Attualità

Arriva la #SollevazioneGenerale

In trecento da tutta Italia all’assemblea nazionale delle realtà impegnate per i cortei romani del 18-19 ottobre, che volgono lo sguardo “a tutto l’autunno e oltre”. I report di Indipendenti.eu e Contropiano.org.

01 Ottobre 2013 - 18:22

Sabato 28 settembre Sapienza si è svolta la prima assemblea nazionale in avvicinamento alla sollevazione generale del 19 Ottobre. L’aula 1 della facoltà di lettere ha ospitato più di trecento persone che hanno ascoltato e sono intervenute nel merito non solo della giornata di mobilitazione chiamata dall’Assemblea “Dalla valle alla metropoli” ma di tutto l’autunno e oltre.

Gli interventi iniziali sono stati quelli delle lotte sociali che hanno animato questo paese in questi ultimi anni a partire da Abitare nella crisi che ha lanciato per la prima volta la data di mobilitazione del 19 Ottobre. I movimenti per il diritto all’abitare hanno ribadito la necessità di una sollevazione generale in questo paese di fronte a una crisi economica e politica che viene utilizzata come alibi per proseguire con la cancellazione di ogni intervento pubblico, con la privatizzazione del patrimonio e di interi pezzi di città a vantaggio della rendita. L’unica risposta credibile alle migliaia di sfratti per morosità è la riappropriazione collettiva dell’enorme numero di case sfitte. L’assedio permanente dei movimenti al ministero dell’economia e delle infrastrutture, quindi, porta con se anche la rivendicazione – irrinuciabile – del blocco generalizzato degli sfratti e degli sgomberi, di un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica, della requisizione del patrimonio inutilizzato e sfitto.Anche la questione delle risorse è centrale: miliardi di euro vengono destinati a grandi opere e grandi eventi, alle banche e ai signori del cemento, mentre poche briciole vengono riservate a strumenti di tutela sempre più inutili e comunque sempre premiali verso le grandi proprietà immobiliari o le consorterie delle cooperative di costruzione.

Anche i No Muos hanno partecipato all’assemblea di ieri ricordando che contemporaneamente si stava svolgendo a Palermo la prima manifestazione nazionale contro il Muos. Infatti in Sicilia è già partito l’assedio ai palazzi, migliaia di persone hanno partecipato alla sollevazione generale contro la regione Sicilia, Crocetta e tutti i responsabili delle speculazioni sul territorio e sulla vita delle persone che lo abitano.

A seguire, il movimento No Tav, ha espresso l’importanza di scendere in piazza il 19 perchè le mobilitazioni contro il Tav tanto quelle contro l’austerity coincidono e se la valle ha avuto la capacità di far sentire la propria protesta come una causa di tutti, durante questo autunno è necessario che la piazza del 19 sia considerata la piazza dei no Tav, come degli studenti, come dei precari, dei no muos dei facchini della logistica e di tutti coloro che rifiutano questa austerity.
Il movimento no Tav rappresenta una delle più importanti espressioni di resistenza nel nostro paese agli attacchi di una classe politica impunita che ogni giorno affama e devasta i nostri territori. In questi giorni sta subendo dei duri attacchi mediatici nel tentativo di impaurire il movimento e di depotenziare le giornate autunnali.

L’unico terrorista è esclusivamente chi per i propri interessi impone la costruzione di grandi opere nocive per il territorio togliendo alle scuole, agli ospedali, alle case popolari quei soldi che andranno direttamente a finire nelle tasche delle ditte edili e di tutti coloro che trarranno profitto da un’opera inutile come il Tav. D’altronde la manifestazione indetta per il prossimo 19 ottobre ribadisce che l’unica grande opera che ci interessa e casa è reddito per tutt*!

