Attualità

Francia / Lione, il corteo NoTav accerchiato e sequestrato dalla polizia

Repressione durissima durante il vertice Monti-Hollande. Manifestanti bloccati in piazza per ore, caricati, rastrellati. Pestaggi anche dentro gli autobus in uscita dalla piazza.

04 Dicembre 2012 - 09:55

Un enorme dispositivo militare, con lo scopo preciso di reprimere con ogni mezzo la manifestazione No Tav, bloccarla sul nascere, e intimorire chiunque volesse parteciparvi. Stato d’eccezione, sospensione del diritto: pur di reprimere ogni dissenso lo stato francese ha dimostrato ieri di esser disposto a portare in città la militarizzazione della valle. Non c’è dubbio, tra i governi francese e italiano “c’è sintonia”, e non è solo una loro frase di circostanza: si vede da quanto si accaniscono con le loro polizie. I manifestanti avevano iniziato a radunarsi in tarda mattinata davanti all’ex stazione di Brotteaux, nel centro di Lione. Un corteo per portare in città l’opposizione alla grande opera, dannosa e inutile. Un migliaio di persone in piazza, con una folta partecipazione dalla Valsusa e da Milano e una buona risposta dalla città francese, mentre a pochi passi i due capi di governo esibivano alla stampa l’ennesimo accordo di massima.

I primi segnali dell’ambiente si sono avuti al controllo di frontiera. Già sabato diversi pullman di Notav diretti a Lione per il forum di movimento sull’Alta velocità erano stati bloccati e controllati, poi scortati indietro fino al territorio italiano. Ieri mattina stessa storia: passeggeri costretti a scendere e controllati, costretti ad aspettare, poi fatti ripartire e bloccati di nuovo alle porte di Lione. Partiti tutti insieme alle 6, i dodici pullmann sono arrivati a Lione a scaglioni dopo le 15. Intanto su Rebellyon.info comparivano le prime notizie di arresti preventivi: circa venti persone sarebbero state fermate prima che potessero raggiungere il concentramento e poi trattenute in commissariato per una “identificazione” .

Sul posto la polizia ha disposto un vero e proprio accerchiamento della piazza, con centinaia di poliziotti e gardes mobiles, i blindati con gli idranti, la presenza dei corpi d’élite Raid e Gipn, e due elicotteri a sorvolare la zona. Poco distante la zona rossa protetta da camionette e reti mobili, mentre in piazza i passanti venivano fatti filtrare uno a uno previo controllo. Una volta entrati i pullmann è stato chiaro che il corteo non poteva muoversi: una sorta di riedizione della prigione a cielo aperto di place Bellecour del 21 ottobre 2010. Sono seguite ore di stallo e tensione, e qualche tiro di lacrimogeno. Dopo un’assemblea i No Tav hanno deciso di ripartire, ma in quel momento la polizia ha fatto capire di voler impedire ai manifestanti anche di andarsene. Ai tentativi della piazza di uscire tutti insieme e senza lasciare nessuno indietro le guardie hanno infatti opposto il rifiuto di lasciar uscire i No Tav locali, volendo lasciar passare solo i bus. Il confronto è durato diverse ore, con cariche e spintoni, e anche l’utilizzo di spray urticante sui manifestanti. Gli agenti sono saliti anche sui bus, hanno sparato gas all’interno, fatto scendere e poi manganellato i No Tav in partenza. In piazza intanto l’accerchiamento si stringeva e alcuni manifestanti sarebbero stati fermati; a fine serata erano una cinquantina nel complesso le persone portate in commisariato e poi rilasciate. Solo verso le 20, dopo ore di inutile attesa i bus sono tutti partiti e il resto della piazza fatta defluire. Per i valligiani è rimasta da subire ancora l’indesiderata scorta poliziesca fino a fuori città, con il traffico bloccato e i poliziotti a presidiare i mezzi anche dall’interno.

 

Gli audio della giornata su Radio Blackout

La cronaca su Infoaut

 

> Il comunicato del movimento No Tav:

Lyon: sospesi i diritti umani. Cariche, lacrimogeni, bus sequestrati e pestaggi anche sugli autobus

Cosa è successo oggi a Lyon? Ve lo raccontiamo noi.

Da un lato c’erano i governi delle crisi economiche dall’altro lato l’europa dei popoli, dei cittadini e delle lotte. I primi hanno firmato l’ennesimo protocollo privo di contenuti e inutile che non smuove un euro verso alcuna opera. I secondi hanno provato a manifestare il loro pensiero, la loro contrarietà verso queste scelte.

I primi, Monti e Hollande usando tutta la loro gradevole gentilezza hanno convinto i giornali e le tv che loro stessi governano che tutto sarebbe filato liscio d’ora in avanti, sul tav, sulle risposte da dare alla crisi economica e su molto altro ancora. Protetti da migliaia di poliziotti hanno firmato, parlato, fotografato, mangiato sulle spalle dei cittadini che tanto erano lontani chilometri. I no tav, i cittadini veri, quelli che le scelte dei governi le pagano sulla loro pelle sono stati scortati, e bloccati per almeno 4 ore al confine, poi ancora bloccati alle porte di Lyon e solo grazie alla loro caparbietà hanno raggiunto la piazza a loro concessa per manifestare.

Partiti alle 6 del mattino giunti a Lyon alle 3 del pomeriggio. Poi la sorpresa, in piazza le libertà finiscono sulla scaletta del pulman. Qui, a Lyon comanda la polizia del governo Hollande ed ogni tipo di corteo è vietato come lo è allontanarsi dalla piazza anche solo per andare ai servizi. Vietato abbandonare la piazza! Questo l’ordine perentorio, poi però alle 18 si fa buio e per la Police è ora di far rientrare i no tav a casa e così uomini donne anziani e bambini vengono caricati a freddo con manganelli, spray urticanti e lacrimogeni verso i pulman. Quindi i pulman vengono poi sequestrati dagli agenti che salgono e menano chiunque si alzi dal seggiolino. In un caso l’autista viene anche brutalmente sostituito da un agente di polizia che guida lui il pulman verso il confine. In un altro caso gli agenti saliti sul pulman spruzzano lo spray al peperoncino provocando il malore della quasi la totalità dei passeggeri. Ogni pulman viene quindi scortato sotto minaccia sull’autostrada e dopo il casello vengono ancora bloccati (alle 20:30 sono ancora lì). Queste le notizie che ci giungono da oltre confine. Due facce dello stesso problema? No assolutamente no. Da un lato, dentro i palazzi carnefici burocrati che in nome delle banche e della crisi sono disposti a passare sui corpi delle persone anche a costo di vedere scorrere del sangue. Dall’altro l’Europa dei popoli, della gente semplice, dei cittadini che nonostante le violenze, i soprusi e in questo caso anche i furti che da anni subisce, continua e continuerà a lottare. Non è un problema che presuppone una mediazione è semplicemente una parte quella sana che deve vincere sull’altra, quella malata.

Movimento No tav