Acabnews Bologna

Chiusura Hub, ”sessanta posti
sbloccati nei Cas dell’Emilia-Romagna”

L’annuncio di operatori-sindacati dopo l’incontro in Comune, ieri sera: “Ma vogliamo vedere un foglio di carta prima che chiunque salga su un autobus”. Giovedì tavolo per la questione occupazionale. Usb: “Modello accoglienza va ripensato”. Adl Cobas: respinta “prova di forza unilaterale di Salvini”. Via Mattei dopo la chiusura: foto.

12 Giugno 2019 - 10:11

È grazie al lungo presidio di ieri in via Mattei, e al lavoro di informazione e assistenza legale offerto volontariamente, che molti migranti hanno deciso di rifiutare il trasferimento a Caltanissetta non lasciando altra scelta alle istituzioni che predisporre il proseguimento dell’accoglienza in diverse strutture sul territorio regionale. “Il trasferimento preannunciato dalla Prefettura attraverso i giornali – spiega Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione – e non attraverso un provvedimento notificato ai richiedenti asilo” avrebbe comportato “la perdita di una serie di diritti molto importanti”, per decine di persone tra cui alcuni con contratti di lavoro nel bolognese, anche a tempo indeterminato, altre coinvolte in percorsi di formazione, qualcuno in trattamento sanitario o alle prese con i ricorsi contro il diniego dell’asilo.

A sera piazza Nettuno era piena di manifestanti, reduci dalla lunga giornata di mobilitazione, quando lavoratori e sindacati sono scesi al termine da Palazzo d’Accursio al termine di un incontro con l’amministrazione comunale: pur mettendo bene in chiaro di pretendere di “vedere un foglio di carta prima che qualsiasi persona salga su un autobus”, hanno annunciato che il Comune avrebbe riferito di “60 posti sbloccati dalla prefettura nei Cas dell’Emilia-Romagna”, strutture che secondo quanto segnalato nelle ore precedenti dalla stessa Asgi contengono “2.000 punti in esubero” e che quindi avrebbero potute essere prese in considerazione da subito invece di disporre il trasferimento a Caltanissetta (alla fine, ieri sono state 39 le persone partite verso la Sicilia).

Così l’Unione sindacale di base: “La lotta paga! Ricollocati in regione tutti i migranti dell’hub di via Mattei. La prefettura è stata costretta a seguito di quattro giorni di mobilitazione a riconoscere che altre soluzioni non sarebbero state possibili grazie alla determinazione di lavoratori, migranti e solidali. La Bologna che accoglie rispedisce al ministro Salvini il vergognoso tentativo di fare pagare il prezzo della sua battaglia ideologica sulla carne viva di chi nei servizi ci sta e ci lavora. L’amministrazione comunale, in un’ottica emergenziale, non è andata oltre la solita proposizione dei modelli di accoglienza dei Cas, un sistema privato che sperpera fondi e non garantisce servizi di qualità. La vertenza sociale di operatori e migranti ha imposto alla città che il modello d’accoglienza va ripensato e deve essere pubblico. Di fronte al razzismo ideologico di chi considera l’accoglienza una questione di ordine pubblico va costruito un modello orizzontale basato sui principi di solidarietà e integrazione. La lotta non si ferma, giovedì è convocato un tavolo di salvaguardia per la ricollocazione degli operatori dell’hub. Questo è solo l’inizio, un altro welfare è possibile. Continueremo a combattere per salario, diritti e dignità”.

“Ci sembra una grande vittoria” della parte di città “per la solidarietà e per l’accoglienza, contro una prova di forza del ministro Salvini totalmente unilaterale”, il risultato è quello per cui “abbiamo lottato, cioè garantire che le persone che non volevano partire potessero essere in qualche modo ri-accolte sul territorio regionale”, spiega un operatore di Adl Cobas. Per quanto riguarda gli operatori dell’hub, invece, ci sarà un incontro giovedì: “L’obiettivo – prosegue – è la garanzia per tutti i posti di lavoro delle persone, sia operatori sia dell’indotto che lavoravano”.

> Le foto dell’Hub dopo lo svuotamento e la chiusura: