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Ecco il divieto sui gadget fascisti, ma…

Prescrizione comunale sulla vendita nei mercati di oggetti con riferimenti al Partito fascista, ma non al nazismo e senza sanzioni. Vincoli anche per la concessione di spazi pubblici. Emilia Antifascista segnala un nuovo monitoraggio sull’estrema destra.

16 Marzo 2018 - 12:06

Vietati i gadget fascisti, ma non quelli nazisti, e senza sanzioni per chi sgarra. Ecco finalmente l’annunciato giro di vite di cui in Comune si è cominciato a parlare dopo la denuncia di Zic.it sulla paccottiglia fascista in vendita sui banchi di diversi mercati cittadini. La delibera della Giunta, presentata ieri in commissione dall’assessore Alberto Aitini, punta a modificare il regolamento dei mercati e delle fiere specificando che sarà “vietata la vendita di riproduzioni di beni raffiguranti persone, immagini o simboli riferiti al Partito fascista, fabbricati in epoche storiche successive al ventennio fascista”. Salvi, in pratica, gli oggetti d’antiquariato. E si fa riferimento al Partito fascista, ma non al nazismo. Cioè: sarà vietata la vendita di un accendino con l’effige di Mussolini, ma non quella di un portachiavi con il volto di Hitler o con il simbolo delle SS. Perchè? Mistero. Inoltre, non si prevedono sanzioni a carico di chi dovesse non rispettare la prescrizione: i vigili, nell’eventualità, si limiteranno a sequestrare gli oggetti fuori regolamento.

La stessa delibera contiene anche le novità, anche queste in ballo da qualche tempo, sulla concessione degli spazi pubblici. Si vanno a integrare quattro regolamenti. In quelllo per l’occupazione del suolo pubblico, ad esempio, viene inserito un passaggio il cui obiettivo sarebbe “evitare attività che si richiamano direttamente all’ideologia fascista, ai suoi linguaggi, rituali e alla sua ideologia o in cui si esibiscano e pratichino forme di discriminazione”. Il mezzo? Una dichiarazione da far firmare al richiedente, in cui lo stesso “si impegna sotto la propria responsabilità al rispetto della dodicesima Disposizione transitoria e finale della Costituzione”, che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista; un riferimento simile sarà inserito anche in merito alle leggi Scelba e Mancino. Simili le integrazioni agli altri regolamenti. Nel caso di quello che regola i rapporti con le Lfa e l’assegnazione di immobili comunali, si specifica che l’inosservanza della norma “costituisce causa di decadenza dell’assegnazione”. Per quanto riguarda la concessione di sale e del patrocinio del Comune, potrà’ scattare anche una sanzione già in vigore in caso di mancato rispetto del regolamento e cioè la possibilità di negare l’uso delle sale “per un periodo massimo di un anno”. Ci sono poi le norme sulla collaborazione con i cittadini per i beni comuni: in questo caso, l’inosservanza è “causa di decadenza dal patto”. Lega e Fi bollano il tutto come “pagliacciata” e “tempo perso”, con i forzisti già pronti a rivolgersi al prefetto.

La rete Emilia Antifascista, intanto, ha segnalato nei giorni scorsi la pubblicazione di una nuova edizione dell’opuscolo contenente un “monitoraggio sui fascismi nei territori di Bologna, Carpi, Reggio Emilia e Modena”, che “raccoglie il lavoro d’inchiesta prodotto dalla rete e vuole essere uno strumento utile per far aprire gli occhi sulle realtà fasciste presenti nei nostri territori”. Oggi sul blog della rete un post riporta che “su svariate testate locali e nazionali aperti da titoli tendenziosi, mistificatori e ingannevoli abbiamo potuto leggere articoli ‘fantascientifici’ sull’opuscolo”, con “deformazione dei contenuti, estrapolazione di frasi decontestualizzate, estremizzazione ad hoc dei toni, invenzione di sana pianta di ‘virgolettatiì come se fossero citazioni dall’opuscolo, reductio agli ‘anni di piombo’, il tutto presentato come uno ‘scoop’ sensazionalistico”. L’antifascismo, si legge in conclusione, “non si lascerà certo fermare dai deliri di alcuni giornali!”. Un esponente di Forza Italia citato nell’opuscolo, intanto, ha annunciato su Facebbok che sporgerà denuncia per diffamazione.