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Chiude l’Hub, operatori e migranti in piazza: ”No deportazioni, no licenziamenti”

Annuncio improvviso del prefetto sullo svuotamento della struttura di via Mattei. Ieri sera incursione di lavoratrici/ori dell’accoglienza, con striscione e megafono, durante un incontro de ‘La Repubblica delle idee’ in piazza Maggiore. E domani presidio sotto la Prefettura.

09 Giugno 2019 - 13:52

“Hub via Mattei, 169 persone 35 operatori. No deportazioni, no licenziamenti. Per un’accoglienza vera”. E’ lo striscione con cui ieri sera operatrici/ori sociali dell’accoglienza e migranti hanno protestato in piazza Maggiore dopo che, poche ore prima, la Prefettura aveva annunciato l’imminente chiusura dell’Hub di via Mattei. Operatrici e operatori hanno compiuto un’incursione sul palco de La Repubblica delle idee durante un incontro al quale stavano partecipando fra gli altri don Luigi Ciotti, Luigi Manconi e Aboubakar Soumahoro. Sono Usb Bologna e Adl Cobas Emilia-Romagna a segnalare l’iniziativa e a ricostruire le novità sulla struttura di via Mattei. Racconta Adl: ieri sera “eravamo al fianco delle operatrici e operatori sociali dell’accoglienza che si sono organizzat@ per protestare contro l’improvvisa chiusura dell’ Hub di via Mattei, con conseguente deportazione di 150 migranti e la possibile perdita di 35 posti di lavoro, prendendo parola dal palco de La Repubblica delle idee. Infatti ieri (venerdì, ndr) 7 giugno 2019 la Prefettura di Bologna ha disposto senza alcun preavviso la chiusura dell’Hub regionale di via Mattei, a Bologna, adducendo come motivazione la necessità della ristrutturazione del centro e decretando di conseguenza il trasferimento coatto di oltre 170 richiedenti asilo di cui 144 destinati a Caltanissetta. Ciò comporterà la perdita del lavoro a 35 operatori e operatrici dell’accoglienza. Il tutto dovrà avvenire entro una settimana senza che ci sia stato alcun confronto con lavoratori e lavoratrici, sindacati ed enti gestori. In perfetta continuità con le recenti politiche migratorie salviniane, verrà interrotto brutalmente il percorso di inclusione di persone accolte, sradicandole dal territorio dove abitano In molti casi anche da più di un anno. È una vergogna! Per questo i lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di lanciare per lunedì 10 giugno ore 9 sotto la Prefettura di Bologna un presidio di lotta per chiedere: stop al trasferimento coatto dei migranti; immediato tavolo di confronto intersinadacale con la Prefettura e il Comune della città metropolitana di Bologna sulla situazione di ospiti e lavoratori; gestione concordata dei lavori di ristrutturazione”.

Questo invece il comunicato diffuso da Usb: “Come i padroni che licenziano i dipendenti via Whatsapp, abbiamo appreso stamane (ieri, ndr) a mezzo stampa, insieme ai lavoratori e alle cooperative che gestiscono in consorzio l’Hub di via Mattei che dal 15 giugno, senza il minimo preavviso, la struttura verrà ‘chiusa per ristrutturazione’, parte degli ospiti spediti in Sicilia ed altri risistemati in regione. Una strategia che sa di annuncio funebre per l’accoglienza del nostro territorio e per il lavoro di una quarantina di operatori impiegati nell’Hub. Com’è possibile che dall’oggi al domani, sul territorio del comune di Bologna che promuove ‘carte dei diritti’ e ‘patti per il lavoro’ a tutela dell’occupazione, il prefetto Impresa, alla quale gli operatori dell’accoglienza e l’Usb chiedono da tre mesi senza risposta un incontro per discutere delle prospettive occupazionali, possa permettersi il lusso di mandare a casa i lavoratori a mezzo stampa? Cosa ne pensa il sindaco Merola di questa mossa? Cosa ne pensa la Giunta comunale di quest’attacco al welfare del nostro territorio? Non lasceremo che questo schiaffo alla dignità di chi lavora rimanga senza denuncia. Non possiamo tollerare oltre che non si affronti in maniera adeguata, come succede per Mercatone Uno, Whirlpool, Alitalia e Arcelor Mittal, il tentativo violento di azzerare l’accoglienza e di rispedire i lavoratori nella povertà e nella disoccupazione! Anche a Bologna dunque Usb è al fianco dei lavoratori dell’accoglienza, come a Milano e a Mestre, a Roma e in Sicilia! Metteremo da subito in campo tutte le iniziative utili, insieme ai lavoratori, e ci rivolgiamo a comune, prefettura e regione per trovare una soluzione a questa emorragia di lavoro sul nostro territorio!”.