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::: Notizie brevi :::

In piazza Nettuno presidio “per ricordare Emma e tutte le persone che perdono la vita per mano della violenza maschile” | Striscione in stazione: “Solidarietà alle/i imputate/i del corteo del Brennero” | Presidio all’Usr contro il vincolo quinquennale: “Tante donne con figli costrette a percorrere quotidianamente centinaia di chilometri o a pagare un secondo affitto”.

14 Maggio 2021 - 20:18

Una piazza per “ricordare Emma e tutte le persone che perdono la vita per mano della violenza maschile”, un momento di “fortissimo inno alla loro vita e alla nostra, che possiamo continuare a resistere”: presidio in piazza Nettuno, oggi, promosso da Non Una Di Meno dopo l’ultimo femminicidio registrato sul territorio bolognese costato la vita alla 31enne camerunense Emma Pezemo. “Emma era una donna migrante. È stata uccisa da un uomo, ma la violenza maschile e di Stato- scrive il Coordinamento Migranti dalla piazza- non è solo fatta di singoli colpevoli, ma attraversa la società mondiale. Il razzismo istituzionale espone le donne migranti alla violenza tutti i giorni. Il ritiro dalla Turchia dalla Convenzione di Istanbul è un messaggio rivolto a tutte le donne, non solo in Turchia, e comunica che la violenza può essere usata contro le donne e restare impunita. L’attacco alle donne si intreccia a quello contro le persone lgbtq+ e contro la libertà sessuale e anche le lotte si intrecciano e devono essere transnazionali!”.

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Riceviamo e pubblichiamo: “Oggi 14 maggio, mentre nel tribunale di Bolzano si stava pronunciando la sentenza per 63 compagne\i accusate\i di devastazione e saccheggio per il corteo contro le frontiere al Brennero del 7 maggio 2016, per le\i quali l’accusa ha chiesto oltre 300 anni di carcere, un gruppo di
compagne è entrato nella stazione di Bologna raggiungendo il binario da cui partiva il treno Obb diretto a Munich, treno che attraversa quella frontiera dove si sarebbe dovuta costruire nel 2016 una barriera anti-immigrati voluta dallo stato italiano e austriaco. Per mesi su quei treni chiunque non avesse una faccia bianca veniva sottoposto ai controlli della polizia. Questa mattina, su quel binario è stato quindi aperto uno striscione e fatto un intervento, mentre venivano distribuiti dei volantini ai passeggeri del treno, per ricordare loro e a tutti che le frontiere continuano ad uccidere e che chi vi si oppone o cerca di attraversarle è duramente represso”.

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Presidio davanti all’Ufficio scolastico regionale, oggi “per dire no a una vergognosa ingiustizia: i neoassunti sono costretti a subire il vincolo quinquennale. Cinque anni di sacrifici inenarrabili, cinque anni invivibili!”, recita il comunicato che accompagna l’iniziativa, promossa dal sindacato Cub Sur con il sostegno del Coordinamento lavoratori scuola dell’Emilia Romagna: “Tante donne con figli piccoli sono costrette a percorrere ogni giorno centinaia di km o a pagare un secondo affitto in altre città. Una vergognosa discriminazione di genere, che penalizza tante donne che si vedono costrette a scegliere tra lavoro e cura dei figli. Fatto ancora più grave: a loro non è concessa nemmeno l’assegnazione provvisoria per motivi familiari! Alle docenti e ai docenti con vincolo quinquennale si uniranno anche i docenti immobilizzati, che da anni o decenni chiedono che venga data loro una possibilità reale di trasferimento. Adesso basta! Siamo stanche e stanchi di subire queste vessazioni!”. Una delegazione del presidio, comunica il Coordinamento, è stata ricevuta dal dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Bologna, in rappresentanza anche dell’Usr. Le lavoratrici e i lavoratori della scuola, segnala sempre il Coordinamento, con l’occasione hanno espresso solidarietà alla lotta in Alitalia.