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Da Bologna a Londra, migranti “contro tutti i muri”

Presidio in piazza del Nettuno in contemporanea a molte città inglesi e europee. Al microfono: “Chi passa i confini insegna che si può lottare per migliorare la propria esistenza”.

20 Febbraio 2017 - 19:28

Questo pomeriggio presidio dei migranti in piazza del Nettuno, convocato dalle associazioni dei migranti e numerose altre realtà in concomitanza con la manifestazione di Londra “1Day Without Us”, per celebrare il contributo che danno i migranti al Regno Unito. Un microfono aperto nel quale si sono susseguiti molti interventi, con una determinante partecipazione di migranti. Sono state espresse posizioni contro le chiusure e i muri, per i documenti e per il lavoro: “Chi arriva qui è contro tutti i muri, ma è anche contro la guerra, perchè il gesto di chi è venuto qui è inannzitutto contro l’ingiustizia che si consuma nei paesi da cui proviene. Inoltre chi passa i confini insegna che si puó migliorare la propria esistenza, si puó lottare per migliorarla. Anche per non accettare di dover scappare ogni volta che si vede una divisa, o per essere sfruttati a pochi euro”.

Oltre alla manifestazione di Londra, è stato fatto riferimento anche al partecipato corteo di sabato 18 febbraio a Barcellona in sostegno dei migranti. Così al microfono: “In queste ore migranti e antirazzisti stanno manifestando in tutta Europa. Siamo contro le politiche che dicono che il problema sono i migranti, e non invece i confini”, e inoltre: “Non siamo qui per perdere il tempo della nostra vita, ma per vivere e lavorare.” Parole anche accorate sulla condizione vissuta da molti dei presenti: “Non abbiamo bisogno di elemosine, noi fisicamente siamo capaci di lavorare: vorremmo riuscirci e organizzarci da soli. È lo stato a creare l’illegalità: tutti sanno cosa succede in Libia, che è alimentato dal sistema politico italiano, ma sono gli stessi politici a creare paura negli italiani in televisione. Questo è un sitema retto da poche persone, che vogliono mantenere la loro estrema ricchezza. Vogliamo che venga dato il permesso di soggiorno a tutti! Con questo sistema di illegalità guadagnano su di noi, si vede anche con le esportazioni delle armi italiane dove si consumano i conflitti. Anziché risolvere i problemi il governo vuole riaprire i CIE, è una vergogna.” Un’altra testimonianza dice: “Sono qui dal 2012, in cinque anni non mi hanno dato i documenti. Siamo davvero stanchi, senza lavoro, non ce la facciamo più.”