Quello stesso reddito che viene sottratto ai precari, agli studenti e a tutto il soggetto giovanile che forse sconta più di tutti le conseguenze di questi anni di ristrutturazione di un modello economico, quello capitalista, e di un regime politico, quello democratico liberale. Quegli stessi giovani che ieri sono stati particolarmente presenti all’interno dell’assemblea: gli studenti de La Sapienza, di Napoli, di Bologna e tutti gli studenti che in questi ultimi anni hanno dato vita all’occupazione in tutta Italia di decine di studentati parteciperanno alla giornata del 19 cominciando già dalle prossime settimane la mobilitazione all’interno degli Atenei, ed assumendo la giornata del 15 Ottobre come data di avvicinamento da praticare in vari modi all’interno e ai margini dell’università. Difatti nonostante i tagli già imposti nel passato quest’anno ulteriori tagli alla ricerca sono stati prodotti per destinarli a nuovi armamenti a causa di possibili scenari di guerra. Allo stesso modo la tassa sugli affitti, la Service Tax, va a ricadere ancora sugli studenti che per motivi economici non si iscrivono più all’università provocando un calo delle iscrizioni vertiginoso. Anche gli studenti delle scuole superiori hanno ribadito la loro partecipazione al 19 ricordando che il loro assedio all’austerità inizierà già dal 4 Ottobre, giornata in cui tutte le scuole nelle varie città del paese scenderanno in piazza per riappropriarsi delle strade e per prendere parola contro la corrotta casta di politici e banchieri.

Interessante anche il contributo della lotta dei lavoratori della logistica che hanno dimostrato la capacità di restituire alla lotta nei posti di lavoro una dignità nuova che racconta non solo di rivendicazioni e vertenze ottenute grazie all’unità dei facchini ma ad una solidarietà reale che oltrepassa i confini del singolo magazzino e della città ma parla a tutti i lavoratori e a tutti i settori in in mobilitazione. Il 27 infatti gli stessi facchini hanno appoggiato i picchetti alla fiat di Pomigliano e hanno partecipato alla manifestazione che si è svolta sempre nella giornata di ieri a Napoli.

Non per ultimi i rifugiati che parteciperanno alla costruzione del 19, attraverso il loro intervento, hanno sottolineato l’importanza della mobilitazione del 19 per tutti i migranti che a causa dei conflitti armati sono costretti ad andare via dalla loro terra e a cui anche nei territori di arrivo non vengono garantiti quei diritti che troppo spesso gli sono stati negati nei paesi dai quali provengono. Stanchi di essere invisibili hanno deciso anche loro di scendere in piazza ed alzare la testa.

I sindacati di base, invece saranno presenti già dal giorno prima in piazza con l’indizione di uno sciopero generale e di una manifestazione che terminerà proprio a piazza San Giovanni da dove partirà la manifestazione del 19 alle ore 14.30. I sindacati hanno invitato i lavoratori ad assediare la piazza fino al giorno dopo partecipando ad entrambe le giornate di mobilitazione e di lotta comune.

L’assemblea ha visto la partecipazione di tante realtà nazionali e soprattutto di tante lotte sociali che porteranno nella piazza del 19 una molteplicità di specificità, consapevoli del fatto che c’è un’unica origine ai problemi che viviamo e risiede nei palazzi che il 19 andremo ad assediare. Siamo consapevoli che il 19 Ottobre non sarà la fine, ma certamente neppure l’inizio di questo lungo autunno di lotte. Attraverseremo infatti la giornata del 4 Ottobre, al fianco degli studenti medi di tutta Italia che in questa giornata scenderanno in piazza. Passeremo poi per le mobilitazioni diffuse del 12 Ottobre in difesa dei territori e dei beni comuni. Daremo poi vita con gli studenti universitari ed ai giovani della maggior parte delle città italiane ad un 15 Ottobre di lotta in connessione con le realtà transnazionali. Insieme poi ci ritroveremo in piazza, quella del 19 sarà una piazza che non accetterà mediazioni sulle proprie vite che non accetterà altre bugie e nuovi governi pronti a gestire la perenne emergenza. Vogliamo praticare una rottura manifesta con questo sistema economico, con questa classe politica, con questo governo. Vogliamo assediare i palazzi del potere per esprimere questo rifiuto e tornare nei nostri territori per dargli continuità. L’assemblea del 28 non ha voluto mettere d’accordo tutti, ha individuato i responsabili di questo stato di cose, ha individuato ciò che deve essere allontanato per permetterci la costruzione di un presente ed un futuro radicalmente diversi e migliori. E allora buona costruzione di un autunno di lotta verso il 19 e oltre a tutti, ci vediamo nelle strade!

(da Indipendenti.eu)

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Affollata assemblea oggi alla facoltà di lettere della Sapienza. Il pienone delle occasioni importanti quando in molti sentono l’esigenza di vedere e sentire direttamente che cosa bolle in pentola. L’aula I di Lettere è piena, poche le “penne bianche” nel pubblico, a indicare che nuove generazioni stanno animando i movimenti e i conflitti sociali nei vari territori.

