Acabnews Bologna

Elementari, “molti bambini resteranno senza scuola”

Usb: “La scuola pubblica bolognese è svalutata, privata di forze e risorse anche dalle amministrazioni regionali e comunali che finanziano invece le private”.

24 Gennaio 2014 - 14:10

Al via gli open day negli istituti bolognesi,
ma molti bambini resteranno senza scuola

In questi giorni le scuole bolognesi aprono le porte a genitori e bambini per mostrare spazi, attività di progetti ed efficienza, al pari di fabbriche di giocattoli o cioccolata. I visitatori però sono forse ignari del fatto che il prossimo anno nelle scuole primarie bolognesi non ci sarà posto per tutti e che potranno sentirsi rispondere di rivolgersi a scuole al di fuori del proprio quartiere. Infatti, al pari di quanto avviene per le scuole materne, il numero dei posti disponibili nelle scuole dei vari quartieri non riesce a soddisfare neppure il numero dei bambini residenti.

Ciò era più che prevedibile e l’ USB aveva denunciato come, a fronte dell’aumento demografico, la risposta dei governanti, della regione Emilia Romagna e del Comune fosse quella di un appesantimento dei tagli, avviati almeno 13 anni fa, a cui è conseguito l’aumento di studenti per classe e dei carichi di lavoro per gli insegnanti, ma soprattutto per il personale ATA. Dal 2000-2001 al 2012-2013 l’aumento degli alunni è stato poco meno del 30%, per i prossimi 10 anni si prevede la prosecuzione dei trend di crescita della popolazione. Come pensano di affrontare questa emergenza i dirigenti scolastici, la regione Emilia Romagna, il Comune di Bologna?

– Il Miur vieta l’istituzione di nuove sezioni a tempo pieno e dà con il contagocce anche quelle a tempo normale.

– Anche se venissero date nuove sezioni, il Comune non intende approntare gli spazi necessari.

Il governo ha altre “priorità”: sottoporre gli studenti ai quiz (Invalsi), introdurre il registro elettronico e le iscrizioni on line, togliendo tempo e risorse alla didattica e disumanizzando i rapporti scuola-famiglia.

Cosa succederà quando agli attuali bambini residenti si aggiungeranno i bambini che arriveranno per i ricongiungimenti familiari? Verranno create classi apposite in cui emarginarli e allontanarli dai loro compagni come già è successo in una scuola bolognese quest’anno?

Il modello d’istruzione pubblica emiliano-romagnolo, in passato riferimento nazionale e internazionale, non esiste più da tempo. La scuola pubblica bolognese è svalutata, privata di forze e risorse anche dalle amministrazioni regionali e comunali che finanziano invece le private. E’ il nuovo modello emiliano-romagnolo, vigente ormai da anni, fatto di tagli a fondi e servizi e di esternalizzazione di interi settori. La prepotenza con la quale il comune ha ignorato l’esito referendario del 26 maggio 2013 in cui i bolognesi hanno votato di dare i soldi pubblici alla scuola pubblica, ci fa prevedere che la risposta all’emergenza delle famiglie di iscrivere i loro figli alla scuola dell’obbligo verrà anche questa volta ignorata.

Il messaggio lanciato dal potere è chiaro: la scuola non è più un diritto di tutti i bambini.

Una prima risposta dell’USB alle politiche regionali è prevista per il 24 gennaio, in occasione dello sciopero dei trasporti, con la manifestazione indetta da Usbcontro le politiche di privatizzazione, per la reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori già affidati ai privati, per una buona occupazione e un reddito minimo garantito, per il diritto all’abitare.

Usb