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Blocchi agli ingressi del Saie: “La città del futuro siamo noi”

Social Log: in fiera “un corteo partecipato dagli occupanti di case, dagli studenti che non riescono a pagare gli affitti, e dai facchini in lotta nelle cooperative”.

22 Ottobre 2014 - 15:47

La città del futuro siamo noi! L’autorecupero è la soluzione, il Saie il problema!

Blocchi Saie (foto da tw @LuigiDalBasso)Questa mattina come movimento di lotta per il diritto all’abitare siamo andati a contestare l’inaugurazione del Saie (salone internazionale dell’industrializzazione edilizia). Un corteo partecipato dagli occupanti di case, dagli studenti che non riescono a pagare gli affitti, e dai facchini in lotta nelle cooperative. Ci siamo diretti alle porte del SAIE, e abbiamo bloccato l’ingresso per ore, per dire ai signori del cemento e a tutti i partecipanti al SAIE che l’unica possibile via d’uscita alla devastazione e alla crisi abitativa è L’AUTORECUPERO E LA RIQUALIFICAZIONE DEL COSTRUITO E NON UTILIZZATO.

Il 30% del suolo del nostro paese è coperto da edifici e si stima che ogni famiglia potrebbe possedere più di un appartamento a testa. Interi territori sono stati devastati da costruzione selvaggia che è le principale responsabili di catastrofi ambientali come quelle avvenute a Genova, Olbia e in Maremma.
Eppure oggi il presidente di Confindustria Squinzi ha avuto il coraggio di affermare che l’unica soluzione per uscire dalla crisi è altro consumo di suolo, altro cemento e altre grandi opere!
A questa provocazione rispondiamo con la lotta allo Sblocca Italia e Piano Casa di Renzi, entrambi provvedimenti utili a riempire le tasche delle cricche di costruttori, palazzinari, e speculatori.

Noi che l’emergenza abitativa la combattiamo tutti i giorni sappiamo che non c’è bisogno di costruire nuovi immobili, ma di AUTORECUPERARE ciò che già esiste ed è già stato costruito, solo in questo modo potremo salvare le nuove generazioni e i nostri figli dalle catastrofi ambientali e contemporaneamente risolvere l’emergenza sociale determinata dal dramma della morosità incolpevole che porta allo sfratto e alla perdita della casa. Così come riteniamo che l’unico atto di civiltà nella nostra città come altrove sia una moratoria immediata di sgomberi e sfratti, accompagnata dall’abolizione dell‘articolo 5 del Piano Casa che abolisce il diritto all’infanzia, sanità, maternità, salute e accesso al lavoro e alla residenza per tutti quelli che sono costretti ad occupare per vivere dignitosamente.

Quella di oggi è stata un’altra tappa dei movimenti di lotta per il diritto all’abitare che, forti dello sciopero sociale del 16 ottobre, in tutta Italia sono pronti a nuove occupazioni per continuare a togliere spazio agli speculatori e alla rendita immobiliare. Il 14 novembre sarà una nuova occasione di convergenza per i movimenti che al grido di “Sciopero Metropolitano” avranno l’occasione per dare battaglia alla precarietà e all’austerità.

Questa è la nostra Bologna, città meticcia, città del futuro, dove il sogno per cui nessuno sia più senza una casa sta diventando realtà.

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