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“Dalla violenza di generi, precarietà e confini noi scioperiamo” [foto+video+audio]

Stamane picchetti sul luogo di lavoro e in università, alta astensione dal lavoro in diversi settori, poi sotto al Nettuno una lunga, partecipata e variegata piazza transfemminista. Coperta la targa a Umberto I. Ora in partenza il corteo da piazza XX settembre.

08 Marzo 2019 - 17:01

“Tantissime persone in piazza per uno sciopero che mette in piazza le contraddizioni del lavoro, un grido di liberazione”. Commenta così ai microfoni di Zeroincondotta un’attivista di Non una di meno, nel corso della manifestazione che ha occupato per oltre quattro ore piazza del Nettuno, dando appuntamento per la manifestazione che partirà tra poco, alle 17, da piazza XX settembre. Dal palco risuonati per tutta la mattinata decine di interventi, ad animare la piazza anche lezioni all’aperto, performance, dimostrazioni di boxe, sedute di yoga, attività per bambini.

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Sciopero femminista globale

Si legge nel comunicato diffuso al termine da Nudm: “Lo sciopero femminista globale è cominciato a Bologna questa mattina con i picchetti all’interporto, di fronte ai magazzini della logistica e in particolare a quelli della Yoox, dove le lavoratrici migranti sono già state protagoniste di lotte e scioperi contro le molestie sul lavoro. È cominciato con la proclamazione dello sciopero delle Rsu Fiom Cgil di Geva e Bonfiglioli, dove lavoratrici e lavoratori nonostante le indicazioni contrarie della segreteria del loro sindacato hanno deciso di incrociare le braccia contro la violenza maschile e di genere. Sta proseguendo con lo sciopero dei mezzi di trasporto che sta bloccando il centro della città, con le maestre dei nidi che nella piazza hanno gridato la loro rabbia contro la loro quotidiana e inaccettabile precarietà. Da giorni, a Modena, con i blocchi stradali, le donne di Italpizza sfidano di nuovo lo sfruttamento razzista e patriarcale sostenute da Non Una di Meno, facendo risuonare le loro lotte anche nella piazza bolognese dell’8 marzo”.Si legge poi: “In piazza Maggiore, dalle 9.00, hanno trovato voce e visibilità nel microfono aperto le moltissime lavoratrici e  lavoratori in sciopero: impiegate regionali e comunali; personale tecnico amministrativo e docente dell’Università di Bologna; lavoratrici della Zanichelli, della GD – che pochi giorni fa ha cercato, senza successo, di impedire l’accesso in fabbrica di Nudm e dello sciopero femminista –, della TAS informatica, della Galletti; lavoratrici delle Poste Italiane, di ospedali (Rizzoli, Maggiore, Sant’Orsola) e cliniche private; operatrici e operatori dei servizi sociali del comune di Bologna, cooperative sociali (Csapsa, Coop sociale Dolce, Coop sociale Laimomo). Hanno preso la parola le donne migranti che in prima persona stanno lottando contro la legge Salvini e il suo feroce razzismo, la Casa delle donne per non subire violenza, mentre moltissime studentesse e studenti hanno partecipato alle lezioni in piazza, così come le insegnanti hanno materializzato nello sciopero la scuola Degenere, luogo di una formazione libera dagli stereotipi e dal razzismo. Questa piazza è la risposta all’oppressione di un governo che attacca costantemente e su più fronti il diritto all’aborto e alla salute, è l’urlo di ribellione al disegno familistico del senatore Pillon, con questa piazza ci sottraiamo ai rigidi ruoli imposti dalla società”.

Conclude Non una di Meno: “Ma questa piazza è molto di più perché lo sciopero transnazionale esplode e connette le città e i paesi di tutto il mondo: dal Rojava parte il sogno della rivoluzione contro il sistema patriarcale, passando dalle carceri turche dove è partito per l’8 Marzo uno sciopero della fame, dove nelle piazze organizzano lo sciopero e di sfruttamento, fino alle zapatiste, alle donne iraniane e brasiliane che ribadiscono come le donne, da più parti del mondo, stiano ogni giorno lottando per la propria autodeterminazione. Questa giornata di sciopero continua. L’appuntamento è per questo pomeriggio alle ore 17.00 a Piazza XX Settembre, dove partirà un grande corteo per dare la possibilità a tutte e tutti di unirsi al grido di liberazione dello sciopero globale femminista”.

Particolarmente accorata una testimonianza sulle torture in Libia: “Sono qui per tutte le donne migranti che sono state torturate nel mio paese. Sono qui per tutta la comunità lgbt che non può scegliere sulla propria vita. Sono qui per tutte le donne e bambine in Iraq, in Siria, in Libia, che sono vittime della violenza di questo sistema. Sono qui perché un giorno tutti gli esseri umani siano liberi di scegliere”.

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Un intervento ha dato anche appuntamento a Verona per la contestazione del “Congresso mondiale delle famiglie”, a cui tra il 29 e il 31 marzo sono attesi tra gli altri i ministri Salvini, Fontana e Bussetti.

In mattinata ci sono stati piccoli cortei interni alle aule universitarie, come documentato dall’Assemblea antirazzista in Università, confluiti poi per le strade per muoversi insieme verso piazza del Nettuno. Di nuovo in zona universitaria dopo le 13 per il pranzo sociale offerto in piazza Verdi da Non una di Meno, con una lunghissima la fila al banchetto. Mentre pubblichiamo questo articolo, studentesse e studenti stanno per muoversi nuovamente, sempre in corteo,  verso il concentramento di piazza XX settembre.

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Di una grande adesione parla anche Usb: “Dalle scuole alle fabbriche abbiamo costruito con assemblee, convegni, seminari di approfondimento questa meravigliosa giornata di sciopero per dire insieme a tutte e tutti i lavoratori che vogliamo il pane e anche le rose”.

Adl Cobas Emilia Romagna ha manifestato in mattinata in piazzale Aldo Moro: “Si è conclusa la manifestazione sotto la Regione Emilia-Romagna con il report dell’incontro con l’assessore Gualmini in cui abbiamo affrontato i temi posti nella piattaforma di indizione dello sciopero di oggi. Uno sciopero che attraversa e interseca lo Sciopero Globale femminista, essendone parte attiva. Abbiamo avanzato la richiesta di apertura di un tavolo istituzionale per discutere di come affrontare gli effetti della legge “ex-Iori” e della legge 132 su sicurezza e immigrazione. L’assessore ha chiesto dieci giorni di tempo per la conferma, al fine di verificare la disponibilità alla partecipazione delle centrali cooperative e dei rappresentanti dell’Anci. La Regione ha poi deciso di lavorare ad una delibera regionale che tuteli nei prossimi bandi territoriali, le educatrici e gli educatori senza titolo nei servizi che riguardano disabilità e minori e il 25 marzo ci sarà la votazione nell’assemblea legislativa”. Sgb ha diffuso sui social network foto e video dei due annunciati presidi all’Inps e al Miur, così come i Si Cobas quelli dello sciopero nei magazzini dell’Interporto. I Cobas infine hanno rilanciato tutti i contenuti pubblicati da Non una di meno.

Durante la manifestazione di piazza Nettuno si è registrata anche la copertura della targa dedicata a Umberto I al centro delle polemiche dopo un recente articolo di Zic.