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Blitz a Confindustria, presidio alla Yoox, striscioni: la giornata contro la violenza patriarcale inizia subito [foto]

In mattinata messaggio “fuxia e chiaro” lasciato alla sede degli industriali, affissioni in diversi punti della città e picchetto all’Interporto durante lo sciopero delle operaie, la mobilitazione culminerà in un presidio alle 17.30 in piazza dell’Unità.

25 Novembre 2020 - 12:57

“Nella giornata internazionale contro la violenza maschile verso le donne e la violenza di genere, il movimento femminista e transfemminista Non Una di Meno ha lasciato un messaggio fuxia e chiaro davanti alla sede di Confindustria: ‘Sciopero!'”. Così in un comunicato inviato questa mattina in redazione.

Si legge poi: “Lo sciopero è la pratica che Non Una di Meno ha adottato fin dalla sua nascita contro la violenza patriarcale, razzista e neoliberista in tutte le sue forme: economica, sociale e istituzionale. Confindustria è il simbolo di chi in questi mesi ha continuato a sacrificare la salute in nome dei profitti, ovvero della continuità di un sistema di sfruttamento che è causa stessa di questa pandemia, opponendosi apertamente alle chiusure e ai controlli sulle aziende necessari al contenimento dei contagi”.

Prosegue Non Una di Meno: “Anche in piena emergenza sanitaria, vediamo ogni giorno come siano soprattutto le donne, le persone migranti e le soggettività lgbtqipa+ a subire i contraccolpi più duri della crisi in atto ormai da mesi. Le donne sono state le prime a perdere il lavoro, o a essere costrette a lasciarlo anche a causa dell’aumento del carico di lavoro di cura verso bambin* e anzian*. Quelle che non l’hanno perso, si sono trovate spesso alle prese con turni massacranti, salari ridotti e con una scarsa (se non nessuna) tutela per la propria salute. Sono infatti soprattutto le donne, in particolare migranti, a svolgere quei lavori ritenuti oggi più che mai “essenziali”, nelle imprese multiservizi, nella scuola, nella sanità, nei servizi sociali e nelle case. Non è dunque un caso se quasi il 70% di tutte le denunce di infortunio da Covid-19 segnalate all’Inail siano state fatte da donne, molte delle quali di origine straniera. Per questo, da stamattina siamo anche in presidio all’interporto, di fronte ai cancelli della Yoox, a sostenere le lavoratrici migranti che stanno scioperando contro l’imposizione di ritmi di lavoro estenuanti”. La giornata di mobilitazione culminerà alle 17.30 in piazza dell’Unità con un presidio, annunciato negli scorsi giorni e rilanciato da diverse reti e collettivi, “per gridare tutte assieme: se ci fermiamo noi, si ferma il mondo!”, come scrive in conclusione Nudm.

Dallo sciopero Yoox, indetto dai Si Cobas, scrive anche il Laboratorio Cybilla: “Oggi per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, nonostante la crisi pandemica che stiamo attraversando, non rinunciamo a gridare forte la nostra rabbia! Questa mattina è iniziata con un importante sciopero delle lavoratrici davanti alla sede della yoox, contro lo sfruttamento e le molestie sul lavoro e contro turni impossibili da conciliare con quel lavoro di cura che ancora oggi ricade quasi completamente sulle donne. Lo sfruttamento è una delle tante facce con cui la violenza si rappresenta e si abbatte sulle nostre vite ed è anche per questo che scioperiamo! Ma la scritta sciopero è comparsa anche davanti alla sede di Confindustria, simbolo di questo sistema marcio, che durante la pandemia ha preferito far ammalare i lavoratori e le lavoratrici pur di non rinunciare al profitto! Moltissime donne durante questa pandemia si sono ritrovate a lavorare da casa con figli a carico, o il lavoro lo hanno perso o invece sono state costretta a lasciarlo, per dover accudire figli o familiari. Contro la violenza maschile sulle donne , contro la violenza di genere e dei generi , dei confini e dello sfruttamento, per tutte le sfaccettature che la violenza patriarcale assume ogni giorno sulla nostra pelle, la giornata di lotta non si ferma qui!”. Hanno partecipato anche Laboratorio Crash (“Da oggi queste donne si rifiutano di accettare il doppio sfruttamento del lavoro salariato e di quello riproduttivo! Si rifiutano di continuare a vivere sul proprio corpo la violenza sistemica del patriarcato!”), Collettivo Universitario Autonomo (“per portare solidarietà e supportare lo #sciopero delle lavoratrici, contro lo sfruttamento del lavoro produttivo e di quello riproduttivo”), Coordinamento Migranti e Connessioni Precarie (“Noi operaie, in gran parte migranti, siamo costrette a ritmi di lavoro intenso con turni che diventano un ricatto quando sei madre e non puoi pagare una baby sitter, ma il lavoro ti serve per vivere e persino per restare in Italia. Si tratta di un ricatto e di una violenza a cui non intendiamo cedere”). Questi ultimi segnalano inoltre, in un aggiornamento delle 11 di stamattina, che “mentre il picchetto continua all’interporto di Bologna, alla Yoox costringono lavoratori e lavoratrici del turno della mattina a non parlare tra loro. Cercano di impedire che si uniscano allo sciopero!”

Stamattina sono inoltre apparsi in città diversi striscioni. Scrivono le Mujeres Libres: “Oggi 25 novembre è una giornata di lotta. Abbiamo deciso di contaminare lo spazio che attraversiamo quotidianamente con messaggi di rabbia. Ogni giorno lottiamo contro la violenza patriarcale, una piaga ulcerante che condiziona le nostre vite e quelle di tantissime altre soggettività. La violenza di genere si palesa in maniere molto diverse, in casa, sul lavoro, nelle istituzioni, nelle scuole e spesso è mascherata. La nostra militanza si impegna a scovare queste forme di violenza occultate, saperle riconoscere e combattere in ogni ambito della nostra vita, in ogni frangente”.

Prosegue il collettivo femminista: “I femminicidi e i crimini d’odio verso le donne e la comunità lgbtqia+ sono un’emergenza, lo sono da molto tempo, da troppo, e non sono sufficienti leggi che inaspriscono le pene. Servono spazi in cui creare cultura dal basso, serve educazione all’affettività, ci serve il reddito per autodeterminarci, documenti per muoverci o restare dove abbiamo deciso di stare, servono strumenti ed è necessario non creare una gerarchia delle emergenze. La violenza si contrasta creando spazi protetti e creando reti di mutualismo per sostenerci l’un l’altrx, servono solidarietà e sorellanza”.

> Gli striscioni (foto 1 Zic.it, successive Mujeres Libres):

Striscioni contro la violenza maschile