Editoriale

Editoriale / Lo scatto d’orgoglio

Il coraggio di Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi: un bell’esempio contro il marciume che ci circonda.

31 Marzo 2013 - 12:43

Le 4.ooo persone, che venerdì pomeriggio erano a Ferrara, in Piazza Savonarola, a difendere la memoria di Federico Aldrovandi e a stringere collettivamente, con affetto e solidarietà, sua mamma Patrizia, hanno dato vita a un’azione molto più forte e vigorosa dei quattro cazzotti che si sarebbe meritato il fanfarone che il 27 marzo aveva accompagnato una ventina di fascio/poliziotti del Coisp nella squallida gazzarra a sostegno di chi, con la divisa addosso, aveva ucciso il 25 settembre 2005 Federico.

L’arroganza di quel corpulento smargiassone, che urlava ai quattro venti di rappresentare l’Europa, è stata inabissata dalle migliaia di uomini e donne che si sono riprese la piazza, per stare vicino a Patrizia Moretti. E lei così li ha ringraziati: «Sono meravigliata e allibita, è molto bello… Questa solidarietà è grandiosa, è enorme, ma non è per me… è per Federico e per chi gli vuole bene, per questa città».

Erano in tanti cittadini di Ferrara al sit-in chiamato dall’Associazione “Federico Aldrovandi”, uomini e donne di tutte le età. Poi non mancavano i ragazzi dei centri sociali dell’Emilia-Romagna, luoghi in cui, in questi anni, tanto si è parlato della vicenda di Federico. Molti dei presenti erano commossi, stavano in silenzio, ma non erano certo infastiditi, anzi, dai cori che salivano dal lato della piazza dove si erano messi i gruppi ultras della Spal, del Bologna e di altre squadre di calcio. E, insieme agli slogan, si alzavano i fumi colorati dei fumogeni e una banda di ottoni suonava una versione “balcanica” di Bella ciao.
Si stava bene in piazza Savonarola, forse perché non si vedevano i “Savonarola della politica” che oggi sbraitano tanto a vuoto, ma tante persone semplici che sentivano il bisogno di uno “scatto d’orgoglio”. Gente stimolata da una donna che non si rassegna, che non si lascia intimorire, che ci ha insegnato come si mandano giù le lacrime e si reagisce alla ingiustizia. Una mamma orgogliosa di suo figlio che, col suo coraggio,  ha sfidato quei venti infami dalle bandiere verdi e li ha costretti ad abbassare lo sguardo e a voltare le spalle.
Dovremmo averlo tutti l’orgoglio di Patrizia, è una bella speranza per tirarci fuori dal marciume che ci circonda.

Così come sono belle le parole scritte in quel di Ferrara da Mauro Presini, poco dopo la manifestazione, alla notizia della morte di Enzo Jannacci:

“Quelli che… ieri erano in piazza a Ferrara.
Quelli che… ieri non potevano esserci ma era come se ci fossero.
Quelli che… ieri hanno spento i fasci di buio dalla piazza per accendere le luci colorate della solidarietà.
Quelli che… ieri portavano i scarp del tennis.
Quelli che… Stop The Coisp.
Quelli che…
Quelli che… il mondo è cambiato, ma il tempo delle rivolte non è sopito: rinasce ogni giorno sotto nuove forme. Decidi tu quanto lasciarti interrogare dalle rivolte e dalle passioni, quanto vorrai accantonare, quanto portare con te nel futuro…”

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