Acabnews Bologna

Arrivano i fondamentalisti no-aborto, “rifiutiamoli”

Un’associazione ultracattolica già vista a braccetto con Forza Nuova annuncia nove ore di preghiera al Maggiore, si prepara la contestazione. Mercoledì 3 giugno’015 alle 21 assemblea cittadina al Centro delle Donne di via del Piombo 5.

01 Giugno 2015 - 16:30

Limoni duri per le sentinelle in piedi! (foto Zic.it)Nove ore di preghiera no-stop contro l’aborto davanti all’Ospedale Maggiore. E’ l’inquietante programma della associazione “No194” per il prossimo 13 giugno. Il gruppo ultracattolico, che non pare avere a che fare con quello che, invece, organizza da tempo le ‘veglie‘ davanti al Sant’Orsola, ha di recente interessato le cronache milanesi per un corteo, ad aprile, a cui parteciparono anche militanti neofascisti di Forza Nuova.

“Nove ore di preghiera contro la libertà di scelta, contro l’aborto libero, sicuro, gratuito”, sintetizza una nota apparsa sui social network a firma “Coalizione trans-femminista, lgbt, queer, antifascista”, la stessa dell’ultima mobilitazione contro le Sentinelle in piedi, che convoca ora un’assemblea pubblica per mercoledì 3 giugno alle 21 al Centro delle Donne di via del Piombo 5.

“Dicono che verranno a Bologna ‘perché agevole da raggiungere’ e noi renderemo disagevole la loro presenza – continua il testo – rivendichiamo una storia di lotte femministe e frocie a favore dell’autodeterminazione dei corpi, delle scelte procreative (e non), delle forme di relazione che desideriamo. Bologna non sarà mai agevole per i no 194, per preti-controllori medici-obiettori e no choice, e per qualunque tipologia di formazioni di estrema destra. Rifiutiamo la provocazione di chi vuole abolire la legge 194/78 e di chi invade luoghi essenziali per la salute e l’autodeterminazione. Rifiutiamo la presenza di fondamentalisti che molestano le donne, ostacolando di fatto la libera scelta di abortire”.

Negli scorsi giorni erano intervenuti anche Tpo e Làbas: “Non permetteremo lo svolgersi di questa preghiera organizzata da un manipolo di fanatici” si legge sul comunicato diffuso dai due centro sociali: “L’era della Santa Inquisizione è finita: prendere posizione è necessario, è una questione di civiltà. O si sta con chi vuole ritornare agli anni bui nei quali le donne morivano o subivano gravi danni per poter abortire clandestinamente o si sta contro questa barbarie. Bologna non è Teheran e l’Emilia Romagna e non è lo Stato pontificio. Non possiamo permettere che rigurgiti di religiosità medievale e fascisti ben più moderni si alleino per cancellare libertà decisionali di ogni donna e diritto alla salute, già fortemente leso dalle percentuali di obiettori. Diciamo con forza che, per noi, queste persone non hanno nessun diritto di ritrovarsi a speculare sulla vita delle donne”.

Prese di posizione arrivano, una volta tanto, pure dai partiti di centrosinistra: non solo Sel (che promette “appoggio ai comitati, ai collettivi e a tutte le donne che intenderanno riaffermare il loro diritto a decidere liberamente”) e Rifondazione (“impedire il sit-in organizzato dai cattolici integralisti”) ma perfino il Partito Democratico, con il segretario provinciale che ha fatto sapere oggi di aver scritto a prefetto e questore perché vietino il raduno antiabortista.