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Editoriale / Primo maggio: chi rema, chi prende il sole

“Oggi potrebbe svegliarsi un po’ più tardi. Ma è già in piedi. Sarà l’abitudine. Sarà l’emozione. Oggi è il Primo maggio e deve andare in piazza, con il sindacato…”.

01 Maggio 2013 - 08:07
(George Grosz)

Oggi potrebbe svegliarsi un po’ più tardi. Oggi è mercoledì, ma non deve lavorare. Oggi potrebbe svegliarsi con tutta calma. Bere il caffè. Leggere il giornale. Portare fuori il cane, ma senza tirarlo dal collare affinchè capisca che se deve pisciare ha cinque minuti, non di più. Oggi potrebbe andare ai giardini e riscaldarsi al sole. Oggi è il Primo maggio. Non si lavora. Niente corsa nel traffico, niente solito trantran, niente pranzo veloce, niente solito trantran, niente corsa nel traffico per tornare a casa. Oggi è il Primo maggio, non si lavora.

Oggi potrebbe svegliarsi un po’ più tardi. Ma è già in piedi. Sarà l’abitudine. Sarà l’emozione. Oggi è il Primo maggio e deve andare in piazza. Non è un giorno come gli altri. Oggi si va in piazza con il sindacato. Oggi ci si veste bene, mentre si butta un pensiero a quelli che, anche se è il Primo maggio, devono lavorare lo stesso. Oggi ci sa fa la barba con più cura, mentre si butta un altro pensiero a quelli che un lavoro neanche ce l’hanno. “E’ vero- pensa- ma, in fondo, io che colpa ne ho? Inutile farli, certi pensieri. Inutile rovinarsi la giornata. Oggi, in fondo, è il Primo maggio. Oggi non si lavora. Oggi si va in piazza, oggi si sta con il sindacato”.

Il sindacato. Meno male che c’è, il sindacato. “Se non fosse per il sindacato, chissà come me la passerei. La vita- pensa, mentre arriva in piazza- è già dura così, per quelli come noi. Pensa se non ci fosse il sindacato, a difendere i nostri diritti. Quegli altri, senza il sindacato, avrebbero le praterie davanti. Meno male che c’è, il sindacato”.

Ed eccoli, in piazza. I lavoratori. Oggi festeggiano, perchè non si lavora. Oggi, è il Primo maggio. Lui passa loro accanto, ma si sente un po’ diverso. Oggi gli è riservato un onore speciale. Oggi, proprio il Primo maggio, potrà addirittura parlare dal palco. Glie lo ha
chiesto il sindacato. Il momento si avvicina. L’emozione cresce. Parlare così, davanti a tutti quei lavoratori. Sarà in grado? “Resta calmo, respira- sospira a se stesso- che vuoi che sia? L’intervento l’ho preparato bene, cosa devo dire lo so bene”.  Una voce al microfono fa da segnale: tocca a lui. Il segretario del sindacato lo annuncia: “E ora, ho l’onore di presentarvi una persona speciale. Una persona a cui abbiamo chiesto di parlare in questa piazza, oggi che è il Primo maggio, perchè lui sì che sa bene cosa vuol dire convivere con la crisi e con i sacrifici. Passo infatti la parola ad Alberto Vacchi, presidente di Unindustria…”.

Meno male che c’è, il sindacato.

P.s. Oggi, mentre sindacati di base e collettivi manifesteranno contro crisi ed austerità, per la prima volta Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di invitare in piazza Maggiore, per il Primo maggio, i vertici di Unindustria e Legacoop. Non ci sarà la Fiom, che ha scelto di andare in provincia di Ferrara per manifestare contro i licenziamenti alla Berco (gruppo ThyssenKrupp). “Siamo tutti sulla stessa barca”, hanno spiegato i sindacati. Alberto Vacchi, oltre che leader di Unindustria, è presidente ed amministratore delegato del gruppo Ima: 734,3 milioni di euro di ricavi nel 2012. Gianpiero Calzolari, oltre che essere il presidente di Legacoop, guida il cda di Granarolo: 922,6 milioni di euro di ricavi nel 2012. “Tutti sulla stessa barca”, dicono Cgil, Cisl e Uil. Vero: quelli sotto a remare, quelli sul ponte a godersi il sole.

P.p.s. Il Pd e il Pdl hanno prontamente benedetto l’iniziativa dei sindacati. Con le larghissime intese, del resto, hanno una certa dimestichezza.