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“Eat the rich”, l’autoproduzione si mette in rete

Al 25 aprile del Pratello anche il progetto che, prendendo le mosse da mensa autogestita a Vag61, “lunedì” del circolo Beneri e cucina di Xm24, si propone di trovare vie autogestionarie a una “buona vita”.

24 Aprile 2014 - 11:11

Al Pratello r’esiste, la festa antifascista che animerà anche quest’anno la famosa via del centro nell’anniversario della Liberazione, si presenterà alla città, offrendo un pranzo sano e popolare, la rete di cucine, mercati e laboratori di autoproduzione Eat the Rich. Pubblichiamo di seguito il documento di presentazione della rete.

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Eat the Rich – rete di cucine, mercati e laboratori di autoproduzione

Da tempo ormai, a partire da poche domande attorno alla questione del cibo, inteso come accesso a un pasto di qualità e a misura delle tasche di tutti, all’insegna della socialità e del mutualismo, associazioni e realtà collettive radicate nel tessuto metropolitano bolognese hanno messo in campo forme di risposta pratica e politica ai ricatti delle istituzioni cittadine e non solo.

Autorganizzando mense, cene sociali, gruppi di acquisto e distribuzione, mercati biologici e a km0. Adesso stiamo provando a mettere tutto questo in rete, provando a strutturare una costellazione di progetti che, a partire dalla risposta alla materialità dei bisogni, possa sovvertire lo stato di cose attuale costruendo possibilità di resistenza ed attacco alla miseria diffusa.

La mensa Eat the Rich a Vag61, con i pranzi del mercoledì, da mesi ha una particolare attenzione a tenere assieme qualità dei prodotti e accessibilità del prezzo. Prezzo che da mesi ormai è libero e autogestito. Prova a superare la logica del servizio coinvolgendo il più possibile chi attraversa la mensa nella costruzione del pranzo. Attraverso l’attivazione di laboratori di autoproduzione vuole mettere in comune una “cassetta degli attrezzi” per resistere alla crisi, per una proliferazione di pratiche e saperi sull’autoproduzione del cibo.

Il Circolo Anarchico Berneri da un anno, ogni lunedì, organizza una cena a prezzi popolari di socialità e convivialità “per mettere insieme pensieri ribelli, sogni e rabbie, risate e assalti al cielo”. È un’occasione in più per ritrovarsi e discutere dei fatti del giorno o semplicemente del più e del meno, ma anche nel frattempo per ideare e dare vita a iniziative, leggere un libro o prendere un giornale, discutere un volantino ecc. Riteniamo importante supportare una produzione che sia autogestita ed ecologica, nel rispetto dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori e delle lavoratrici e della terra che, appunto, lavorano.

La Cucina Popolare XM è uno spazio laboratoriale autogestito che promuove un’educazione alimentare consapevole nei confronti dello sfruttamento, ponendo l’attenzione sulla provenienza delle materie prime utilizzate, sulla loro produzione e sul loro consumo. Essendo una cucina anticapitalista e antispecista, supporta l’autoproduzione, le piccole produzioni,la pratica del riciclo alimentare e promuove un’attitudine vegan. Attraverso la mensa popolare a XM24 vogliamo condividere le conoscenze e moltiplicarle grazie alla socializzazione che si riesce a creare attorno alla tavola, davanti ad un piatto pieno di contenuti, oltre che di pietanze!

Fondamentale per questi progetti è stato e continua ad essere connettersi con realtà già esistenti nel territorio per rifornirsi di prodotti. I gruppi di acquisto solidale del GasBo, i mercati di CampiAperti, e altri piccoli produttori locali. E’ impegno di tutt* estendere questa rete nell’ottica di associare produttori e consumatori che fanno dell’autogestione e della critica pratica alle leggi mercantili la loro caratteristica.

La sfida vera che poniamo come rete “Eat the Rich” è scatenare processi politici e allargare l’autogestione a ogni aspetto della vita, proprio a partire da un bisogno come “un buon pasto”, e dalla organizzazione di questo bisogno. Insistiamo sulla necessità di moltiplicare e diffondere esperienze di questo tipo in città, creando una vera e propria mappa diffusa sul territorio, perché crediamo strategico, nella crisi, la creazione di reti cittadine attorno a nodi e bisogni centrali per una “buona vita”.