Questa nuova nascita ci spinge a lanciare con forza una campagna di lotta e sensibilizzazione per il diritto all’infanzia felice anche a Bologna con l’obiettivo che vengano garantiti diritti e qualità della vita dignitosa a tutti i bambini e le bambine della nostra città. Anche i figli e le figlie degli operai devono avere diritto a crescere sotto un tetto e a non subire il trauma di sfratti e sgomberi!

Torniamo così a puntare il dito contro l’articolo 5 del Piano Casa che priva delle residenze le persone che per necessità hanno dovuto occupare e che per un bambino può voler dire essere tagliato fuori dall’accesso a risorse e diritti inalienabili. Per questo annunciamo che inizieremo a mobilitarci per fare in modo che il mondo della scuola, del welfare e della sanità locale si esprima e prenda posizione chiara rispetto all’articolo fascista e infame dell’ex-ministro di Comunione e Liberazione. Dall’altra parte continueremo a mobilitarci e ad autogestire progetti ludici, sportivi, ricreativi e formativi per i bambini e le bambine che vivono nelle occupazioni e non solo. Infatti grazie alla solidarietà di maestre ed educatori abbiamo già aperto delle piccole ludoteche e il dopo scuola anche per i bambini che vivono nei pressi delle nostre occupazioni.

Invitiamo quanti sono a Bologna a stringersi intorno alle occupazioni abitative per difenderle dagli sgomberi e difendere così il sorriso dei tanti bimbi e bimbe che abitano insieme alle loro famiglie nelle nuove case conquistate con la lotta. Non permetteremo che le lacrime scorrano sulle loro guance a causa di uno sgombero!

Dopo aver lottato tanto i loro genitori hanno conquistato la felicità anche per i loro figli e figlie e non gliela fare strappar via da sequestri preventivi e manganelli!

Diritto all’infanzia felice subito!

Casa, reddito e dignità!

Assemblee Occupanti e Comitato Inquilini resistenti con Social Log

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Benvenuto piccolo Taki Allah!

Gli occupanti di via Irnerio invitano con immenso piacere tutti e tutte ad unirsi ai festeggiamenti e dare il benvenuto al piccolo Taki Allah domenica 9 agosto alle 18,00 presso le  Case Occupate Nelson Mandela. Da qualche settimana è arrivato un piccolo occupante, primo figlio di una coppia che da oltre un anno vive e resiste nell occupazione abitativa di via irnierio insieme a chi a deciso di organizzarsi e lottare per il diritto alla casa in una città in cui l’emergenza abitativa diventa sempre più allarmante.

L’arrivo del piccolo occupante, non può che esser una motivazione in più per continuare a lottare per la conquista di una casa per tutti, soprattutto per chi, senza colpa, ha sofferto maggiormente gli effetti della crisi economica e, costretto ad occupare edifici lasciati criminalmente vuoti, si vede negare dal Piano Casa del Governo Renzi diritti fondamentali come quello di avere una residenza nel posto in cui si vive. Vi aspettiamo quindi domenica 9 agosto  dalle ore 18 a festeggiare con noi.

As.i.a.-U.s.b.