Poco prima che cominci l’assemblea raccogliamo le valutazioni di alcuni attivisti che hanno contribuito al percorso che porterà alla manifestazione nazionale del 19 ottobre. Che aria tira? Chiediamo cercando di scandagliare a centottanta gradi i molti aspetti di questa convocazione. “Ci sono compagni da tante città, segno che l’iniziativa cammina sulle gambe giuste” commenta Luca Faggiano del Coordinamento di lotta per la casa di Roma. “Adesso si tratta di far parlare queste lotte verso l’assedio del 19 ottobre, ma si arriva al 19 non per poi tornare indietro ma per rilanciare il conflitto”. Ha l’aria soddisfatta anche Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani che insieme all’Asia-Usb hanno costruito in tutto il paese una rete di resistenza e iniziativa sul terreno della lotta per l’abitare. “C’è un bel clima dentro e fuori da quest’aula. Sul percorso ci stanno tutti. E’ un bel segnale, unitario, inclusivo. Ci sono tutte le condizioni per una giornata importante”. Ne parliamo poi con Nicoletta Dosio, figura storica del Movimento No Tav (ed anche tra i fondatori di Ross@). L’annuncio del suo intervento provocherà un lunghissimo e solidale applauso di tutta l’assemblea verso la lotta della Val di Susa e dei No Tav. “Il 19 ci saremo, la lotta contro la Tav va molto oltre la Val di Susa” ci conferma Nicoletta. “ La nostra lotta sta sicuramente nella determinazione di chi la porta avanti, ma vuole legarsi alle altre lotte perché è insieme che potremo vincere”. Come? “Con il solo strumento possibile: quello del conflitto generalizzato e il cambiamento dello stato delle cose presenti”.

Cominciano gli interventi. L’aula ha le finestre chiuse e il sistema elettrico va in tilt avviluppando in un’afa micidiale le centinaia di persone presenti. Irene riassume il percorso che ha portato i movimenti di lotta per il diritto all’abitare a concepire e convocare la giornata nazionale del 19 ottobre e di come si sia intersecata con quella del 18 quando è previsto lo sciopero generale convocato dai sindacati di base e “conflittuali”. Sottolinea come da sabato 12 a sabato 19 sia prevista una settimana di mobilitazione su tutti i territori per preparare la manifestazione a Roma.

C’è Alessio del movimento No Muos siciliano, che ieri sera ha occupato gli uffici del parlamento regionale della Sicilia e che oggi manifesterà in massa per le strade di Palermo contro “lo strumento di morte e di guerra per le popolazioni rappresentato dal Muos di Niscemi”. Anche i No Muos si attiveranno per la settimana di mobilitazione sui territori dal 12 al 19 ottobre.

Un lungo applauso accoglie l’intervento di Nicoletta Dosio del movimento No Tav. “La Tav è uno degli aspetti della lotta, insieme possiamo farcela. La resistenza in Val di Susa non demorde. Saremo a Roma il 19 per l’assedio ai palazzi del potere e di quel partito trasversale degli appalti e degli affari. E’ ormai una data anche nostra”.

Intervengono i lavoratori della logistica protagonisti di un ciclo di lotte e scioperi durissimi in molte città che hanno al centro i facchini dentro un snodo ormai strategico dell’organizzazione capitalistica del lavoro. Intervengono gli studenti e i precari che occupano “Degage” , una delle occupazioni di case sorte con gli tsunami tour dei mesi scorsi nella capitale. Si fa sentire chiaro e forte anche Abu del movimento migranti e rifugiati. Mette sotto accusa quel mondo di ong e associazioni no profit che hanno incassato 1,3 miliardi di euro per gestire “l’emergenza nordafrica” ossia l’enorme flusso di profughi dai paesi coinvolti nelle rivolte o nelle guerre in Medio Oriente (Libia, Siria etc.). “I migranti ormai sono dentro e sono parte del conflitto sociale” dice Abu “Saremo in piazza anche il 18 dentro lo sciopero generale insieme ai lavoratori e poi tutti insieme il 19 ottobre, non solo contro questo governo ma contro l’austerità. Siamo soggetti diversi ma con bisogni comuni”.

