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Carabineri: lo spray al Cs “in dotazione da un po’ di tempo”

L’Arma conferma che esiste un’autorizzazione ministeriale per usare bombolette come quella fotografata davanti al Cie, “a distanza brevissima, per il contatto”. Ma il testo di legge parla del gas solo in relazione ad “artifici per lancio”.

24 Dicembre 2013 - 17:12

“L’utilizzo di quella bombola di Cs è autorizzato dal Ministero, è una risorsa usata in maniera ormai consolidata nel tempo”. E’ il comandante provinciale dei Carabinieri di Bologna a fornire ai microfoni di Radio Città del Capo una versione ufficiale sullo spray fotografato davanti al Cie in mano a un militare. “E’ in dotazione di reparto per l’uso eventuale in caso di estrema necessità durante i servizi di ordine pubblico”, spiega l’ufficiale. Da quando è in dotazione? “Non ricordo, credo da un po’ di tempo”.

C’è dunque conferma che, come  sottolineva il nostro giornale, non si trattasse di spray al peperoncino (la sperimentazione non riguarda per ora l’Emilia Romagna) ma del ben più tossico lacrimogeno Cs.

Se può essere rassicurante constatare che tra i reggimenti mobili dispiegati a Bologna non è usanza procurarsi armi fuori dotazione su internet (“Non è liberamente in vendita in Italia – conferma il comandante – credo che sia fabbricato in Canada”), che l’Arma sia in possesso di queste bombolette continua a destare perplessità. Il testo di legge (DPR 359/91), come abbiamo scritto, prevede l’uso del Cs solo in relazione ad “artifici per lancio” a mano o tramite “arma lunga”, e tra lancio e spruzzo in lingua italiana corre una certa differenza: quella del Viminale nell’autorizzare queste bombolette parrebbe un’interpretazione molto estensiva del decreto in questione.

Lo spray viene usato “a distanza brevissima, per il contatto”, specifica in radio l’ufficiale. La differenza tra l’effetto lacrimogeno dovuto all’inalazione di un gas sparato a distanza e quello urticante di uno spruzzo a pochi cm dalla pelle e dagli occhi è facilmente inutibile, e confermato dalla letteratura scientifica. Sarebbe interessante sapere in base a quali valutazioni il Ministero abbia deciso di dare il suo via libera, ma in rete non si trova traccia di questa autorizzazione.