Difesa-choc: “Gli agenti hanno immobilizzato Federico con modalità più lievi di quelle consigliate dai manuali di polizia”. Forse già venerdì la sentenza.
Dopo la dura requisitoria della scorsa udienza, stamattina il procuratore generale ha avanzato la richiesta di confermare, senza neanche riconoscere le attenuanti generiche, la condanna in primo grado a tre anni e mezzo per eccesso colposo in omicidio colposo ai quattro poliziotti imputati per la morte del diciottenne ferrarese, fermato dalla loro volante all’alba del 25 settembre 2005, in via dell’Ippodromo, a Ferrara. La pg ha inoltre stigmatizzato il comportamento degli imputati durante il processo e i tentativi di depistare le indagini e attenuare le proprie responsabilità.
Nel pomeriggio sono iniziate le arringhe della difesa: gli avvocati dei poliziotti sostengono che la fotografia del cuore di Federico, dal quale sono state dedotte le cause mediche del decesso, non può essere sufficiente come prova e che, pur ammettendo tale tasi, formulata dall’ex consulente di prte civile professor Thiene, non sarebbe possibile stabilire quale dei quattro agenti sia l’autore del colpo mortale. I legali hanno inoltre rilevato contraddizioni nelle versioni dei testimoni e fatto notare che i poliziotti avrebbero usato, per immobilizzare Aldrovandi, modalità più lievi rispetto a quelle consigliate dai manuali di polizia.
Venerdì prossimo si concluderanno le arringhe e potrebbe essere già pronunciata la sentenza.
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