E’ poi Pierpaolo Leonardi della Usb a cercare di spiegare le connessioni tra lo sciopero generale del 18 e la manifestazione del 19 ottobre: “i soggetti sociali che saranno in piazza il 18 e il 19 non sempre dialogano, questa volta la sfida è quella di partire insieme dalla piazza e proseguire insieme. Gli allarmismi sulla manifestazione? Certo che ci saranno i caschi in piazza, ci saranno quelli degli operai dell’Ilva o dei Vigili del Fuoco”. Leonardi sottolinea l’importanza della “staffetta” tra il corteo dei lavoratori e dei sindacati di base e quello dei movimenti sociali il giorno successivo: “Ci vediamo tutti in Piazza san Giovanni, lì si arriva e lì si riparte”.

Un attivista milanese resoconta del movimento di resistenza agli sfratti nella sua metropoli (tre giorni fa hanno occupato la sede milanese dell’Anci). Sarà poi l’intervento di un compagno del Collettivo Militant a precisare le distanze e le differenze con la manifestazione del 12 ottobre “piazzata” ad appena una settimana da quella del 19 ottobre dalle forze raccoltesi intorno all’appello di Rodotà, Landini etc. Una scelta che non è stata decisamente apprezzata. Militant invita a cogliere i segnali di lotta che vengono dagli altri paesi europei come Grecia e Spagna ma anche quelli normalizzatori – di segno completamente diverso – che vengono dai risultati elettorali in Germania. Anche Vincenzo Miliucci dei Cobas sottolinea la distanza con la manifestazione del 12 e la necessità di non farsi più “rappresentare” da qualcuno ma di perseguire la strada dell’autorappresentazione dei contenuti e dei soggetti sociali che praticano il conflitto.

Giorgio Cremaschi di Ross@, afferma nel suo intervento che questo è “un segnale di ripresa di iniziativa che non era scontato, soprattutto in una fase in cui vogliono cancellare tutto ciò che non è compatibile con il palazzo”. “Siamo tutti No Tav – dice Cremaschi – perché in Val di Susa è in corso un esperimento bipartizan nella cancellazione dei diritti civili e sociali. Alfano è andato lì per legittimare la repressione”. Anche Cremaschi è severo verso la manifestazione convocata il 12: “La difesa della Costituzione è innanzitutto lotta contro la dittatura dei trattati europei che l’hanno già stravolta ma anche – e qui ha rimediato un applauso – per le responsabilità del peggior presidente della repubblica, Giorgio Napolitano”. Ross@ sarà presente nella settimana di mobilitazione dal 12 al 19 ottobre e nelle manifestazioni convocate per il 18 e 19. “Sono segnali importanti, perché dobbiamo ammetterlo siamo stati fermi un anno, l’ultima grande manifestazione di opposizione è stata quel 27 ottobre dello scorso, il No Monti Day”.

Si susseguono diversi interventi, ma toccherà ad Andrea del Centro sociale Askatasuna di Torino fare il punto sulle caratteristiche della manifestazione del 19 ottobre. “Dalla Val di Susa e da Torino verrà giù la gente che sta lottando: uomini, donne, anziani, bambini, in molte cose simili a quelli che stanno occupando le case o opponendosi agli sfratti”, il corteo dunque dovrà tenere conto di questa composizione sociale e dei suoi obiettivi. Detto da chi sta facendo la resistenza in Val di Susa o nella metropoli torinese è importante, ed è importante che chiunque ne tenga ben conto.

Un’assemblea ricca dunque con molte realtà di lotta e conflitti che hanno preso una parola, ma anche con un limite che va evidenziato. Molti hanno raccontato cosa stanno facendo sul piano della lotta e quali sono i loro nemici di classe che trovano sul campo: gli affaristi della Tav, gli speculatori immobiliari, il sistema “grigio” delle cooperative ma pochi hanno indicato il nemico nella sua complessità e nella sua unitarietà di interessi, il contesto in cui si collocano la manifestazione del 19 o lo sciopero generale del 18 ottobre (se ci sarà o non ci sarà il governo non sarà un dettaglio). C’è ancora una bella discussione da fare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ma l’impressione generale è positiva, soprattutto perché si intende partire “insieme” e proseguire “insieme” come hanno segnalato molti interventi. La strada della ricomposizione politica e di classe è ardua e complicata ma va perseguita con grande determinazione e maturità.

(da Contropiano.org)