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Flash mob per un sistema sanitario “pubblico, universalistico ed equo”

Manifestanti si disfano simbolicamente dei camici. Intanto, dopo il presidio di stamattina in Regione, una delegazione è stata ricevuta dall’assessore alla Sanità. Focolaio di Covid-19 in una comunità di senza dimora in zona Lazzaretto.

29 Maggio 2020 - 16:48

Anche a Bologna, come in molte altre città, la manifestazione “Uniti per il servizio sanitario nazionale” lanciata a livello nazionale da diverse rappresentanze di medici, specializzandi e studenti. Contestato soprattutto l'”imbuto formativo”, ossia il sistema di selezione che esclude circa un medico su due dal proseguimento del proprio percorso formativo, generando di fatto i cosiddetti “camici
grigi: medici neolaureati che sono rimasti esclusi dalle scuole di specializzazione e dal corso di medicina generale per carenza di posti.

Sotto le Due torri l’appuntamento è stato condiviso e rilanciato, tra gli altri dal Laboratorio Salute Popolare: “Un sistema sanitario pubblico, universalistico ed equo, con cure specialistiche e territoriali coordinate tra loro in un’ottica di vera integrazione socio-sanitaria, è l’unico sistema capace di garantire la presa in carico dei pazienti più vulnerabili. Ed è con questo obiettivo che il nostro SSN pubblico ha bisogno di nuov* professionist* sanitar* format* e specializzat*, di nuovi e più massicci finanziamenti e di una fase di riforme!”. L’appello diffuso in vista della mobilitazione invitava medici e studenti di medicina a presentarsi in piazza Maggiore indossando il camice e la mascherina con il simbolo X29 disegnato in rosso. I manifestanti si sono poi disfatti simbolicamente dei camici, poggiandoli temporaneamente a terra e trasformando la piazza in un grande lenzuolo bianco. L’organizzazione della giornata prevedeva di poter partecipare alla mobilitazione anche durante il lavoro, indossando la mascherina con il simbolo X29. C’erano anche gli studenti di Link: “Siamo fianco a fianco dei nostri colleghi non solo nelle città, ma anche negli ospedali e sulle piattaforme della didattica online. Quattromiladuecento borse di specializzazione non bastano: l’imbuto formativo fa male alla salute, la mobilitazione permanente per il Servizio Sanitario Nazionale è una lotta per tutte e tutti!”.

Rispetto invece alla mobilitazione di stamane sotto la Regione, Usb segnala che  “l’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, ha incontrato una delegazione: durante l’incontro sono stati rappresentati le motivazioni della protesta ed è stato richiesto l’apertura di un confronto politico. L’Assessore si è reso disponibile a proseguire il confronto. Gli interventi dei lavoratori hanno evidenziato la necessità di un cambio di rotta rispetto alle passate politiche di tagli e hanno denunciato come nel decreto Rilancio non siano previste risorse adeguate. Erano presenti anche i lavoratori del Terzo Settore che impiegati negli stessi servizi sanitari rivendicano stessi diritti e l’avvio di un processo di internalizzazione”.

Ieri, intanto, si è avuta notizia della scoperta di un focolaio di coronavirus all’interno di una comunità di persone senza fissa dimora in zona Lazzaretto: sono stati trovati e isolati 22 positivi a Covid-19 (tra i 29 totali registrati ieri in provincia di Bologna), che sono stati trasferiti e isolati in altre due strutture individuate da Comune e Ausl perchè, ha spiegato la Regione, non necessitavano di cure ospedaliere.