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Editoriale / Trova le differenze

Il sindaco Merola sfida norme e ministero dell’Interno sulle nozze contratte all’estero. Sul distacco delle utenze, le occupazioni e Forza Nuova, invece, il ritornello è sempre quello: “È la legge”.

14 Ottobre 2014 - 11:22

mero4“Dura lex, sed lex”. La legge è dura, ma è comunque legge. Una massima latina a cui chi ha la responsabilità di amministrare si appoggia, spesso e volentieri, per giustificare anche le peggiori nefandezze. “È la legge”, dicono. Negli ultimi tempi il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha cominciato a muoversi con inedita disinvoltura lungo il confine tracciato da questo perentorio concetto. Ci riferiamo, ovviamente, alla decisione di istituire un albo comunale per la registrazione dei matrimoni contratti all’estero come gesto di apertura verso i diritti delle coppie formate da persone dello stesso sesso. Per ammissione della stessa amministrazione, si tratta di un’iniziativa sostanzialmente simbolica e – per altro – ci sarebbe più di un dubbio da sollevare sul fatto che  un passo in avanti sul terreno dei diritti civili possa e debba compiersi attraverso un istituto come quello del matrimonio. Ma, detto questo, Merola si guadagna una posizione più avanzata rispetto al suo stesso schieramento di appartenenza. Nel merito, ma anche e soprattutto nel metodo: per portare avanti la propria decisione, infatti, il sindaco ha deciso di ignorare e di opporre un’esplicita resistenza alle disposizioni del prefetto e del ministero dell’Interno. “Io disobbedisco”, ha detto chiaro e tondo. E il Pd lo sostiene perché attraverso una “forzatura” del quadro normativo esistente, hanno spiegato i vertici locali del partito, la politica conferma di dover essere “un passo avanti” rispetto a quello stesso quadro normativo così da “stimolarne” l’evoluzione.

Interessante. Il confine è superabile, dunque, assumendosi le relative responsabilità. Ma, allora, perché quel monolitico “è la legge” conserva tutto il suo inscalfibile vigore quando si parla di temi che di simbolico hanno poco o nulla, perché incarnati nella drammatica materialità della vita quotidiana di un numero sempre crescente di persone? Il famigerato articolo 5 del Piano casa di Renzi e Lupi, come su queste pagine abbiamo più volte raccontato, impedisce a chi occupa una casa di prendere la residenza e di poter usufruire dell’allaccio all’acqua e alla corrente elettrica. Si lasciano al buio e a secco intere famiglie, bambini compresi, “colpevoli” di aver ridato vita a edifici abbandonati per non essere costretti a dormire per strada. Una barbarie. Una barbarie rispetto alla quale il Comune, in estrema sintesi, tenta di cavarsela con la più ovvia delle argomentazioni: “E’ la legge”. Stessa formula magica tirata fuori per giustificare la linea dura-anzi-durissima sulle occupazioni. Valga il commento pescato dal profilo Facebook di un lettore, che riprende le parole usate dal sindaco per ribadire l’intenzione di andare avanti con la registrazione delle nozze celebrate all’estero: “Merola non sfratta i sentimenti. Solo le persone”.

E ancora. Tra pochi giorni la città dovrà fare i conti con l’ennesima calata dei neofascisti di Forza Nuova. Le idee propagandate da questa formazione “non hanno cittadinanza a Bologna”, dice Merola, ripetendo una cantilena già sentita. Però, aggiunge il sindaco, “ognuno ha diritto di esprimere le proprie opinioni”. Del resto, “è la legge”, è l’implicita motivazione. Ci sarebbe da fare qualche riflessione sull’apologia di fascismo, ma non ci sembra utile dilungarci sul tema in questa sede. Fatto sta, comunque, che ad oggi non risultano iniziative adottate dall’amministrazione per contrastare la presenza di Forza Nuova. Neanche nei termini, più banali, di una netta presa di posizione che magari eviti la melmosa equiparazione tra “estremisti” fascisti e antifascisti. Poco male, sono di tutt’altro genere le mobilitazioni a cui siamo abituati ad affidarci in questi casi. Anche illegali, sì, come può esserlo una manifestazione non autorizzata o l’occupazione di un alloggio inutilizzato. Del resto, per fortuna c’è chi di fronte certe leggi è disposto a fare “forzature” anche se in palio non c’è una fotografia sui quotidiani nazionali.