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Corteo queer nazionale, per Merola va vietato [audio]
”non ci trascineranno nella loro campagna elettorale”

Il sindaco si allinea a Giorgetti e Borgonzoni. Ieri sera partecipata assemblea pubblica convocata dalle Atlantidee: il 21 attese realtà da tutta Italia per la manifestazione che partirà alle 15 dal Nettuno.

10 Maggio 2016 - 20:01

Corteo queer (foto Zic - repertorio)Per sabato 21 maggio in città è attesa “la prima manifestazione queer autonoma in Italia”, come la definisce a Zeroincondotta un’attivista di Atlantide e Laboratorio Smaschieramenti: l’appuntamento, già reso pubblico, è per le 15 al Nettuno. E tuttavia ha provato oggi  a mettersi di traverso il sindaco Virginio Merola che, allineandosi alla destra di Giorgetti, Borgonzoni e compagnia, ha chiesto al Questore di non autorizzare il corteo previsto: “Visto il ripetersi, da parte degli stessi soggetti, di richieste di manifestazioni politiche che puntualmente sfociano in party illegali con disturbo ai cittadini e ai residenti – scrive Merola – credo sia opportuno non autorizzare altre manifestazioni di questa natura”. Il riferimento è ai concerti che, nell’ambito del festival Bologna Brucia, hanno avuto luogo domenica pomeriggio davanti allo stabile murato di Atlantide e che, complice il clima esasperato da campagna elettorale, hanno suscitato una canea di dichiarazioni sdegnate soprattutto a destra.

Della giornata di sabato 21 si è parlato ieri sera all’assemblea pubblica di Atlantide R-Esiste al Centro di documentazione delle donne di via del Piombo. Indetta dalla rete nazionale del “SomMovimento nazioAnale”, la manifestazione ha l’obiettivo di “attraversare la città per riaffermare l’autogestione e l’autonomia transfemminista e queer – spiega l’attivista – le nostre pratiche di riappropriazione del welfare, della salute, del reddito. Per dire no alla strumentalizzazione delle nostre lotte in chiave islamofobica, come abbiamo visto con gli avvenimenti di Colonia”.

“Vogliamo porre la questione del lavoro, del reddito e della casa – continua- che sono pre-condizioni necessarie all’autodeterminazione e anche alle scelte affettive e sessuali, e vogliamo farlo praticando l’intersezionalità con tutte le altre realtà autogestite impegnate nelle nostre stesse lotte, in questo territorio e in tutta Italia.”

Quello di ieri era il terzo appuntamento di un percorso avviato dopo lo sgombero di Atlantide, avvenuto lo scorso ottobre da parte della questura e delle istituzioni cittadine. Dall’incontro è emersa la volontà di intersecare pratiche di autogestione, di resistenza e desideri contro le forme di precarietà diffuse, a partire dalle esperienze che vivono sul territorio cittadino.

Vi sono stati vari interventi riguardanti l’approvazione del disegno di legge Cirinnà, che sarà discusso nei prossimi giorni alla Camera, dai quali è emersa una volontà condivisa di mettere in discussione le modalità di riconoscimento pubblico delle forme di affettività, a partire dal superamento dello statuto di coppia privata e per affermare anche il diritto a reti di affettività collettive.

Come si legge dal manifesto di convocazione dell’assemblea, per la galassia queer il ddl è “una legge che sancisce ufficialmente l’inferiorità delle coppie omosessuali e transgender, non riconoscendo il loro ruolo di genitori, frutto di un dibattito in cui sia i favorevoli sia i contrari hanno dato sfogo a un’omofobia e a un paternalismo istituzionali senza precedenti. Una legge svuotata, che serve solo a dare una copertura di ‘rosa’ e un’immagine progressista alle politiche governative di austerità, strumentalizzando le lotte lgbt.”

Per il corteo del 21 sono state mobilitate reti cittadine, nazionali e internazionali: si tratterà di un “corteo-non-corteo”, con cui attraversare la città per rivendicare affettività trasversali, aprire il discorso su salute e consultorie queer, e sulle reti di informazioni relative all’autodeterminazione della vita produttiva e non produttiva. Fra le parole d’ordine dell’appuntamento ci sarà anche il tema delle trasformazioni sociali contemporanee, che superano i confini e le presunte differenze di civiltà, per affermare che i corpi lgbt non possono essere utilizzati per stabilire frontiere di civiltà, come avviene anche nel discorso contro i migranti.

A conclusione dell’assemblea ci dicono le attiviste: “L’indizione di questo corteo-non-corteo sarà l’incontro che darà vita alla Dichiarazione d’Indipendenza della Popola delle Terre Storte”, un manifesto disponibile integralmente sul blog sommovimentonazioanale.noblogs.org e che termina così: “Noi, Popola delle Terre Storte, irrompiamo nello spazio pubblico oltre le forme autorizzate del vivere. Siamo uscite/i/u dalle dark room, dalle palestre, dai ritiri in campagna, debordiamo dagli spazi autogestiti sgomberati, dalle strade e dai marciapiedi, dai luoghi perimetrati dove volevate ghettizzarci.  Convergiamo in spazi comuni in continua espansione. Contaminiamo ogni luogo con la nostra favolosità: ogni via, ogni strada, ogni angolo ci serve per ridisegnare le geografie dei desideri e dei piaceri. Chi ci voleva a casa a spolverare i mobili, ci ha trovato in strada a polverizzare i ruoli di genere. Siamo l’imprevisto nell’ingranaggio del capitale. Venite e godete con noi!”

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