Acabnews Bologna

Coopservice, ripartono i blocchi in via Zamboni [foto]

Prof solidarizzano facendo lezione in strada. Sette studenti denunciati per i picchetti. Domani ancora blocchi, poi si torna in rettorato. I comunicati dell’Assemblea lavorat* student* precar* e della Cub.

15 Aprile 2014 - 18:08

La quotidiana attività di comunicazione e informazione all’interno dell’università, il blocco delle mansioni e degli edifici di via Zamboni, a partire dalle scorse settimane, hanno permesso un ulteriore salto di qualità nella mobilitazione dei lavoratori dell’UniBo. Infatti, assieme ai blocchi dei civici 25, 32, 34 e 36, da parte di lavoratori e studenti, oggi diversi docenti hanno deciso di mostrare attivamente la loro solidarietà scegliendo di svolgere le lezioni direttamente davanti a quegli edifici che rappresentano il quotidiano e silente sfruttamento a marchio CoopService.

http://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157643992562045/show/

Ribadiamo che lo sciopero, e i blocchi di questa mattina sono la risposta ai tentativi, da parte di rettore e CoopService, di smorzare una lotta legittima per la dignità di chi permette il quotidiano funzionamento dei servizi universitari.

Giornate, come quella di oggi, segnate dalla solidarietà viva e dalla forza della coesione, sono le testimonianze di un’altra università che si afferma contro le logiche del profitto dell’azienda AlmaMater.

Apprendiamo inoltre dei tentativi, da parte della questura e dei suoi mandanti, di spaccare l’unità tra studenti e lavoratori, attraverso la notifica di sette denunce per violenza privata e interruzione di pubblico servizio verso chi mostra attivamente la sua solidarietà. Sappiamo invece che questi tentativi di dividere il fronte tra buoni e cattivi non scalfiscono minimamente quanto costruito fino ad ora. L’unica violenza è quella del legalizzato sistema di sfruttamento rappresentato da quelle cooperative che di rosso hanno solo il sangue.

La giornata di oggi trova ancora più forza dopo la manifestazione nazionale del 12 aprile, dove sono stati ribaditi i concetti di diritti e dignità per tutt* anche contro il modello delle cooperative del Ministro Poletti e di LegaCoop. Una giornata intensa che ha saputo rilanciare in avanti, verso il contro-vertice europeo sulla disoccupazione giovanile, che si terrà l’11 luglio a Torino.

Domani torneremo nella zona universitaria, con lezioni, dibattiti e blocchi, perché non vogliamo speranze ma garanzie!

No Coop! Sì Dignità!

Assemblea lavorat* student* precar*

* * * * * * * * * *

Lavoratori in sciopero: una giornata di solidarietà! 

Alcuni docenti hanno dimostrato praticamente la loro solidarietà ai dipendenti di Coopservice in sciopero. Matteuzzi ha fatto un seminario dibattito in strada, Bianchi e Romitelli hanno fatto le loro lezioni in strada, altri le hanno svolte nei corridoi.

Domani altre lezioni e altri dibattiti in strada. Poi si andrà in rettorato perchè è il Rettore l’unico che può dare garanzie a questi lavoratori non solo in termini retributivi ma anche per continuità di lavoro e riconoscimento professionale. Chiediamo semplicemente che, visto l’impossibilità di assumere lavoratori che lavorano da moltissimi anni in ateneo, almeno gli vengano date quelle garanzie minime che le cooperative, pur di arricchirsi ulteriormente non danno.

Come tante altre università, come il Comune e altri enti anche l’Università di Bologna può bandire una gara di appalto per l’acquisto di servizi bibliografici, informatici e di supporto alla didattica controllando le condizioni contrattuali e retributive direttamente.

La legge lo permette, la scelta quindi è tutta politica.

Gli studenti hanno la piena consapevolezza di quale sia la differenza tra avere un vigilantes in porteneria e avere invece un professionista al quale rivolgersi per risolvere i vari problemi della sua quotidianità.

Non saranno le denunce per interruzione di servizio pubblico spiccate nei confronti di alcuni studenti a spaccare il fronte e ad intimidire: i lavoratori lottano per la dignità di un lavoro che oggi non gli consente più di vivere perchè dalle lotte di oggi dipende il loro futuro!

E’ una vergogna che ci si occupi di tentare di spaccare la protesta e di delegittimarla invece che dare risposte!

Cub