Acabnews Bologna

Esclusivo: ecco gli articoli del R.I.P.

Tutte le nuove norme del Comune in campo acustico: vietate le suonerie dei cellulari, le messe cantate e le musichette negli ascensori. Merola commosso: “Finalmente Bologna è morta”. I residenti: “Non basta”.

01 Aprile 2013 - 12:41

A quanto pare, le novità annunciate nei giorni scorsi dal Comune in materia di normativa acustica sono solo un assaggio del nuovo corso varato a Palazzo D’Accursio. La redazione di Zic, infatti, è riuscita a mettere le mani sul documento completo: il R.I.P., ovvero Regolamento per l’Insonorizzazione Paramilitare (sì ricorda Requiescat In Pace, ma dal Comune assicurano che non c’era copy right).

In base all’articolo 7 del R.I.P., leggiamo dalle carte in nostro possesso, è vietato l’uso delle suonerie dei cellulari. Consentita la vibrazione, ma in questo caso il telefonino va avvolto nell’ovatta. L’articolo 12 comma 3, invece, disciplina l’uso di lettori mp3 e simili: oltre agli auricolari, è obbligatorio indossare un casco da palombaro (omologato Cee) per evitare pericolose diffusioni extra-personali. Cattive notizie anche per i tifosi del Bologna. L’articolo 14, infatti, interviene sulla zona stadio e fa divieto categorico di esultare in caso di goal: si potrà manifestare la propria soddisfazione alzando il pollice all’insù, formando con le dita la “V” di vittoria oppure il simbolo “Ok”. Dal R.I.P. non si salva proprio nessuno, neanche la potente Curia bolognese. Non ci sono Patti lateranensi che tengano: proibite le messe cantate e pure i rintocchi delle campane. In questo caso, però, il parrocco trasgressore avrà la possibilità di convertire la prevista sanzione in un numero variabile di Pater noster (da recitare, ovviamente, sottovoce). Vietato, in base al comma 4 dell’articolo 16, l’uso del clacson: se un incauto pedone ti taglia improvvisamente la strada, dovrai attirare la sua attenzione attivando i tergicristalli. Vita dura anche nei cantieri. Non solo per gli operai, che ovviamente dovranno utilizzare esclusivamente attrezzi in plastica, ma anche e soprattutto per gli umarells che per dovere istituzionale supervisionano ai lavori: ammesse le discussioni su come va ricoperta la buca o riparato il marciapiede, ma se diventano troppo concitate si rischia l’internamento in casa di riposo gestito da apposita coop sociale.

In via D’Azeglio, stop agli altoparlanti che diffondono le canzoni di Lucio Dalla: saranno sostituite dalla voce del sindaco Merola, che declamerà con grazia il programma di mandato. Idem negli ascensori: niente musichette, lungo i piani vi accompagneranno reading poetici affidati al timbro pacato dell’assessore Ronchi. Nei cinema, in base all’articolo 19 comma 2-ter, solo film muti con sottotitoli (preferibilmente in inglese, così l’assessore Lepore potrà dire che Bologna è molto, molto europea). Il territorio bolognese, ovviamente, diventa off-limits per gli artisti di strada: potevano salvarsi solo i mimi ma, in conseguenza di un emendamento presentato dalla Lega nord e prontamente accolto, l’amministrazione ha optato per la soluzione integrale del problema.

Su una determinata serie di fonti di rumore, invece, le maglie del R.I.P. si fanno improvvisamente meno strette. Dal traffico delle auto sui viali a quello dei veivoli che vanno e vengono dall’aeroporto, passando per la ferrovia, il Motorshow e i lavori della Tav in zona Carracci, il Comune ha preferito non prendersi responsabilità: verrà nominato un comitato ristretto di saggi, con la benedizione del presidente Napolitano.

Per vigilare sul rispetto del R.I.P., l’amministrazione ha deciso di creare squadra miste di Vigili urbani e assistenti civici: i famigerati Pattuglianti cittadini diventeranno Ascoltanti cittadini e, armati di fonometri di ultima generazione, perlustreranno palmo a palmo la città alla ricerca di insidiosi sforamenti. Le squadre saranno dotate di manganello e/o spray al peperoncino: per par condicio legalitaria, in questo caso l’emendamento accolto è del Pdl.Come tutti i regolamenti, però, anche il R.I.P. ha le sue deroghe. L’amministrazione, infatti, ha pensato di escludere dalla normativa alcune attività di vitale importanza per la vita cittadina: l’uso delle sirene da parte dei mezzi di soccorso e la “filuzzi” alle feste dell’Unità.

Raggiante il commento del sindaco, che leggendo la bozza del R.I.P. si è perfino commosso: “Finalmente Bologna è morta. Ce l’abbiamo fatta, non è stato semplice ma grazie ad un meticoloso lavoro di squadra abbiamo centrato l’obiettivo”. Il commento dei comitati dei residenti ricalca le reazioni seguite ad ogni nuovo giro di vite varato dalla Giunta: “Banda di cialtroni! Non capiscono nulla! Si poteva e si deve fare molto di più! Chi ci tutelerà, ad esempio, dai delinquenti che in piazza Verdi mangiano rumorosamente le patatine? Avete provato, voi, a dormire con quel frastuono nelle orecchie? Il regolamento, come-tutte-ma-proprio-tutte le altre volte è insufficiente. Contro il R.I.P. ci rivolgeremo al T.A.R., il Tribunale degli Abitanti Reazionari, così saranno i giudici ad accertare se a Bologna ci sono ancora tracce di vita oppure no”.