Acabnews Bologna

Da tutta Italia in piazza a Bologna per chiedere corridoi umanitari dall’Afghanistan

In arrivo manifestanti dalle comunità afgane di molte città, aderiscono anche spazi sociali, collettivi, associazioni, sindacati, realtà del terzo settore: “Rimarremo al fianco delle persone in movimento fino a quando non ci saranno canali di ingresso sicuri che tutelino la libertà di muoversi e di restare”.

22 Agosto 2021 - 18:00
Evacuazione di centinaia di cittadini afghani da Kabul su un aereo dell’aviazione militare USA – 15/08/2021

L’iniziativa l’ha presa nei giorni scorsi Jan Nawazi, un ristoratore: “Ho avuto l’idea e ho chiesto una mano a un po’ di persone che conosco a Bologna, partendo da centri sociali come Labas e Tpo e altre associazioni”. Così, nei giorni scorsi, è apparso in rete l’appello per una manifestazione questo lunedì (domani) alle 18 in piazza  del Nettuno, che reclami con urgenza corridoi umanitari dall’Afghanistan, e a cui hanno rapidamente aderito numerose realtà cittadine dell’autorganizzazione sociale, dell’associazionismo, sindacali e del terzo settore, tra le quali YaBasta, Laboratorio di salute popolare, Tpo, Làbas, Black lives matters, Smaschieramenti, BSide Pride, Movimento Identità Trans, Adl Cobas Emilia Romagna, Plus, Link Bologna, Mala educaciòn, Mujeres Libres, Collettiva Matsutake: “L’idea era di fare un’iniziativa bolognese – continua Nawazi – al massimo a livello provinciale ma poi è diventata una cosa nazionale, quindi abbiamo allargato e coinvolto tutti gli attivisti afghani d’Italia”. Nawazi si attende quindi l’arrivo da fuori Bologna di “centinaia di persone”.

Si legge nell’appello: “Dopo 20 anni di occupazione militari, gli Stati Uniti e gli alleati della Nato, tra cui l’Italia, si sono ritirati dall’Afghanistan, abbandonando il paese nel caos. Domenica 15 agosto, i talebani hanno riconquistato il paese, costringendo presto la popolazione a sottostare alla legge della Sharia. La guerra in Afghanistan è stata l’ennesimo risultato delle politiche neocoloniali occidentali che si nascondono dietro parafrasi come lotta al terrorismo, esportazione della democrazia e missioni di pace, distruggendo e destabilizzando il paese e l’intera regione. In questi giorni le immagini scioccanti dell’aeroporto di Kabul hanno fatto il giro del mondo, mostrando migliaia di civili in fuga pronti ad ogni cosa pur di lasciare il paese. Il detto afgano ‘Meglio morire una volta, che non tutti i giorni’ descrive bene quella disperazione che spinge donne e uomini a seguire una vana speranza anche al costo di morire, piuttosto che vivere una lenta e quotidiana morte. E’ la stessa forza e disperazione che abbiamo incontrato nel Mediterraneo centrale e sulla rotta balcanica. Dopo il 2015 e la cosidetta crisi migratoria che ha messo in discussione l’Europa, la storia rischia di ripetersi. Un esodo di massa che cercherà con ogni mezzo necessario rifugio dalle violenze del regime talebano. Ad aspettarle c’è un’Europa che continua a rafforza i suoi confini con respingimenti, rimpatri e detenzione delle persone in transito. Ma la storia deve cambiare! Questa volta non un euro né un soldato deve essere impiegato dall’Europa per bloccare le persone in fuga. Canali d’ingresso sicuri ed immediati devono essere aperti, adesso! Le istituzioni e le città assolvano il loro compito, accogliendo chi è stato abbandonato dai nostri governi. Mentre noi, dal basso, attiviamoci sulle rotte e nelle nostre citta per supportare le persone in movimento e assicurare a tutti un porto sicuro dove ripararsi. Noi non scapparemo! Rimarremo al fianco delle persone in movimento fino a quando non ci saranno canali di ingresso sicuri che tutelino la libertà di muoversi e di restare. Esigiamo che la città di Bologna costituisca la differenza in questo momento cruciale e sia d’esempio per molte altre città d’Europa. Apriamo un canale umanitario per le persone in fuga dall’Afghanistan. Per una Bologna Aperta e Accogliente, per davvero, ora!”