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“Creare rete contro i decreti Minniti e Salvini, smascherare il populismo penale”

Ieri sera numerosi collettivi e realtà associative hanno preso parte a un’assemblea cittadina contro le politiche securitarie, con l’obiettivo di condividere strumenti e obiettivi di una campagna di informazione e di critica culturale e politica, non escludendo di arrivare nei prossimi mesi a una manifestazione di piazza.

20 Febbraio 2020 - 12:33

“Tutte le norme emergenziali fatte nei decenni non sono mai state cancellate”, e “se anche faranno qualche modifica ai decreti Salvini, l’impostazione rimarrà la stessa, soprattutto per quanto riguarda il conflitto sociale”.  È anche da questi dati che si è mossa l’assemblea pubblica di ieri sera, convocata al centro sociale della Pace dalla costituenda Rete cittadina Stop decreti sicurezza, nata, come spiegato nell’intervento di apertura, “dall’esigenza di unire le forze per contrastare l’accelerazione bipartisan nella decretazione emergenziale contro i movimenti, i migranti, le fasce sociali ai margini della società, in particolare ai decreti Minniti e Salvini: un salto di qualità che bypassa le fragili barriere formali del diritto internazionale a difesa dei più basilari diritti umani, e dall’altra colpisce duramente l’agibilità politica delle lotte, anche del semplice dissenso pacifico: dalla manifestazioni di piazza, all’occupazione di spazi di case, alle lotte sindacali o alla difesa dei territori dalle devastazioni”.

“Siamo consci però – spiegano gli attivisti – che i decreti Minniti e Salvini rappresentano solo l’espressione più recente di una lunga storia repressiva connaturata a un sistema di dominio, sfruttamento ed espropriazione che ha nella violenza di stato una condizione necessaria. Gli apparati di controllo hanno memoria storica: non a caso ci troviamo con un codice penale ereditato dal fascismo, con strumenti elaborati nel ventennio come il reato di devastazione e saccheggio o i fogli di via o nel contrasto dei movimenti degli anni ’70, come reati associativi e carcerazioni speciali. Le politiche securitarie hanno riesumato attualizzandole le leggi ottocentesche contro i poveri e i campi di concentramento contro i migranti. Dispongono di mezzi sempre più ingenti, di scienza e tecnologia, di un contesto di condivisione internazionale di teorie, analisi, strumenti”.

Di qui la decisione di “cominciare a creare rete” a partire da “una campagna di informazione, di critica culturale e politica dell’impianto delle leggi emergenziali”.

Numerosi i collettivi e le realtà associative intervenute. Tra i temi affrontati, il giro di vite su blocchi stradali, occupazioni, travisamento, l’arresto in flagranza differita fino a 48 ore, la criminalizzazione del salvataggio in mare e quella delle lotte del settore della logistica, l’abolizione della prescrizione.

“È centrale che nessuno rimanga solo – sono le conclusioni enunciate dopo oltre due ore di discussione  – ci deve essere un livello di solidarietà e mutuo soccorso effettivo, un lavoro politico e tecnico” che assuma dimensione pubblica, “perché il discorso non può riguardare solo militanti e attivisti politici,  deve arrivare ai lavoratori della logistica, a chi vive il problema della casa e degli spazi. Va smascherata la logica del populismo penale, andata di pari passo ad altri populismi”.

Il primo passo sarà la realizzazione e l’affissione capillare di manifesti sui vari aspetti dei decreti sicurezza: il primo, riprodotto in questa pagina, è già pronto per essere diffuso. Seguiranno nelle prossime settimane nuovi momenti di discussione, e non si esclude di arrivare a una manifestazione pubblica che porti in piazza le tematiche sollevate ieri sera. Intanto, tra gli interventi è stata annunciata un’iniziativa contro il reato di devastazione e saccheggio (venerdì 27 alle 18 sempre nel centro sociale della Pace di via del Pratello) e si è discusso dell’ipotesi, per  domenica 1 marzo, di partecipare alla  giornata nazionale di solidarietà con Nicoletta Dosio.