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Chiusura Ies, Giunta non incontra lavoratrici, Sgb: “Arrogante”

Intanto a Pontecchio Marchioni la fabbrica di compressori d’aria Fiac annuncia il trasferiremento i 130 dipendenti a Torino, Usb: “Decisione vergognosa, sono licenziamenti mascherati”.

27 Maggio 2020 - 18:17

Lunedì si è tenuto il primo confronto tra l’amministrazione comunale di Bologna e le organizzazioni sindacali dopo il lockdown: all’ordine del giorno c’erano la chiusura di tre Istituzioni comunali (cioè quelle che gestiscono scuole, biblioteche e inclusione sociale) decise dal sindaco Virginio Merola e comunicate a mezzo stampa qualche giorno fa. Lo segnala Sgb, che oggi proprio in vista dello scioglimento di uno dei tre organismi comunali, cioè l’Istituzione educazione scuola, ha organizzato “un presidio con dibattito pubblico nel cortile di Palazzo d’Accursio “per chiedere chiarezza sul futuro dei servizi all’infanzia del Comune”.

“Riteniamo scorretto – ha scritto oggi il sindacato – che nessun rappresentante della giunta comunale ci abbia ricevuto nonostante il nostro invito con la richiesta di presenza in particolare all’Assessore Educazione e Scuola, che avrebbe portato un contributo importante alle legittime preoccupazioni dei lavoratori sulla chiusura dell’Istituzione IES, appresa dalla stampa. Ringraziamo invece i consiglieri comunali che hanno raccolto il nostro invito e portato il loro saluto al presidio per cui chiediamo già adesso un incontro ai gruppi consiliari. Il presidio di oggi è solo l’inizio di una grande mobilitazione che si terrà nelle prossime settimane contro l’arroganza dell’Amministrazione che ha cancellato la democrazia sindacale in questa città, tenendo fuori dalle decisioni importanti la cittadinanza, le lavoratrici, i lavoratori e chi li rappresenta”.

La mobilitazione di oggi era stata indetta dopo che “nonostante in questi mesi noi delegati Sgb abbiamo chiesto innumerevoli volte la convocazione di tavoli d’informazione e confronto per conoscere cosa accadeva nella gestione dei servizi comunali aperti e cosa sarebbe accaduto ai servizi chiusi (primi fra tutti i servizi educativi)”, solo a distanza di tre mesi “abbiamo potuto partecipare ad un tavolo con un unico ordine del giorno, su una decisione già presa dal sindaco, mai comunicata alle organizzazioni sindacali, ai lavoratori direttamente interessati e ci risulta neanche al Consiglio comunale”, fa notare Sgb.

Alla riunione di lunedì “dovevano essere presenti il direttore generale Montalto (assente ingiustificato) ed i dirigenti delle Istituzioni in via di scioglimento, oltre la dottoressa Gemelli per le relazioni sindacali. Nessuno componente politico della Giunta comunale ha ritenuto di partecipare per dare il senso alla decisione presa squisitamente politica. A dimostrazione di quanto poco possano interessare le relazioni con i rappresentanti dei lavoratori”, continua il sindacato di base, riportando che “dalle relazioni dei dirigenti traspare un cauto ‘ottimismo’ dettato sicuramente dalla meraviglia con cui gli stessi hanno dovuto apprendere che le Istituzioni che dirigono saranno sciolte fra circa un mese. Gli stessi hanno garantito che nulla cambierà e che il timone resta saldamente in mano alla gestione pubblica del Comune. Per realizzare un proficuo passaggio alla nuova organizzazione occorreranno tempi lunghi di consultazioni con tutte le parti sociali. Nessuna informazione è stata data sui centri estivi di cui parlano quotidianamente gli organi di stampa e sulla riapertura delle scuole in autunno per cui la direzione attende i protocolli nazionali e regionali. I delegati Sgb, sono intervenuti con domande circostanziate sottolineando che non era più ammissibile un nuovo percorso politico/amministrativo per la gestione dei servizi in capo alle Istituzioni senza chiarire quali sono gli obiettivi generali. Le risposte sono state ovviamente vaghe o rinviate a nuovi tavoli di consultazione in data da definirsi. Ancora una volta non ci siamo! Sgb non si fida più delle ‘promesse da marinaio’ di un’amministrazione che ha più volte fallito sul piano della gestione dei servizi ed ha evitato il confronto durante il delicatissimo periodo del lockdown. Non ci fidiamo di soluzioni trasmesse a mezzo stampa senza alcuna consultazione propedeutica. Non ci fidiamo se apprendiamo sempre a mezzo stampa che il sindaco avrebbe già consultato i ‘sindacati’. Quali? Dove? Quando?”.

Passando a diversa vertenza, “a Pontecchio Marconi i Dirigenti della Fiac (azienda della multinazionale svedese Atlas Copco) decidono che, per accrescere i propri profitti, i 130 dipendenti debbano essere trasferiti nello stabilimento torinese”. Ne dà notizia Usb, parlando di “un atto che significa di fatto il licenziamento di 130 lavoratrici e lavoratori diretti più tutti quelli in appalto ed un durissimo colpo all’economia del territorio già duramente provato dall’emergenza sanitaria mondiale”.

Aggiunge il sindacato: “È vergognosa la proposta di trasferimento in Piemonte avanzata ai dipendenti. È la maschera dei licenziamenti indossata per cercare di ingannare i decreti legge emanati per affrontare l’emergenza del Covid-19. In un momento storico così drammatico, questo atto criminale va respinto con fermezza!”.