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Coop sociali, blitz educatori in Comune: “Non svendete il nostro lavoro” [video]

Interrotto il Consiglio comunale, il sindaco esce dall’aula. Lavoratori e lavoratrici delle coop chiedono lo stop dei bandi al massimo ribasso. Mercoledì 18 febbraio’015 alle 20 assemblea a Vag61, in via Paolo Fabbri 110.

09 Febbraio 2015 - 18:30

educoop1Hanno aspettato l’inizio del Consiglio comunale e durante un intervento del sindaco hanno tirato fuori striscione e megafono. Inizia così il percorso di mobilitazione aperto da un gruppo di educatori ed educatrici di Bologna. Al Consiglio, che ha visto Merola defilarsi alla svelta, i lavoratori delle coop sociali hanno chiesto con forza di escludere ogni forma di parametro economico nei bandi del Comune per l’assistenza socio-educativa.

“Non si puo’ sottolineare continuamente l’importanza dei servizi socio-educativi e poi rifiutarsi di ascoltare le richieste di chi quei servizi li offre ogni giorno e in condizioni di lavoro sempre piu’ precarie”, è il commento di un educatore, che rilancia: “Mercoledi’ 18 febbraio alle 20 faremo un’assemblea pubblica a Vag61 per decidere come portare avanti la mobilitazione”. L’obiettivo, conclude, “per il momento e’ coinvolgere nelle nostre iniziative docenti, studenti e sindacati conflittuali, vale a dire quelle categorie che hanno sempre mostrato simpatia nei nostri confronti”.

> Il video di ZicTv

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> Il comunicato diffuso dopo il blitz in Consiglio:

Oggi, noi educatori ed educatrici di Bologna abbiamo temporaneamente interrotto il consiglio comunale per prendere parola ed esprimere il nostro punto di vista sulla gara d’appalto dei servizi socio-educativi. Abbiamo rivolto alcune poche ed elementari domande all’amministrazione comunale, come si può leggere nel documento che alleghiamo. Attendiamo delle risposte ci auguriamo tempestive ma, a giudicare dalle reazioni istituzionali alla nostra presa di parola, molto probabilmente non arriveranno. Abbiamo capito di non poterci concedere il lusso dell’illusione. L’atteggiamento di assoluto disinteresse dimostrato dal Sindaco Merola che invece di ascoltarci ha preferito abbandonare la sala consigliare, salvo poi ripensarci per evitare una brutta gaffe di fronte alle telecamere; e quello della presidente Simona Lembi che ha subito manifestato un’ accesa quanto inutile e stupida ostilità nei nostri confronti, ci dicono molto della scarsissima attenzione se non dell’assoluto disinteresse che questa amministrazione pone nei confronti di un tema importante come quello del welfare e delle condizioni di lavoro degli operatori e delle operatrici del sociale.

È grave che nella nostra città chi manda avanti, in condizioni di assoluta precarietà, l’intero sistema dei servizi sociali venga così poco ascoltato. Con l’iniziativa di oggi intendiamo aprire un percorso di mobilitazione più ampio: invitiamo pertanto tutti gli educatori, tutte le educatrici di Bologna e la cittadinanza a partecipare all’ assemblea di mercoledì 18 febbraio ore 20, presso Vag61 (via Paolo Fabbri, 110) per costruirlo insieme. In questa città siamo moltissimi, noi lavoratori e lavoratrici del sociale, a vivere – seppure in maniera diversa – la stessa terribile precarietà, la stessa continua denigrazione. È il momento di unire le forze! Senza nessuna rassegnazione e alcun vittimismo sappiamo di poter contare solo sulla nostra determinazione per cambiare le nostre condizioni di vita e di lavoro.

Gli educatori e le educatrici di Bologna

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> Il documento stilato degli educatori:

Oggi, noi educatrici e educatori di Bologna prendiamo finalmente la parola. Il recente episodio dell’assegnazione dei servizi socio-educativi del Comune ha suscitato l’indignazione di stampa, media, sindacati e associazioni. La coop. marchigiana Mosaico vince la gara, grazie a un ribasso economico del 11%. Questa logica del risparmio in tempi di crisi, soprattutto in settori così delicati come quello socio-educativo, ha delle conseguenze devastanti.

Il taglio, pretendendo di mantenere invariata l’apertura dei servizi, va ad incidere sulle ore di programmazione degli operatori necessarie per riflettere, organizzare, pianificare obiettivi educativi, sviluppare reti nel territorio. Volete che questi servizi diventino parcheggi-ghetto per bambini e adolescenti, spesso già a rischio di marginalità?

Sono la nostra competenza e professionalità a sopperire ai colpi accusati dal settore, tenendo insieme i frammenti di un tessuto sociale sempre più disgregato. Da anni continuiamo a subire riduzioni delle risorse ad ogni nuovo bando.

Lo strumento della gara d’appalto, così pensata, impedisce la continuità dei progetti e la programmazione degli interventi sul medio-lungo periodo.

Il principio della concorrenza ha come unico obiettivo il taglio delle risorse, senza dare il giusto valore alla qualità del servizio.

Non sarebbe possibile emettere bandi con modalità che prendano in considerazione solo la qualità nella gestione del servizio?

Quali sono le intenzioni del Comune di Bologna nella gestione dei prossimi bandi di gara del sociale?

Il portale web dell’Emilia Romagna cita: “La Regione riconosce i bambini, gli adolescenti e i giovani come risorsa fondamentale per lo sviluppo della comunità […] titolari e portatori di diritti di personalità e di cittadinanza che devono non solo essergli riconosciuti, ma che necessitano di contesti favorevoli per essere compiutamente attuati.” principi contraddetti dalle politiche sociali in atto.

La crisi sociale, che accompagna e potenzia la crisi economica, assume un carattere dilagante tra le fasce più vulnerabili della popolazione: il disagio, la disoccupazione giovanile, l’abbandono scolastico, la povertà sono in continuo aumento.

La logica del ribasso è dunque la risposta del Comune?

Chiediamo una Bologna dove le ristrettezze economiche dell’amministrazione non si ripercuotano sistematicamente nel welfare, da sempre fiore all’occhiello del nostro territorio. Chiediamo una Bologna dove sociale significhi prevenzione più che urgenza, perché questa città merita di meglio.

CONTINUEREMO A MOBILITARCI PER DARE VOCE E VISIBILITÀ AL NOSTRO LAVORO E PER GARANTIRE SERVIZI ALL’ALTEZZA DEI BISOGNI DEL NOSTRO TERRITORIO.

Lavoriamo per sviluppare le capacità di espressione, l’autonomia, il protagonismo di bambini e adolescenti e famiglie. Dobbiamo essere un esempio per loro, essere cittadini attivi e pretendere qualità.

In virtù di tutto ciò oggi lanciamo un’assemblea cittadina permanente, estesa a tutti gli operatori socio-educativi del territorio, che lavorano in moltissimi contesti: scolastico, educativa domiciliare e di strada, comunità, diversamente abili, centri d’aggregazione, centri giovanili, cura della persona, ecc… e che vivono le nostre stesse condizioni di precarietà.

Gli educatori e le educatrici di Bologna